A chi e quando è obbligatorio comunicare se un figlio lavora e rischi se non si fa con nuove leggi

Quali sono i casi in cui bisogna comunicare l’inizio di un lavoro del proprio figlio: cosa prevedono leggi in vigore e chiarimenti

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
A chi e quando è obbligatorio comunicare

Quando è obbligatorio comunicare che il figlio lavora?

Stando a quanto previsto dalle leggi in vigore, i casi in cui bisogna comunicare che un figlio lavora sono quelli in cui il figlio diventa precettore di reddito tale da avere vita indipendente e autonoma economicamente e non essere più considerato a carico dei genitori e l’accertamento nei confronti della famiglia scattano solo quando la differenza fra reddito dichiarato e quello accertato risulta superiore al 20%.

Quando è obbligatorio comunicare che il figlio lavora e cosa si rischia se non si fa nel 2023? Famiglie con figli grandi nel mirino dei controlli del Fisco. Secondo le nuove leggi in vigore, il Fisco può controllare le famiglie con figli che lavorano per capire se i redditi dichiarati sono effettivamente quelli percepiti e che permettono alla stessa famiglia di sostenere determinate spese annue. 

  • Quando si deve comunicare che figlio lavora
  • Cosa si rischia se non si comunica che figlio lavora

Quando si deve comunicare che figlio lavora

Stando a quanto previsto dalle leggi in vigore, i casi in cui bisogna comunicare che un figlio lavora sono quelli in cui il figlio diventa precettore di reddito tale da avere vita indipendente e autonoma economicamente e non essere più considerato a carico dei genitori.

Il sistema tramite cui il Fisco riesce a controllare i redditi reali e presunti delle famiglie italiane è il redditometro e i nuovi controlli sui figli e l’accertamento nei confronti della famiglia scattano solo quando la differenza fra reddito dichiarato e quello accertato risulta superiore al 20%.

Nonostante la comunicazione dell’inizio del lavoro del figlio, precisiamo e sottolineiamo che i redditi dei figli conviventi, anche se appartenenti allo stesso stato di famiglia, non devono essere dichiarati perché cumulano nella dichiarazione dei redditi dei genitori ma semplicemente per dare al Fisco la reale situazione della singola ricchezza familiare.

Poi, ogni componente del nucleo familiare che lavora e percepisce reddito regolare deve per legge presentare una propria dichiarazione dei redditi. Dunque, i redditi dei figli non si sommano mai a quelli dei genitori. 

La comunicazione della novità di un figlio che inizia a lavorare deve essere presentata all’Inps.

Cosa si rischia se non si comunica che figlio lavora

Stando a quanto previsto dalle norme in vigore, se non si comunica che il figlio che fa ancora parte del nucleo familiare di origine dei genitori e vive ancora con loro lavora, si rischiano accertamenti e anche eventuali sanzioni e multe. 

Se, invece, il figlio che vive ancora con i genitori e lavora dichiara limpidamente il proprio reddito, e altrettanto fanno i genitori, allora non si sarà soggetti ad alcun accertamento e problema.

Dunque, per evitare accertamenti, sanzioni e multe, quando un figlio inizia lavorare e non risulta più a carico dei genitori, si deve inviare apposita comunicazione all’Inps in modo che non siano più calcolate eventuali detrazioni per figli a carico per i genitori anche se, ricordiamo, le detrazioni per figli a carico in busta paga sono state ormai eliminate, sotituite dal nuovo assegno unico per figli.