In riferimento alla tassazione ai fini delle imposte sul reddito dei clienti della società, persone fisiche che detengono i Bitcoin al di fuori dell'attività d'impresa, l'Agenzia delle entrate ricorda che si tratta di operazioni di acquisti e vendite di valuta che non generano redditi imponibili poiché è assente la finalità speculativa. Fissato questo primo punto, in relazione al trattamento fiscale, il profitto generato è sottoposto alla tassazione al 26% se il controvalore è superiore alla soglia 51.645,69 euro per almeno 7 giorni lavorativi.
La febbre delle corsa al Bitcoin sarà forse scesa, ma l'attenzione su questa criptovaluta continua a rimanere molto alta. E lo è tal punto che la stessa Agenzia delle entrate è pubblicamente intervenuta per alcuni chiarimenti in materia fiscale.
Oltre a essere utili, le precisazioni si rivelano particolarmente interessanti perché fanno luce su un aspetto ben preciso ovvero quando scatta il pagamento delle tasse sui guadagni generati nel 2022.
Prima di vedere tutti i dettagli, ricordiamo che il Bitcoin è una moneta virtuale utilizzata come alternativa a quella tradizionale con corso legale emessa da una autorità monetaria. Approfondiamo quindi:
In riferimento alla tassazione ai fini delle imposte sul reddito dei clienti della società, persone fisiche che detengono i Bitcoin al di fuori dell'attività d'impresa, l'Agenzia delle entrate ricorda che si tratta di operazioni di acquisti e vendite di valuta che non generano redditi imponibili poiché è assente la finalità speculativa.
Fissato questo primo punto, in relazione al trattamento fiscale, il profitto generato è sottoposto alla tassazione al 26% se il controvalore è superiore alla soglia 51.645,69 euro per almeno 7 giorni lavorativi. Il valore di Bitcoin segue la legge della domanda e dell'offerta e di conseguenza c'è molta volatilità nel prezzo della criptovaluta e nelle prospettive di guadagno.
Oltre all'estrazione di Bitcoin, che richiede competenze tecniche e un investimento in computer ad alte prestazioni, la maggior parte delle persone acquista bitcoin come forma di speculazione valutaria, scommettendo che il valore della moneta reale di un Bitcoin sarà più alto in futuro di quanto non sia oggi. Ma è difficile da prevedere.
Secondo l'Agenzia delle entrate, l'attività di commercializzazione di Bitcoin va qualificata quale prestazione di servizi effettuata a titolo oneroso.
Allo stesso tempo, queste operazioni sono da considerare come finanziarie in quanto la valuta è accettata dalle parti di una transazione quale mezzo di pagamento alternativo ai mezzi di pagamento legali e senza altre finalità oltre a quella di un mezzo di pagamento.
Ogni Bitcoin è un file di computer archiviato in un portafoglio digitale su un computer o uno smartphone. Per capire come funziona la criptovaluta occorre innanzitutto prendere confidenza con la blockchain. Il Bitcoin è infatti alimentato da un codice open source noto come blockchain che crea un registro pubblico condiviso.
Ogni transazione è un blocco che è incatenato al codice creando un record permanente di ogni transazione. La tecnologia blockchain è al centro di oltre 6.000 criptovalute che sono nate proprio nella scia di Bitcoin.
Un portafoglio Bitcoin contiene una chiave pubblica e una privata che lavorano insieme per consentire al proprietario di avviare e firmare digitalmente le transazioni, fornendo una prova di autorizzazione.
I minatori, o membri della piattaforma peer-to-peer, confermano la transazione in modo indipendente utilizzando computer ad alta velocità, in genere entro 10-20 minuti. Vengono pagati in bitcoin per i loro sforzi.
Anche se la corsa al Bitcoin è rallentata rispetto agli anni successivi alla creazione, ormai risalente a 12 anni fa, l'interesse nei suoi confronti continua a rimanere elevato. La valuta digitale è stata al centro dell'attenzione per essere riuscita a passare in poco tempo da 10 dollari fino a oltre 1.000 dollari.
Poco dopo è però iniziata una discesa che lo ha riportato fino intorno ai 200 dollari. Negli anni seguenti la posizione si è regolarizzata fino a quando è esploso un rally che ha spunto le quotazioni fino a un massimo di 19.000 dollari.
Si è trattata di una vera e propria fiammata che si è quindi sgonfiata con i valori che sono arrivati a toccare un minimo intorno a 3.000 dollari.
In tempi più recenti ovvero nel 2020 il Bitcoin è sceso sotto la soglia di 4.000 dollari, anche per via dello scoppio dell'emergenza della pandemia, per poi essere protagonista di un nuovo rally che lo ha spinto agli attuali 27.000 dollari.