Canone Rai fuori da bolletta luce nel 2023, ma sarà peggio. Ecco i motivi

Torna al centro dell'attenzione il pagamento del Canone Rai. Si va verso l'eliminazione dalla bolletta della luce, ma le conseguenze non sono necessariamente positive.

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
Canone Rai fuori da bolletta luce nel 20

Canone Rai tolto dalla bolletta della luce, cosa cambia?

Con il Canone Rai fuori dalla bolletta della luce, l'evasione potrebbe aumentare. Dagli attuali 90 euro a una cifra simile a quella del periodo pre bolletta della luce ovvero 110 euro.

Via l'inserimento del Canone Rai nella bolletta della luce. Nessun dubbio legato all'efficacia di questa misura anti-evasione, quanto piuttosto un passaggio necessario per allinearsi alle disposizioni europee. Per non pagare è necessario un solo requisito: non possedere il televisore. Ma bisogna dichiararlo all'Agenzia delle entrate compilando, tutti gli anni, il modulo che ha messo a disposizione sul suo sito web. Cerchiamo di capire cosa sta succedendo tra:

  • Cambia il Canone Rai: tolto dalla bolletta della luce

  • E c'è chi continua a non pagare il Canone Rai

Cambia il Canone Rai: tolto dalla bolletta della luce

Il punto a cui prestare attenzione è anche un altro. Nonostante i riscontri positivi che una decisione di questo tipo sta ottenendo tra i contribuenti italiani, la realtà potrebbe rivelarsi più dolorosa di quanto si potrebbe immaginare. Detto in altri termini, vanno messi in conto aumenti della spesa complessiva.

La ragione? Con il Canone Rai della bolletta della luce, l'evasione è stata praticamente stroncata. Difficile immaginare che lasciando i cittadini liberi di muoversi, si presenteranno tutti puntuali alla cassa. E dinanzi a questo rischio è facile credere che il governo possa apportare correttivi della tariffa verso l'alto. Dagli attuali 90 euro a una cifra simile a quella del periodo pre bolletta delle luce ovvero 110 euro. Potrebbe trovare spazio a un nuovo sistema di multe e sanzioni più severi fino ad arrivare al pignoramento.

Il Canone Rai è di fatto una imposta da pagare obbligatoriamente ed è legata al possesso di un apparecchio televisivo. Ma vale il principio che, a meno di dichiarazione contraria, tutti i contribuenti ne hanno uno in casa.

Ecco allora che l'Agenzia delle entrate ha messo a disposizione il modulo da compilare nei casi di non detenzione di un apparecchio TV, da parte di alcun componente della famiglia anagrafica, in alcuna delle abitazioni in cui è titolare di utenza elettrica; di non detenzione di un ulteriore apparecchio televisivo oltre a quello per il quale è stata presentata una dichiarazione di cessazione dell'abbonamento per suggellamento, da parte di alcun componente della famiglia anagrafica, in alcuna delle abitazioni è titolare di utenza elettrica; in cui il canone non deve essere addebitato in alcuna delle utenze elettriche intestate al dichiarante in quanto il canone è dovuto in relazione all'utenza elettrica intestata ad altro componente della famiglia anagrafica.

La stessa Agenzia delle entrate ha invece fatto chiarezza sulla definizione di apparecchio televisivo, che è quello in grado di ricevere, decodificare e visualizzare il segnale digitale terrestre o satellitare, direttamente o tramite decoder o sintonizzatore esterno" e di sintonizzatore ovvero il dispositivo, interno o esterno, idoneo a operare nelle bande di frequenze destinate al servizio televisivo secondo almeno uno degli standard previsti nel sistema italiano per poter ricevere il relativo segnale TV.

E c'è chi continua a non pagare il Canone Rai

In ogni caso, sono esentati dal pagamento del canone Rai, indipendentemente dall'inserimento o meno nella bolletta della luce, tutti coloro non possiedono televisori o apparecchi adattabili; i militari delle Forze Armate Italiane, ma solo in riferimento agli apparecchi di uso comune destinati a visione collettiva in ospedali militari, Case del soldato e Sale convegno dei militari delle Forze armate; i militari appartenenti alla Forze Nato, di cittadinanza straniera; gli agenti diplomatici e consolari, dei Paesi che in condizione di reciprocità a loro volta esonerino i loro colleghi italiani da eventuali obblighi analoghi; i rivenditori e riparatori TV, che esercitano l'attività di riparazione o commercializzazione di apparecchiature di ricezione radio televisiva.

E ancora: le imbarcazioni da diporto, purché però non siano adibite all'esercizio di attività commerciali, che determina quindi il pagamento del canone speciale; radio, collocate esclusivamente presso abitazioni private; anziani con età pari o superiore a 75 anni, con reddito proprio e del coniuge non superiore complessivamente a 6.713,98 euro annuali, senza conviventi, e detenzione di apparecchi televisivi solo nel luogo di residenza.