Assegno mantenimento moglie 2022 deve essere dato anche se lei lavora o no

La moglie che lavora ha diritto all’assegno di mantenimento solo se quanto percepisce è inferiore allo stipendio del marito e non è in grado di essere economicamente indipendente

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Assegno mantenimento moglie 2022 deve es

Assegno mantenimento moglie 2022 deve essere dato anche se lei lavora?

Se dopo la separazione, la moglie pur lavorando guadagna meno del marito, allora l’assegno di mantenimento le spetta perché deve essere dato per aiutare il coniuge economicamente più debole. In caso contrario, cioè se la moglie dopo la separazione, lavorando, guadagna più del marito, il diritto a percepire l’assegno di mantenimento può anche decadere. Per il versamento dell’assegno di mantenimento (divorzile) dopo il divorzio, se la moglie ha un lavoro non ha diritto al mantenimento, essendo indipendente economicamente.

L’assegno di mantenimento è una forma di sostegno economico che viene versato, come stabilito dalle leggi in vigore, in favore della moglie che sia economicamente in difficoltà o comunque più debole del marito. Le regole attuali su calcolo e versamento dell’assegno di mantenimento all’ex coniuge sono state recente modificate, anche in virtù dei cambiamenti che hanno interessato e stanno interessando la nostra società, per cui il diritto all’assegno di mantenimento scatta in alcuni casi e secondo precise regole di calcoli.

Ma l’assegno di mantenimento alla moglie 2022 deve essere dato anche se lei lavora?

  • Assegno mantenimento moglie 2022 deve essere dato o no anche se lei lavora
  • Assegno mantenimento moglie 2022 deve essere dato se lei lavora in nero  

Assegno mantenimento moglie 2022 deve essere dato o no anche se lei lavora

L’ assegno di mantenimento alla moglie 2022 deve essere dato se la moglie:

  • risulta inabile al lavoro;
  • non più in grado di mantenersi per motivi di salute;
  • quando ha superato i 45/50 anni di età e dopo essersi dedicata esclusivamente alla famiglia ha raggiunto l’età difficile per trovare facilmente una nuova assunzione;
  • disoccupata ha dimostrato di aver fatto di tutto per trovare un nuovo lavoro.

Se ci si chiede se lassegno di mantenimento deve essere dato alla moglie lavoratrice, la risposta è che, se dopo la separazione, la moglie pur lavorando guadagna meno del marito, allora l’assegno di mantenimento alla moglie che lavora deve essere dato perché, come spiegato a inizio pezzo, si tratta di un versamento che deve essere fatto per aiutare il coniuge economicamente più debole.

In caso contrario, cioè se la moglie dopo la separazione, lavorando, guadagna più del marito, il diritto a percepire l’assegno di mantenimento può anche decadere. Diversa è, invece, la situazione per il versamento dell’assegno di mantenimento (divorzile) dopo il divorzio vero e proprio: in tal caso, infatti, considerando che questo tipo di assegno viene corrisposto alla moglie per garantirne l’autosufficienza economica, se la moglie ha un lavoro non ha diritto al mantenimento, essendo indipendente economicamente.

Il diritto all’assegno di mantenimento resta, però, se la moglie ha un lavoro ma part time, per cui guadagna magari 500 euro al mese che non le permettono certo di essere molto indipendente dal punto di vista economico, per cui deve avere dal marito un assegno di mantenimento che però è generalmente di importo inferiore rispetto a quello che percepisce una donna disoccupata.

L’assegno di mantenimento che percepisce una moglie lavoratrice part time risulta ormai inferiore a quello che percepisce una moglie disoccupata per effetto di una recente sentenza della Corte di Cassazione che ha modificato le regole di calcolo dell’assegno di mantenimento, per cui non viene più calcolato in base al tenore di vita che la coppia aveva durante il matrimonio, ma in base all’indipendenza o autosufficienza economica della moglie.

E in virtù di questo nuovo principio da seguire, nel calcolo dell’assegno di mantenimento si deve considerare anche il reddito percepito, nel caso di moglie lavoratrice, e il reddito che la moglie è in grado di procurarsi sulla base della propria età, capacità di lavorare e formazione.

Non basta, dunque, essere solo economicamente più deboli per avere diritto all’assegno di mantenimento dopo il divorzio, ma anche dimostrare di non avere mezzi o possibilità di poter essere economicamente indipendenti comunque in grado di guadagnare tanto da condurre una vita dignitosa.

Assegno mantenimento moglie 2022 deve essere dato se lei lavora in nero  

Se la moglie lavora in nero ha diritto a percepire l’assegno di mantenimento dall’ex marito? E se sì, come si fa a farne il giusto calcolo se con il lavoro non si ha un reddito fisso? Il caso della moglie che lavora ma in nero non implica alcuna garanzia per la moglie.

La Corte di Cassazione ha, infatti, stabilito che per avere diritto all’assegno di mantenimento è necessario provare il reddito da lavoro che la moglie percepisce ma se la stessa lavora in nero, avendo un reddito da lavoro che non può essere quantificato, non ha diritto a percepire l’assegno di mantenimento.

Le lavoratrici ricevono gli alimenti solo se il loro salario è inferiore a quello dei mariti e non sono economicamente indipendenti.