Il calcolo della quota legittima per la successione dell’eredità è stabilito dalle leggi in vigore che assegnano una specifica percentuale di eredità ai familiari del defunto in base al grado di parentela con lo stesso ed entro il limite del quarto grado. Precisiamo che il calcolo della quota legittima che spetta al singolo erede non si può fare prima che sia aperta la successione (ossia, prima della morte di chi lascia l’eredità).
Quando muore un familiare bisogna presentare la dichiarazione di successione per la divisione dell’eredità. Si tratta di un passaggio che nel nostro Paese prevede regole ben precise per il trasferimento dei beni agli eredi, sia se la persona defunta ha lasciato testamento e sia in assenza di testamento. In ogni caso, infatti, la successione dell’eredità è regolata dalle cosiddette quote legittime ereditarie, che stabiliscono in quali percentuali, a seconda del grado di parentela del defunto con l’erede, i beni vengono trasmessi agli eredi. Vediamo come funziona il calcolo della quota legittima di eredità.
Stando a quanto previsto dalle leggi 2022 in vigore, la successione dell'eredità può essere di diverse tipologie, in particolare:
In tutti i casi per la divisione dell’eredità agli eredi, anche, sottolineiamo, in presenza di testamento, devono sempre essere considerate le quote legittime. La successione legittima riconosce i gradi di parentela fino al quarto grado e oltre questo subentra lo Stato e ciò significa che in mancanza di eredi entro il quarto grado di parentela i beni della persona defunta, sia mobili che immobili, diventano di proprietà dello Stato.
Le quote legittime per la successione ereditaria, secondo le leggi in vigore, sono le seguenti tra discendenti, cioè figli, nipoti in linea retta ossia figli dei figli e cosi via, e ascendenti, cioè genitori, nonni, bisnonni, ecc:
Per fare qualche esempio di calcolo della quota legittima di eredità, prendendo il caso di un padre che muore e lascia moglie e due figli, alla moglie spetterebbe la metà dell'eredità, secondo le quote legittime che assegnano al coniuge superstite il 50% dell'eredità lasciata dall'altro coniuge, e l'altra metà, cioè l'altro 50%, sarebbe da dividere tra i figli in parti uguali, vale a dire il 25% ognuno.
Nel caso di moglie e più di due figli, alla morte del marito, sia in presenza che in assenza di testamento, secondo le quote legittime, per successione, alla moglie spetterebbe un terzo dell'eredità e ai figli un terzo da dividere in parti uguali, vale a dire il 33,33% ognuno.
Nel caso in cui, invece, la persona defunta non lascia nè coniuge e nè figli in vita, nè genitori o altri ascendenti, tutta l'eredità dovrebbe essere divisa in parti uguali, sempre secondo il criterio della quota legittima, tra fratelli e sorelle.
Per calcolare l’importo della quota disponibile e delle quote di legittima si deve fare la cosiddetta riunione fittizia, operazione contabile con cui si valuta l’entità del patrimonio del defunto e si calcola il valore complessivo (all’epoca della morte) di tutti i beni lasciati in eredità, si detraggono dal precedente valore i debiti lasciati e poi si calcola il valore (all’epoca della morte) di tutti i beni trasferiti in vita a titolo di donazione.
Dalla somma di questi valori, cioè patrimonio ereditario al netto dei debiti più valore dei beni donati in vita, si forma l’asse su cui calcolare le quote di legittima e, per differenza, la quota disponibile.
Per esempio, se una persona muore dopo aver donato in vita 100 a un estraneo e lascia un solo figlio, lascia un attivo ereditario di 100 e debiti per 100. La legittima che spetta al figlio, unico legittimario, si calcola nel seguente modo:
100 (relictum) – 100 (debiti) = 0;
0 + 100 (donatum) = 100;
100 : 2 (1/2 è la quota dell’unico figlio legittimario) = 50 (quota legittima del figlio).