Sono considerate auto storiche le vetture che hanno raggiunto i trenta anni di età dalla prima immatricolazione e di particolare interesse storico. La certificazione per far divenire storico un autoveicolo ha dei procedimenti ben precisi
C’è una vera e propria mania che impazza intorno alle auto storiche che stanno scaldando gli animi non solo degli appassionati, ma anche della gente comune. Semplice amarcord? Forse si, ma non solo. La rinnovata attenzione per i modelli per così dire vintage sottintende anche una sorta di nostalgia per un passato che non tornerà più, ma trova spiegazioni concrete anche nella qualità di modelli che seppure segnati dal peso della storia, rappresentano ancora oggi validi competitor rispetto ai modelli attuali.
Oppure l’interesse verso le auto storiche è da rintracciare in quella rievocazione della voglia di libertà che le generazioni passate, quelle degli anni ’50, ‘60 (quelli del boom economico) e ‘70 esprimevano proprio guardando all’automobile come massima aspirazione per scoprire un mondo che allargava finalmente i propri orizzonti al di là del proprio paese.
Molte volte nel vedere un’autovettura d’epoca o storica che dir si voglia, quanti, ancora oggi, vengono assaliti da quel magone, dai ricordi d’infanzia, e allora ecco che scatta quell’interesse specifico verso un determinato modello di autoveicolo. In questo articolo vedremo anche come iscrivere le auto storiche all’apposito registro.
L’ASI, acronimo di Automotoclub Storico Italiano è nato nel 1966 ed è composto da duecentocinquanta club federati e ventinove aderenti. Sono oltre centoquarantamila gli appassionati di veicoli storici, rappresentante del motorismo storico italiano presso tutti gli organismi nazionali ed internazionali. Si tratta di un registro che sostiene e tutela gli interessi della motorizzazione storica italiana, valorizzandone l’importanza culturale e sociale. Molti non sanno come iscriversi al registro ASI e perdono quindi l’occasione di usufruire dei benefici fiscali e godere di tutte quelle facilitazioni per la circolazione, riconosciuti per la valenza storica che rappresentano.
Per iscriversi a questo registro, dunque bisogna per prima cosa rivolgersi ad uno dei club federati sparsi su tutto il territorio nazionale, attraverso i quali avviene l’iscrizione. Bisogna tenere in considerazione il fatto che non tutti i veicoli potranno avere le carte in regola per l’iscrizione. Non basta infatti che le auto abbiano un determinato numero di anni sul groppone. A iscrizione fatta viene consegnata la tessera associativa che offre la possibilità di usufruire di tutti i servizi erogati. Sarà dunque possibile iscrivere i veicoli al registro solo dopo aver dimostrato di rispettare quei requisiti minimi richiesti dal regolamento tecnico. Un’altra possibilità è quella invece di diventare socio del Club Federato ASI.
In questo caso è necessario presentare una domanda al presidente dell’ASI con la quale si fa l’esplicita richiesta della volontà di entrare a far parte del Club. Domanda che deve essere corredata dai documenti previsti dal regolamento, oltre che dalla dichiarazione di impegno ad accettare ed osservare per i propri iscritti le norme dello statuto e dei regolamenti emanati dall’ASI. Alla domanda dovranno essere allegati l’atto costitutivo, lo statuto, l’elenco delle cariche sociali, l’elenco dei soci, che devono essere almeno quaranta, di cui il cinquanta per cento già in possesso di veicoli storici e un elenco dei veicoli di proprietà dei soci stessi. La domanda verrà vagliata dalla Commissione Club che aver controllato il materiale pervenuto e alcuni incontri conoscitivi necessari, la sottoporrà al giudizio del Consiglio Federale.
La quota associativa annua dell’ASI è di 41,32 Euro e deve essere versata obbligatoriamente attraverso un Club Federato ASI. A questa cifra si deve aggiungere la quota del club, che varia in base a quello a cui si è iscritti, sulla base delle singole esigenze. Una delibera del dicembre 2008 ha stabilito che per rendere più omogenea la quota dei club, tra quota ASI e quota club non si possa andare sotto i cento euro. Anche l’accordo con Toro Assicurazioni che consente di ottenere una copertura assicurativa sui veicoli storici a prezzi vantaggiosi. Ulteriori agevolazioni per i tesserati sono previste anche sul passaggio di proprietà.
L’imposta provinciale di trascrizione per i veicoli è stata fissata a 51.65 euro per le auto e a 25.82 euro per le moto. A questo registro si possono iscrivere i veicoli a motore quali ciclomotori, motoveicoli, autovetture, autobus, autocarri, autotreni, macchine agricole, veicoli militari, aeromobili e natanti d’epoca. Conditio sine qua non la dimostrazione di aver compiuto vent’anni dalla data di costruzione o della loro prima immatricolazione in Italia, altrimenti non possono essere considerati veicoli storici. Subito dopo l’iscrizione l’ASI rilascia a tutti i propri tesserati i documenti seguenti come garanzia della loro valenza storica: attestato di storicità, certificato d’identità, certificato di rilevanza storica, carta Fiva.