Aziende familiari italiane come è andato il 2020 e le previsioni per il 2022

Il merito è sia di padri e genitori che hanno messo in piedi solide base. Ma anche degli stessi figli che hanno affrontato con le giuste misure i cambiamenti del mercato.

Autore: Chiara Compagnucci
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Aziende familiari italiane come è andato

Com'è andato il 2020 per le aziende italiane?

Se c'è una tendenza che emersa nel corso dell'anno è quella dell'unione tra aziende italiane. Vere e proprie fusioni che hanno modificato gli assetti interni con inevitabili cambiamenti anche per il mercato.

Sono numerose le grandi industrie italiane che ruotano attorno a grandi famiglie. Sono quelle create 2 o 3 generazioni rispetto a quella precedente. Padri e nonni le hanno create e viste fiorire prima di cedere le redini ai successori ovvero a figli e nipoti.

Ma come è andato il 2020 per le aziende familiari italiane? E quali sono le prospettive in vista del 2022? Di certo c'è che il contesto competitivo in cui le nuove aziende si trovano a operare è completamente diverso rispetto a quello del recente passato.

La velocità dei cambiamenti è tale da aver stravolto ogni certezza, basata per lo più su un sistema di competitività a livello nazionale.

Diventa quindi ancora più interessante conoscere lo stato di salute delle aziende italiane e dunque come si stanno comportando nello scenario attuali e quali sono le azioni che stanno adottando per rimanere ai primi posti delle classifiche di redditività. Non ci resta allora che vedere da vicino la situazione ovvero:

  • Com'è andato il 2020 per le aziende italiane
  • Quale 2022 attesto dalle aziende in Italia

Com'è andato il 2020 per le aziende italiane

Nonostante l'aspra concorrenza in tutti i settori, continuano a essere sempre numerose le aziende italiane che primeggiano all'interno e all'esterno dei confini nazionali. Il merito è sia di padri e genitori che hanno messo in piedi solide base.

Ma anche degli stessi figli che hanno affrontato con le giuste misure i cambiamenti del mercato. Verrebbe quindi da dire che il segreto va cercato nella capacità delle aziende familiari di mantenere lo spirito originario. Passano le generazioni, ma i vecchi e cari insegnamenti non tramontano e vengono adattati al nuovo contesto.

Con un variabile in più che in passato era forse presente con meno frequenza: le cicliche ma continue crisi che si abbattono su tutte le economie, compresa quella nazionale che non può tirarsi indietro nel contesto globalizzato e internazionale in cui ci troviamo.

Se c'è una tendenza che emersa nel corso dell'anno è quella dell'unione tra aziende italiane. Vere e proprie fusioni che hanno modificato gli assetti interni con inevitabili cambiamenti anche per il mercato. Come riassunto dal supplemento l'Economia del Corsera su dati Kpmg, le principali fusioni e acquisizioni delle aziende familiari italiane nel 2020 sono:

  • Supermarkets Italiani (Esselunga/Italia): acquirente Giuliana Albera Caprotti e Marina Caprotti, quota del 30% per 1,8 milioni di euro
  • Fox's e Rocky - Northern Food Grocery (UK): acquirente Ferrero, quota del 100% per 270 milioni di euro
  • Attune Hearing (Australia): acquirente Amplifon, quota del 100% per 34 milioni di euro
  • ThermaCare - GlaxoSmithKline (Usa): acquirente Angelini, quota del 100% per 190 milioni di euro
  • Pasta Zara (Italia): acquirente Barilla per 118 milioni di euro
  • Infibra Technologies (Italia): acquirente Brembo, quota del 20% per 0,8 milioni di euro
  • Baron Philippe de Rothschild (Francia): acquirente Davide Campari, quota del 100% per 60 milioni di euro
  • Tannico (Italia): acquirente Davide Campari, quota del 49% per 23,7 milioni di euro
  • Champagne Lallier (Francia): acquirente Davide Campari, quota del 80% per 48,3 milioni di euro
  • Apotex (Canada): acquirente Chiesi Farmaceutici, quota del 100%
  • Smart Pharma (Polonia): acquirente Chiesi Poland, quota del 100% per 10 milioni di euro
  • Castelfrigo (Italia): acquirente Inalca, quota del 100% per 7 milioni di euro
  • Gruppo Ahlstrom-Munksjö (Finlandia): acquirente Fila, quota del 100% per 43,6 milioni di euro

Quale 2022 atteso dalle aziende in Italia

Il 2020 è stato l'anno delle fusioni tra aziende ovvero della concretizzazione di idee già maturate da tempo. Come fatto notare all'Economia da Max Fiani, partner di Kpmg in Italia, c'è stata una democratizzazione del Marketing & Automation, un allargamento a più soggetti.

Dopo le banche e gli enti regolamentati si sono affacciate al mercato le imprese del consumer industrial market, che hanno fatto un percorso importante di apertura del capitale: o entrando in Borsa, anche con meccanismi come le Spac, o accogliendo fondi e privati, magari con i club deal.

Nel 2022, al di là della crisi che la pandemia ha portato con sé, questo trend potrebbe proseguire, anche se per alcuni imprenditori è giusto tenere il 100% dell'azienda mentre per altri conviene aprire.