In linea di massima, con gli straordinari si guadagna da un minimo del 15% a un massimo del 60%. Da segnalare anche la possibilità di ricorrere ai riposi compensativi come alternativa alla maggiorazione della retribuzione.
Gli straordinari sul lavoro sono un'opportunità sia per il datore e sia per il dipendente. Il primo può infatti fronteggiare situazioni di emergenza ovvero carichi di lavoro aggiuntivi che si presentano nel corso dell'anno.
Per il secondo si tratta invece della possibilità di arrotondare lo stipendio rispetto alla retribuzione di base.
Tuttavia ci sono alcune considerazioni da fare, a iniziare da quelle relative a quanto si guadagna realmente con gli straordinari ovvero qual è la cifra supplementare che si finirà per ricevere. Allo stesso tempo è interessante capire fino a quando conviene fare gli straordinari perché poi ci sono valutazioni di tipo fiscale di cui tenere conto. Non ci resta quindi che vedere più nello specifico:
Quanto si guadagna con gli straordinari
Fino a quando conviene fare gli straordinari
Provando quindi a fare esempi concreti su quanto si guadagna con gli straordinari, nel settore Commercio e Terziario è previsto il 15% in più sulla retribuzione ordinaria, se fai uno straordinario dalla 41esima fino alla 48esima ora settimanale; il 20% in più sulla retribuzione ordinaria, per le ore dalla 49esima in poi; il 30% in più sulla retribuzione ordinaria, per lo straordinario festivo; il 50% in più sulla retribuzione ordinaria, per lo straordinario notturno.
Nel comparto Cooperative sociali scatta invece il 15% in più sulla retribuzione ordinaria in caso di straordinario diurno; il 30% in più sulla retribuzione ordinaria in caso di straordinario durante la notte e diurno festivo; il 50% in più sulla retribuzione ordinaria in caso di straordinario durante le notti di festivi.
In linea di massima, con gli straordinari si guadagna da un minimo del 15% a un massimo del 60%. Da segnalare anche la possibilità di ricorrere ai riposi compensativi come alternativa alla maggiorazione della retribuzione.
La legislazione vigente il limite di orario massimo in una settimana, 40 ore e rimanda ai Ccnl (Metalmeccanici, Dirigenti Settore Privato, Spettacolo, Alimentari, Turismo, Commercio Terziario e Servizi, Enti Pubblici, Chimica, Marittimi, Trasporti, Agricoltura e Allevamento, Tessili, Giornalisti, Credito e Assicurazioni,Scuola, Edilizia e Legno, Meccanici, Istituzioni Private) di fissare un limite giornaliero oppure una durata inferiore alle 40 ore settimanali. Allo stesso tempo è previsto massimo di orario settimanale compresi gli straordinari, pari a 48 ore.
La riforma fiscale non è intervenuta sul diritto del lavoratore di rifiutare iuil lavoro straordinario nonostante la richiesta dell'azienda in cui è stato assunto. Può dire no se il datore di lavoro non si comporta secondo i principi di buona fede e correttezza. Ma non può farlo se è previsto nel contratto collettivo nazionale di lavoro applicato e se l'organizzazione del lavoro all'interno dell'azienda prevede esplicitamente la presenza supplementare del dipendente, come in occasione della partecipazione a eventi straordinari.
Resta quindi da comprendere fino a quando conviene fare gli straordinari. Sul fronte meramente retributivo, le ore supplementari sono pagate con una maggiorazione in base al contratto collettivo nazionale di lavoro che viene applicato.
Gli altri elementi da considerare per valutare la convenienza di questa opportunità riguardano piuttosto il bonus Irpef, il trattamento integrativo e le detrazioni a cui si può accedere solamente al di sotto di determinati limiti di reddito. Che vengono inevitabilmente a cadere nel momento in cui la soglia viene superata.
Ecco allora che nel considerare le ore di lavoro straordinario nell'anno, è il caso di tenere conto della soglia di 28.000 euro. Entro questo limite si ha infatti diritto al trattamento integrativo della retribuzione ovvero al credito fiscale per chi produce redditi di lavoro dipendente e assimilati. Si tratta dello strumento che ha preso il posto del bonus Renzi.