La cedolare secca rappresenta un regime fiscale agevolato per i proprietari di immobili che desiderano affittare una casa. Questo sistema prevede diverse aliquote e vantaggi, ma anche alcune rinunce. Approfondiamo come si calcola, quali sono i benefici e quando conviene scegliere questa opzione fiscale.
Il regime fiscale della cedolare secca risulta più conveniente del regime di tassazione ordinario perché accorpa in un'unica imposta sostitutiva diversi tributi:
È importante sottolineare che il reddito derivante dalla locazione di immobili con tassazione a cedolare secca non viene considerato nel calcolo del reddito complessivo ai fini Irpef, ma viene comunque incluso nel computo del reddito per beneficiare di particolari agevolazioni, come per il calcolo dell'ISEE.
Un aspetto da considerare è che scegliendo tale regime fiscale agevolato non si può modificare, aumentandolo, l'importo del canone di locazione pattuito al momento della stipula del contratto in base all'adeguamento Istat.
Il regime della cedolare secca per affitti prevede tre diverse aliquote in base alla tipologia di contratto stipulato:
È importante specificare che per il 2025, chi affitta per brevi periodi (inferiori ai 30 giorni) una sola casa continua a pagare la cedolare secca al 21%, mentre chi affitta più di un immobile con questa modalità calcola l'aliquota al 26% dal secondo immobile in poi.
Questa distinzione è stata introdotta per regolamentare meglio il mercato degli affitti brevi, incentivando al contempo le locazioni più stabili attraverso aliquote più favorevoli.
L'aliquota prevista della cedolare secca si applica al reddito complessivo derivante unicamente dalla locazione, ovvero all'intero canone annuo pattuito. A differenza del regime ordinario Irpef, dove si applica una deduzione forfettaria (attualmente del 5%), con la cedolare secca l'importo del canone viene considerato al 100%.
La base imponibile per il calcolo è costituita dall'intero canone di locazione annuo risultante dal contratto, senza alcuna riduzione o deduzione. Questo significa che se il canone mensile è di 1.000 euro, la base imponibile annua sarà di 12.000 euro.
Facciamo un esempio concreto di calcolo della cedolare secca per un contratto a canone libero. Ipotizziamo un proprietario che percepisce un reddito derivante dal canone annuo di 12.000 euro, equivalente a 1.000 euro mensili di affitto.
Con la cedolare secca al 21% il calcolo è il seguente:
Nel regime ordinario Irpef, invece, il calcolo sarebbe diverso:
Nel nostro esempio, con la cedolare secca si ottiene un risparmio di circa 240 euro annui, senza considerare l'esenzione dalle imposte di registro e di bollo che rappresentano un ulteriore vantaggio economico.
Nel caso di un contratto a canone concordato, il vantaggio può essere ancora più significativo. Riprendendo l'esempio precedente ma applicando l'aliquota agevolata del 10%:
In questo caso, il risparmio rispetto al regime ordinario Irpef sarebbe di ben 1.560 euro all'anno, evidenziando quanto possa essere vantaggiosa la cedolare secca per questa tipologia di contratti.
Consideriamo ora un proprietario che possiede 3 appartamenti destinati ad affitti brevi. In questo caso:
Se il canone annuo ricavato da ciascun immobile fosse di 10.000 euro, il calcolo sarebbe:
È importante sottolineare che dal quinto immobile in locazione breve, l'attività è considerata imprenditoriale e richiede l'apertura di partita IVA, non potendo più beneficiare del regime della cedolare secca.
Il pagamento della cedolare secca segue le stesse scadenze dell'Irpef e prevede un sistema di acconto e saldo:
Il versamento deve essere effettuato tramite modello F24, utilizzando i seguenti codici tributo:
Non tutti possono optare per il regime della cedolare secca. I requisiti principali sono:
Sono invece esclusi dal regime della cedolare secca:
L'opzione per la cedolare secca può essere esercitata:
È necessario inoltre inviare una comunicazione all'inquilino con lettera raccomandata, nella quale si dichiara la scelta di optare per la cedolare secca e la rinuncia agli aggiornamenti del canone, inclusi quelli legati alla variazione Istat.
La cedolare secca risulta particolarmente vantaggiosa in questi casi: