Chi può fare accordi specifici per pagare meno tasse con Agenzia Entrate con nuove leggi

Per contenere l'impatto fiscale, imprese e Agenzie delle entrate stipulano accordi specifici, ma che non sempre sono visti positivamente.

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
Chi può fare accordi specifici per pagar

Tasse da pagare, chi può fare accordi con l'Agenzia delle entrate?

Un tax ruling ovvero un accordo segreto da parte degli Stati con le multinazionali con benefici in termini fiscali, di solito in cambio di investimenti sul territorio, stabilisce i termini della tassazione.

Che il carico fiscale sia considerato dalle aziende un limite alla crescita è una osservazione che abbiamo sentito più volte. La ricerca dei modi per alleggerire la quantità di imposte da versare è infatti un costante delle imprese. L'Agenzia delle entrate e, più in generale, lo Stato lo sanno bene e non è infatti un caso che lo strumento del tax ruling ovvero delle intese fiscali con le multinazionali sia in costante crescita.

Un tax ruling ovvero un accordo segreto da parte degli Stati con le multinazionali con benefici in termini fiscali, di solito in cambio di investimenti sul territorio, stabilisce i termini della tassazione. Basandosi sul principio della buona fede, sono diffusi anche in Italia, rappresenta uno step della vita di un'impresa. Approfondiamo meglio la questione tra:

  • Tasse da pagare, chi può fare accordi con l'Agenzia delle entrate

  • Non tutti vedono di buon occhio questa soluzione

Tasse da pagare, chi può fare accordi con l'Agenzia delle entrate

I tax ruling devono soddisfare cinque condizioni: devono essere emesse dall'autorità fiscale competente cioè le autorità fiscali se riguarda la tassazione degli utili. L'accordo deve riguardare un caso specifico, esclusa l'estensione dell'ambito di applicazione di una sentenza a un'altra società. Deve essere conforme alla legge e i fatti devono essere dichiarati integralmente e fedelmente dalla società. Dopodiché è valida solo finché il quadro giuridico non è cambiato.

La questione del rispetto della legge è essenziale. Le autorità fiscali hanno quindi una notevole discrezionalità nell'interpretazione della legge. È attraverso i ruling che le società ottengono regimi fiscali preferenziali. Per ottenere un regime speciale, una società fornisce alle autorità fiscali i dettagli della propria attività, ritenendo che questo fatto soddisfi i requisiti. E chiedere al fisco di confermare la loro analisi. Le autorità fiscali prendono la loro decisione che vincola entrambe le parti.

C'è però un aspetto fondamentale da sottolineare ed è proprio la segretezza di questi accordi, per non parlare naturalmente dei contenuti. Sappiamo comunque che tra i beneficiari dei tax ruling italiani ci sono tre multinazionali che hanno firmato accordi con l'Agenzia delle entrate. Si tratta di Philip Morris, Michelin e Microsoft. Ma sono appunto solo alcuni esempi.

Non tutti vedono di buon occhio questa soluzione

Come fa notare Mikhail Maslennikov, policy advisor sulla giustizia fiscale di Oxfam Italia, i cittadini-contribuenti e altri attori economici, come le piccole e medie imprese, avrebbero tutto il diritto di conoscere e giudicare i trattamenti fiscali che le autorità nazionali riservano a una categoria a sé di contribuenti rappresentata dalle grandi corporation.

Sempre più spesso infatti i ruling segreti dei Paesi della Unione europea - viene fatto notare - "si rivelano come un tassello fondamentale per la pianificazione fiscale aggressiva delle multinazionali, facilitandone il profit-shifting verso giurisdizioni dal fisco amico e garantendo un trattamento fiscale ad hoc ai grandi colossi che vedono ridursi considerevolmente le proprie aliquote effettive. Da istituto di certezza fiscale i ruling diventano così uno strumento di concorrenza al ribasso a disposizione degli Stati".

Per Tove Maria Ryding, coordinatore del team di giustizia fiscale del network europeo Eurodad, i ruling segreti pongono seri interrogativi sul fairplay fiscale. I numeri della Commissione "sono impressionanti e non sembra che gli scandali fiscali degli ultimi anni abbiano fatto desistere i Paesi della Unione europea dal siglare accordi confidenziali con le multinazionali".