Cambia dal prossimo 2022 il sistema di calcolo dei contributi e degli anni di lavoro per tutti coloro che sono impiegati in lavori part time verticale, con la possibilità di chiedere all'Inps il riconoscimento pieno dei contributi per tutta la durata del contratto di lavoro ai fini del calcolo degli anni per maturare il diritto alla pensione. Scatta, dunque, il pieno riconoscimento dei contributi previdenziali per i periodi lavorati con contratto part time verticale.
Lavorare con contratto di lavoro part time implica regole differenti di calcolo di contributi e anni di lavoro ai fini del raggiungimento della pensione finale. I lavoratori part time accumulano, infatti, anni di lavoro e contributi ai fini pensionistici in base alla tipologia di lavoro part time che svolgono ma qualcosa sta per cambiare e per il prossimo anno si prospettano novità interessanti in merito. Vediamo come cambia il calcolo di contributi e anni di lavoro per i lavoratori part time del 2022.
Cambia dal prossimo 2022 il sistema di calcolo dei contributi e degli anni di lavoro per tutti coloro che sono impiegati in lavori part time verticale. Stando, infatti, a quanto previsto, per tutti coloro che sono impiegati con contratto di lavoro part time verticale, dal prossimo 2022, scatta la possibilità di chiedere all'Inps il riconoscimento pieno dei contributi di tutta la durata del contratto di lavoro ai fini del calcolo degli anni per maturare il diritto alla pensione.
La novità 2020 riguarda, dunque, il pieno riconoscimento dei contributi previdenziali per i periodi lavorati con contratto part time verticale, che non si basa su un monte orario giornaliero o mensile, ma annuale, cioè su determinati periodi di lavoro nel corso dell’anno.
A differenza, infatti, di quanto accade per il lavoro part time orizzontale, le regole attuali non prevedono il riconoscimento di tutti i periodi, anche quelli non lavoratori, per il part time verticale, ai fini del raggiungimento dell’anzianità contributiva ma considerano ai fini del calcolo dell’anzianità previdenziale solo i periodi di effettivo lavoro.
Dal prossimo anno non sarà, però, più così e indipendentemente dal lavoro effettivamente prestato, contributi e anni di servizio ai fini della maturazione della pensione saranno calcolati interamente ai fini del diritto alla pensione così come accade per il per time orizzontale e il numero delle settimane da considerare ai fini previdenziali sarà determinato in rapporto al totale dei contributi annuale e al minimale contributivo stabilito.
Per semplificare e spiegare meglio quanto appena riportati, prendiamo come esempio il caso di un lavoratore che raggiunto i 67 anni di età per la pensione di vecchiaia e che per 20 anni ha lavorato con contratto part time verticale per 8 mesi all’anno.
Stando alle norme in vigore, con questo sistema di lavoro e con le regole attuali avrebbe accumulato 13 anni di contributi, ma dal primo gennaio 2022 sarà possibile richiedere all’Inps il riconoscimento dei 20 anni pieni e non solo degli 8 mesi all’anno di lavoro per il raggiungimento della pensione di vecchiaia. Ciò che lo penalizzerà rispetto a chi ha svolto un lavoro per 20 anni con contratto di lavoro a tempo pieno sarà il calcolo dell’importo di pensione finale che, chiaramente, avviene su un minor numero di contributi versati.
Pieno riconoscimento dei contributi previdenziali per lavoro fatto con contratto part time verticale: cosa cambia dal prossimo 2022