Le leggi 2022 che regolano l’affidamento dei figli minorenni prevedono diverse forme di affidamento, da affidamento condiviso ad affidamento esclusivo e super esclusivo ma è bene sapere che la legge n. 54 del 2006 ha stabilito come norma fondamentale da seguire quella di decidere per l'affidamento condiviso dei figli minorenni di coppie separate, stabilendo presso quale genitori il figlio minorenne deve vivere abitualmente, e optando poi per affidamento esclusivo e super esclusivo solo su richiesta e solo se ne sussistono le effettive condizioni.
Quali sono le leggi 2022 in vigore per l’affidamento dei figli minorenni? Sono tante le questioni che una coppia che si separa a divorzia si ritrova ad affrontare, prima tra tutte l’affidamento del figlio o dei figli nati dal matrimonio.
Nei casi di separazioni consensuali e con genitori ragionevoli che magari restano in buoni rapporti e il cui primo obiettivo è quello di garantire benessere ai propri figli, la questione dell’affidamento dei figli minorenni è molto semplice da risolvere perché sono i genitori stessi che raggiungono un accordo in merito che spesso si risolve con l’affidamento condiviso. Quando, invece, la separazione non è consensuale ma risulta piuttosto spinosa, allora la decisione sull’affidamento dei figli minorenni spetta ad un giudice.
Sono, infatti, diverse le forme di affidamento di figli minorenni cui si può ricorrere, secondo le leggi in vigore, tra affidamento condiviso, affidamento esclusivo e affidamento super esclusivo, e per cui si opta solo nell’esclusivo interesse dei figli e per il loro benessere.
La forma certamente più diffusa di affidamento dei figli minorenni di genitori divorziati, previsto dalle leggi 2022, è quella dell’affidamento condiviso, prima noto anche come affidamento congiunto che prevede in caso di separazione che entrambe i genitori e in egual modo siano responsabili nei confronti dei figli.
L’affidamento condiviso, secondo quanto stabilito dalla legge 50 del 2006, prevede infatti che i genitori esercitino la potestà sui figli in maniera condivisa e che ogni decisione rilevante per i figli, dall’istruzione, all’educazione, alla salute, sia presa di comune accordo, valutando capacità, inclinazione naturale e aspirazioni dei figli stessi.
Inoltre, l’affidamento condiviso implica:
Per quanto riguarda questioni di minore importanza, le decisioni possono essere prese anche dai singoli genitori separatamente. Con l’affido condiviso, inoltre, il genitore presso cui il figlio o i figli non vivono, che generalmente è il padre considerando che in sede di separazione i figli minorenni restano sempre con la mamma a meno di problemi seri che lo impediscano, ha la possibilità nonché il diritto di vedere e stare con i figli minorenni quando vuole senza limiti, regole o permessi da parte di un giudice.
Basta solo che tra madre e padre vi sia quel dialogo sereno tale da permettere al padre di parlare con la madre sempre per comunicare volontà e disposizione a stare con i figli, sempre compatibilmente con gli impegni scolastici e sociali dei figli stessi.
Nulla cambia per l’affidamento condiviso di un figlio minorenne tra due genitori se uno dei due ha un nuovo compagno o crea una nuova famiglia. L’affidamento condiviso di un figlio minorenne, stando alle leggi attuali, viene meno quando sussistono condizioni che dimostrano che uno dei due genitori non è in grado di garantire il benessere del figlio stesso e allora si passa alla richiesta di affidamento esclusivo da parte di uno dei due genitori.
L’affidamento esclusivo in caso di divorzio prevede l’affidamento del figlio minorenne ad un unico genitore, detto collocatario, e spetta al giudice tale decisione. La legge in vigore stabilisce che i giudici decidano per l’affidamento esclusivo tenendo conto solo dell'esclusivo interesse morale e materiale del figlio.
A differenza, dunque, dell’affidamento condiviso, che coinvolge entrambe i genitori in qualsiasi decisione riguardante il figlio minorenne in egual misura e garantisce al padre piena libertà di vedere e stare con il figlio, l’affidamento esclusivo prevede regole specifiche in tema di visite ai figli.
Con l’affidamento esclusivo, il figlio minorenne viene affidato e collocato presso un unico genitore, solitamente la madre, acquisisce solo la residenza della madre, e non può avere doppia residenza come nel caso dell’affidamento esclusivo, ma il genitore non collocatario ha sempre la responsabilità genitoriale nei confronti del figlio minorenne, ha il dovere del suo mantenimento e della partecipazione alle decisioni più importanti della sua vita.
Tuttavia, il genitore non collocatario deve rispettare precisi tempi e modalità di visita al figlio minorenne. Tocca al giudice stabilirle. Per ottenere l’affidamento esclusivo di un figlio minorenne devono sussistere le condizioni primarie per richiederlo, poi bisogna presentare apposita domanda di affidamento esclusivo al giudice competente che, solo con apposita sentenza, può stabilire l’affidamento esclusivo di un figlio.
Una volta affidato in via esclusiva il figlio minorenne ad un unico genitore, è bene sapere che il genitore collocatario non può mai opporsi al diritto di visita da parte dell’altro genitore, anche se i rapporti tra i due genitori sono difficili e quasi nulla. Nessun genere di rapporto negativo tra i genitori deve influire sui rapporti di genitori e figli e interferire con le loro vite.
Solo il giudice ha facoltà di limitare o cancellare del tutto il diritto di visita del genitore non affidatario al figlio minorenne e solo se il genitore non affidatario è violento, o se il genitore non affidatario è tossicodipendente o alcolista, o se causa solo danni al figlio minorenne.
Se uno dei due genitori risulta particolarmente pericoloso e inutile come presenza per il figlio minorenne, l’altro genitore può chiedere al Tribunale competente l’affidamento super esclusivo del figlio minorenne. Si tratta di una forma di affidamento che definisce in maniera esclusiva la responsabilità di un unico genitore nei confronti dei figli minorenni, permettendogli di prendere tutte le decisioni di maggiore importanza relative a educazione, istruzione, salute del figlio minorenne.
Se l’affidamento dei figli esclusivo non esclude l’altro genitore dalla responsabilità condivisa sulle decisioni di maggiore interesse, tra cui la salute, e il genitore affidatario non può prendere alcuna decisione sulla salute del figlio senza prima consultare l’altro genitore non affidatario, l’affidamento super esclusivo permette al genitore affidatario di prendere tutte le decisioni senza obbligo di consultazione dell’altro genitore.