Stando a quanto stabilito dalle leggi in vigore e riportato dal Codice Civile, se il lavoratore beneficiario del Tfr, Trattamento di fine rapporto, muore prima di riceverlo, il trattamento spetta obbligatoriamente agli eredi del lavoratore, esattamente come ogni altro bene che passa in successione, e in particolare a coniuge, figli, parenti entro il terzo grado, se a carico del lavoratore, o affini entro il secondo grado, se a carico del lavoratore.
Il Tfr, Trattamento di fine rapporto, è una somma di denaro che ogni lavoratore, dipendente pubblico o privato, accumula nel corso della sua vita lavorativa, anno per anno, e che viene liquidato solo al termine della carriera professionale.
Nel corso della vita lavorativa di un lavoratore beneficiario di Tfr è anche possibile, per specifiche e provate motivazioni, chiedere un anticipo del Tfr maturato ed è bene precisare che ad ogni cessazione di rapporto di lavoro presso un datore di lavoro e azienda viene sempre liquidato il Tfr maturato per tutto il periodo di lavoro svolto presso lo stesso datore di lavoro e fino al momento della cessazione dello stesso rapporto. Ma a chi spetta il Tfr se il lavoratore beneficiario muore di riceverlo?
Stando a quanto stabilito dalle leggi in vigore e riportato dal Codice Civile, se il lavoratore beneficiario del Tfr, Trattamento di fine rapporto, (o anche Tfs Trattamento di fine servizio per i lavoratori dipendenti pubblici) muore prima di riceverlo, il trattamento spetta obbligatoriamente agli eredi del lavoratore, esattamente come ogni altro bene che passa in successione, e in particolare a:
Se, invece, il lavoratore beneficiario del Tfr che muore prima di riceverlo non ha figli, coniuge, parenti o affini a carico, il trattamento di fine rapporto può andare ad eventuali terze persone indicate nel testamento dallo stesso lavoratore.
Il Tfr del lavoratore beneficiario a cui spetta e che muore prima di riceverlo spetta, dunque, agli eredi esattamente come spettano, per legge e Ccnl, anche ulteriori trattamenti economici quali:
Non cambiano le regole di liquidazione del Tfr, sia di calcolo che di tempi di erogazione, agli eredi del lavoratore beneficiario che muore prima di riceverlo rispetto a quelle fissate per la liquidazione del trattamento al soggetto beneficiario stesso in vita.
In particolare, per per il calcolo del Tfr che l’erede del lavoratore beneficiario deve ricevere al momento, a meno che il Ccnl di inquadramento non preveda diversamente, si deve considerare la retribuzione base comprendente tutti gli elementi retributivi, cioè stipendio, aumenti periodici di anzianità, superminimi, indennità e maggiorazione turni, straordinario fisso, valori convenzionali mensa, provvigioni, premi e partecipazioni, prestazioni retributive in natura, altre somme riconosciute e corrisposte a titolo non occasionale.
Il calcolo del Tfr avviene sommando una quota pari all’importo della retribuzione, dovuta per l’anno, per ogni anno di lavoro, divisa per il coefficiente 13,5. L’importo accumulato progressivamente viene rivalutato al 31 dicembre di ogni anno con un tasso fisso dell’1,5% più il 75% dell’aumento dell’indice Istat dei prezzi al consumo (inflazione) rilevato per l’anno precedente e il risultato che si ottiene da tale operazione è l’importo lordo del trattamento.
Per quanto riguarda i tempi di liquidazione del Tfr, sono i diversi Ccnl che fissano il termine entro il quale il datore di lavoro deve versare il Tfr maturato e se il singolo Ccnl non riporta nulla in merito l’erede del lavoratore può anche pretendere subito il Tfr e la liquidazione del Tfr spettante all’erede o agli eredi del lavoratore beneficiario che muore prima di riceverlo può avvenire in un’unica soluzione o anche a rate.
Tfr del lavoratore beneficiario che muore prima di riceverlo a suoi eredi: cosa prevedono leggi in vigore e chiarimenti