Stando a quanto previsto dalle leggi 202, per il calcolo dell’assegno di mantenimento alla ex moglie, il giudice non deve più considerare il tenore di vita goduto dai coniugi nel corso del matrimonio e deve invece valutare diversi elementi, dai redditi che derivano dall’attività lavorativa dei coniugi, alle proprietà immobiliari, alla disponibilità della casa coniugale, ad eventuali investimenti o altre fonti di ricchezze, all’attitudine a lavorare da parte del richiedente.
Quando una coppia decide di divorziare e il divorzio non è consensuale ma giudiziale, sono diverse le decisioni inerenti la stessa coppia che spettano al giudice competente. In caso di divorzio giudiziale, infatti, il giudice ha il compito stabilire a quale dei due coniugi spetta di diritto l’assegno di mantenimento e definirne il relativo importo.
Per ottenere il riconoscimento dell’assegni di mantenimento, la ex moglie, in questo caso, deve farne apposita richiesta, precisando che a lei stessa non deve essere stata addebitata la separazione. La moglie può ricevere l’assegno di mantenimento dall’ex marito solo nel caso in cui, a seguito di divorzio, non abbia redditi propri tali da permetterle di vivere in maniera dignitosa o non abbia i mezzi per procurarseli per ragioni oggettive, per esempio impossibilità a svolgere alcuna attività lavorativa.
L’assegno di mantenimento che viene stabilito dal giudice deve essere poi versato alla moglie dall’ex marito in maniera regolare e periodica. In realtà, l’assegno di mantenimento alla moglie può essere erogato in diverse forme e sia in un’unica somma e sia suddivisa in diverso versamenti mensili. Quali sono gli elementi da considerare nel calcolo dell’assegno di mantenimento alla moglie? Il tenore di vita si deve considerare per l’assegno di mantenimento alla moglie?
Stando a quanto deciso da una recente sentenza della Corte di Cassazione, per l'assegno di mantenimento alla moglie cessa di avere qualsiasi rilevanza il tenore di vita. Ciò significa che per il calcolo dell’assegno di mantenimento alla ex moglie dopo il divorzio non si deve tener conto del tenore di vita che la coppia aveva in costanza di matrimonio.
Del resto, secondo le leggi 2022 in vigore, la funzione dell’assegno di mantenimento alla ex moglie non consiste nell’assicurare, anche dopo il divorzio, il tenore di vita goduto da entrambi i coniugi nel corso del rapporto, ma nell’assicurare un contributo che permette alla ex moglie di avere un reddito adeguato al contributo fornito nella realizzazione della vita familiare.
Per il calcolo dell’assegno di mantenimento alla ex moglie, il giudice non deve, dunque, più considerare il tenore di vita goduto dai coniugi nel corso del matrimonio e deve invece valutare diversi elementi, dai redditi che derivano dall’attività lavorativa dei coniugi, alle proprietà immobiliari, alla disponibilità della casa coniugale, ad eventuali investimenti o altre fonti di ricchezze, all’attitudine a lavorare da parte del richiedente.
Dunque, il tenore di vita della coppia durante il matrimonio non deve essere considerato dal giudice che deve valutare l'importo dell'assegno di mantenimento da versare alla ex moglie a seguito del divorzio ma deve tener conto di altri elementi specifici che sono i seguenti:
Elementi da considerare per calcolo dell'importo dell'assegno di mantenimento alla ex moglie e tenore di vita: regole in vigore e chiarimenti