Bonifico in ritardo, rimborso al cliente che lo attendeva secondo ultima sentenza Cassazione 2022

Per la Corte di Cassazione, il danno morale rappresenta una voce dell'ampia categoria del danno non patrimoniale e ben può derivare da un inadempimento contrattuale.

Autore: Chiara Compagnucci
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Bonifico in ritardo, rimborso al cliente

Rimborso al cliente per bonifico in ritardo, cosa ha stabilito la Cassazione?

Per la Cassazione, il ritardo nell'accredito di un bonifico provoca stress e patema d'animo e di conseguenza si configura un danno morale.

Qual è il tempo massimo concesso a una banca per accreditare un bonifico? Ci sono differenze tra piccole e grandi somme di denaro? A rispondere a queste domande ci ha pensato la Corte di Cassazione che ha fissato alcuni principi importanti. La decisione ha un peso importante in quanto ha fissato un importante punto fermo a favore del correntista e non dell'istituto di credito. Analizziamo allora queste novità e più precisamente:

  • Rimborso al cliente per bonifico in ritardo, la sentenza della Cassazione

  • Bonifici e rimborsi secondo le disposizioni 2022 in vigore

Rimborso al cliente per bonifico in ritardo, la sentenza della Cassazione

I bonifici bancari sono semplicemente il trasferimento diretto di fondi dal conto bancario di un cliente a un altro. In generale, il processo è abbastanza semplice. Tuttavia, vale la pena notare che il processo può variare da paese a paese, in particolare quando la banca dell'impresa e la banca del cliente si trovano in paesi diversi. La vicenda finita sotto esame da parte della Corte di Cassazione riguarda un maxi bonifico di 200.000 euro.

Il ritardo nell'accredito della somma ha collocato il cliente in una posizione di difficoltà, al punto di dove trascorrere notti insonni e ad assumere psicofarmaci. Ecco quindi che per la Cassazione, il ritardo nell'accredito nella somma provoca stress e patema d'animo proprio per via dell'entità dell'importo. Di conseguenza l'istituto di credito è chiamato al risarcimento per via del ritardo nell'esecuzione dell'operazione.

Secondo i togati siamo davanti a un danno non patrimoniale da cui può derivare da un inadempimento contrattuale che pregiudichi un diritto inviolabile della persona. Qual è la somma che, nel caso oggetto in esame, la banca è stata chiamata a pagare in sede di risarcimento del danno morale? Cinquemila euro.

Per la Corte di Cassazione, il danno morale, inteso come sofferenza soggettiva, rappresenta una voce dell'ampia categoria del danno non patrimoniale e ben può derivare da un inadempimento contrattuale che pregiudichi un diritto inviolabile della persona. A detta dei giudici, deve trattarsi di un danno da stress o da patema d'animo, la cui risarcibilità presuppone la sussistenza di un pregiudizio sofferto dal titolare dell'interesse leso, sul quale grava l'onere della relativa allegazione e prova, anche attraverso presunzioni semplici.

E ancora: è noto che nella prova per presunzioni non occorre che tra il fatto noto e quello ignoto sussista un legame di assoluta ed esclusiva necessità causale, ma è sufficiente che il fatto da provare sia desumibile dal fatto noto come conseguenza ragionevolmente possibile, secondo un criterio di normalità desumibile da regole di esperienza.

Bonifici e rimborsi secondo le disposizioni 2022 in vigore

Dal punto di vista tecnico, per effettuare un bonifico nazionale occorre il codice Iban e quando viene effettuato un bonifico, il beneficiario riceve tutto l'importo. Non sono infatti previste deduzioni dall'importo, a meno che il beneficiario non lo autorizzi in maniera esplicita. Come ricorda l'Abi, la direttiva europea per i servizi di pagamento stabilisce che il momento in cui una banca avvia l'esecuzione di un bonifico è quello in cui riceve l'ordine dal pagatore.

Dopodiché il tempo massimo di accredito al beneficiario di tutte le operazioni di pagamento è in un giorno lavorativo dalla data di ricezione dell'ordine. L'istituto di credito del beneficiario mette a disposizione l'importo non appena ricevuto dalla banca del pagatore con la stessa valuta. L'Abi fa anche due precisazioni importante. Dal momento che la data valuta coincide con la data di disponibilità, non è possibile ordinare un bonifico indicando la data valuta di accredito per il beneficiario.

Non è possibile richiedere l'accredito di somme sul conto del beneficiario con una data valuta anteriore rispetto al momento di disposizione dell'ordine. Da segnalare quindi che se viene effettuata un'operazione di pagamento non autorizzata, l'impresa ha 13 mesi per richiedere il rimborso. Spetta alla banca dimostrare che l'operazione sia stata eseguita correttamente.