Generalmente, secondo quanto stabilito dalla legge, il datore di lavoro non può mai rifiutarsi di accettare la domanda di anticipo del Tfr ad un dipendente che ne faccia richiesta ma vi sono casi limite in cui è possibile rifiutare la richiesta, come casi di crisi aziendali e non solo.
Il Trf, il Trattamento di fine rapporto, è una quota che il lavoratore accantona nel corso della propria vita lavorativa presso l’azienda o l’ente per cui presta servizio e che viene corrisposto solitamente per intero nel momento in cui cessa il rapporto di lavoro. E’ possibile, però, che nel corso della vita un lavoratore possa avere bisogno di soldi per cui chiede un anticipo del Tfr. Quali sono i motivi per cui è possibile chiedere un anticipo del Tfr? E quando il datore di lavoro può rifiutare di accettare la richiesta di anticipo del Tfr?
Sono diversi i motivi per un lavoratore dipendente può chiedere un anticipo sul Tfr e generalmente si tratta di:
Non tutti, però possono richiedere l’anticipo del Tfr per motivi personali quando vogliono. Per poter presentare la domanda, infatti, bisogna soddisfare determinati requisiti che sono:
L’anticipo del trattamento di fine rapporto non può superare il 70% dell’importo maturato.
Le domande di anticipo del Tfr vengono accolte nella maggior parte dei casi da aziende ed enti cui i lavoratori presentano domanda. Ma ciò che ci si chiede è se e quando un datore di lavoro può rifiutare di accettare la richiesta di anticipo del Tfr?
Stando a quanto previsto dalla legge, il datore di lavoro non può rifiutare la richiesta di anticipo del Tfr, anche nel caso di Tfr per clof e badanti, presentata da un dipendente se la richiesta del lavoratore è giustificata dai motivi che danno diritto a chiedere l’anticipo, ma può rifiutare la richiesta di anticipo quando il numero dei lavoratori che presentano domanda di anticipo supera il 10% del totale dei lavoratori che ne hanno diritto e comunque nel limite del 4% del numero complessivo di dipendenti dell’azienda.
Se, per esempio, un’azienda ha 30 dipendenti, di cui 20 con almeno 8 anni di lavoro, deve concedere l’anticipo del Tfr nel limite del 10%, vale a dire a due lavoratori e nel limite del 4% dei complessivi 30 dipendenti. Ciò significa che le aziende che hanno 30 dipendenti sono obbligate a concedere l’anticipo del Tfr ad un solo lavoratore. Sono escluse dall’obbligo di anticipare il Tfr le aziende con meno di 25 dipendenti.
Non sono obbligate ad accettare richieste di anticipo del Tfr nemmeno le aziende dichiarate in crisi nei confronti delle quali, per esempio, c’è stata una dichiarazione di fallimento e provvedimento di liquidazione coatta amministrativa, cioè di amministrazione straordinaria dell’azienda stessa. Il provvedimento dichiarativo di crisi aziendale va di pari passo con l’esonero dall’obbligo di erogazione dell’anticipo del Tfr per cui i lavoratori di aziende in fase di ristrutturazione o riconversione aziendale a causa della crisi non possono chiedere l’anticipo del Tfr.