Sì: sono previste agevolazioni e detrazioni fiscali per inquilini e proprietari di case in affitto, con particolare attenzione ad alcune persone come giovani, studenti fuori sede, chi perde il lavoro o subisce un grave infortunio o malattia
Se si ha una casa di proprietà e si sceglie di affittarla, rendendola un investimento da cui ricavare qualche soldino, è bene sapere che vi sono diversi passaggi da seguire per la stipula del contratto, diverse imposte da pagare ma che sono previste anche agevolazioni e detrazioni fiscali che permettono di pagare meno tasse per case in affitto.
Tutti i contratti di affitto di durata superiore ai 30 giorni devono essere registrati presso l’Agenzia delle Entrate da proprietario o inquilino entro i 30 giorni successivi alla data della stipula dello stesso contratto. Per la registrazione del contratto di affitto bisogna pagare imposta di registro, che varia a seconda dell’immobile locato e per gli immobili in affitto per uso abitativo è del 2% del canone annuo, moltiplicato per le annualità del contratto; e l’imposta di bollo, invece, è di 16 euro ogni 4 facciate scritte del contratto da registrare e, comunque, ogni 100 righe.
E’ possibile registrare il contratto o in maniera cartacea; o telematicamente o tramite intermediario abilitato.
Una volta affittata casa, pagate le imposte di registro e bollo ed effettuata la registrazione del contratto, è bene sapere che vi sono una serie di tasse ulteriori da pagare sul reddito derivante dallo stesso affitto di casa. Considerando, infatti, che il reddito derivante dall’affitto finisce nel reddito del proprietario, è soggetto alla tassazione Irpef e bisogna, ovviamente, pagarci l’Imu.
Per quanto riguarda le altre imposte dovute sugli immobili, cioè Tasi sui cosiddetti servizi indivisibili comunali e Tari sui rifiuti, sono a carico dell’inquilino. Il proprietario di casa è, infatti, tenuto solo al pagamento dell’Imu perché si sua proprietà
Una casa in affitto prevede agevolazioni e detrazioni fiscali sia per proprietari che per inquilini: l’inquilino, dalla sua parte, può infatti detrarre dei redditi una quota del canone previsto dal contratto di affitto, mentre il proprietario dell’immobile, dal canto suo, può ridurre le tasse da pagare sul reddito di locazione scegliendo la cedolare secca.
Inoltre, è prevista un’agevolazione per coloro che hanno perso il lavoro o che per infortuni o malattie gravi si trovano in difficoltà economica. Si tratta del Fondo per la Morosità Incolpevole che viene gestito dalle singole Regioni.
Per i giovani i giovani che hanno un’età compresa tra i 20 e i 30 anni, per i primi tre anni di affitto, è prevista una detrazione fiscale di 991,60 euro e la stessa agevolazione vale anche per i giovani studenti o lavoratori che hanno cambiato residenza.
Se, inoltre, il prezzo dell’affitto dell’immobile è alto rispetto al reddito percepito, è possibile presentare richiesta per ottenere il contributo comunale di integrazione al canone di locazione. In tal caso, è bene sapere che ogni Comune stabilisce le proprie regole per l’accesso a questa possibilità ma in genere bisogna avere in ogni caso un reddito massimo di 28mila euro.
Una ulteriore agevolazioni su case in affitto vale per gli studenti universitari fuori sede, per i quali è prevista una detrazione fiscale del 19% su un massimo di 2.633 euro all’anno se i prezzi per l’affitto per gli studenti fuori sede superano i 500 euro a stanza.
Per pagare meno tasse si può scegliere il regime di tassazione più adatto alle nostre esigenze, tra la tassazione ordinaria e la cedolare secca, che risulta più conveniente. La cedolare secca racchiude in un’unica imposta Irpef, addizionale comunale e regionale, si calcola sull’ammontare totale dei canoni di locazione e prevede due aliquote:
Il vantaggio della cedolare secca è che non prevede che il reddito derivante dall’affitto rientri nel reddito complessivo per il calcolo dell’Irpef e delle addizionali, per cui per il proprietario non è reddito soggetto ad Irpef, ma viene comunque considerato per il reddito ai fini del calcolo Isee, per il calcolo detrazioni per familiari fiscalmente a carico e per il calcolo delle detrazioni fiscali per carichi di famiglia e collegate al tipo di reddito posseduto e quelle per canoni di locazione.
Per quanto riguarda le agevolazioni fiscali canone concordato 2022, gli inquilini che firmano un contratto a cedolare secca hanno la possibilità di detrarre al massimo 485,80 euro all’anno, che possono diventare 247,90 euro per chi ha un reddito tra i 15.493 euro e 30.987 euro.
Per quanto l’affitto dell’abitazione principale, se il reddito arriva massimo a 15.493,71 euro si può beneficiare di una detrazione di 300 euro che scende a 150 euro se il reddito è superiore alla somma appena indicata.
Per i proprietari che affittano casa grazie alla cedolare possono godere avere una imposizione Irpef agevolata. La scelta della cedolare secca prevede, però, che i proprietari non possano decidere o aumentare il prezzo dell’affitto, nel caso di aliquota al 10%, dovendo rinunciare agli adeguamenti Istat del canone d’affitto all’inquilino e perde anche i suoi vantaggi nel caso in cui il reddito derivante da locazione sia l’unico da dichiarare o se si hanno redditi bassi.
Cosa fare quando si decide di affittare una casa e detrazioni fiscali previste per proprietari e inquilini: quali sono e cosa prevedono