La cartella di pagamento, ben nota come cartella esattoriale, è una ingiunzione di pagamento che l’Agenzia Entrate Riscossione o i crediti degli enti locali inviano ad un debitore affinchè regolarizzi la sua posizione per mancati pagamenti precedenti.
I cittadini che ricevono una cartella di pagamento devono saldare un debito: solitamente, infatti, Agenzia delle Entrate Riscossione e i creditori degli enti locali, per pagamenti dovuti a Comuni o Regioni, per esempio, inviano una cartella esattoriale per recuperare i mancati pagamenti di imposte e tributi entro un temo stabilito. E in caso di mancato pagamento, l’Agente per la Riscossione Esattoriale può anche decidere direttamente il pignoramento nei confronti del debitore. Come funzionano le cartelle di pagamento, quando vengono inviate ed entro quanto tempo devono essere pagate?
Se non si paga una imposta, un tributo o una multa si rischia di ricevere una cartella di pagamento. La cartella esattoriale si riceve, infatti, dopo che l’amministrazione accerta il mancato pagamento da parte del contribuente di una imposta o di una multa e viene diffidarlo con un atto di accertamento o ingiunzione di pagamento. Se nonostante questi atti il debitore continua a non pagare, la cartella viene iscritta a ruolo e inviata dall’agente di riscossione al debitore per il recupero forzato della somma dovuta.
Solitamente prima della cartella di pagamento, il debitore riceve prima una notifica di accertamento ma in alcuni casi è possibile che riceva direttamente la cartella esattoriale. Quando si riceve la cartella di pagamento il consiglio è sempre quello di pagare subito quanto dovuto in modo da incorrere in ulteriori sanzioni o pignoramenti.
Chi riceve una cartella di pagamento o cartella esattoriale deve pagare l’importo riportato entro 60 giorni, contando anche i giorni festivi e feriali e se il sessantesimo giorno cade di sabato, il pagamento si può effettuare anche il lunedì immediatamente successivo.
Chi non paga la cartella di pagamento 2019 ricevuta entro il 60esimo giorno stabilito dal giorno successivo, cioè dal 61esimo giorno dopo la notifica teoricamente potrebbe rischiare una misura cautelare, come fermo auto, o un pignoramento, ma si tratta di casi estremi che solitamente quasi mai accadono. Solitamente, infatti, prima di procedere per queste strade, il creditore attende un po’ ma dopo un anno di mancato pagamento si può procedere alla intimazione di pagamento, una nuova diffida che obbliga il debitore a saldare il pagamento dovuto entro e non oltre cinque giorni successivi alla notifica.
E’ bene precisare che il pignoramento non scatta nei confronti di chi è nullatenente e non può in ogni modo saldare il proprio debito, per cui non è prevista alcuna conseguenza per chi non può pagare la cartella di pagamento 2019, fermo restando che alcuni debiti passano poi agli eredi che accettano l’eventuale eredità alla scomparsa del debitore.
Confermando il fatto che si può presentare ricorso per una cartela esattoriale ricevuta, stando a quanto deciso dalla Corte di Cassazione, una cartella di pagamento cade in prescrizione dopo 5 anni dalla sua notifica, ma solo a condizione che nell’arco dei cinque anni il debitore non abbia ricevuto altre notifiche come avvisi di fermo e intimazioni di pagamento. In tal caso, infatti, i termini di prescrizione non decorrono dalla data di ricezione della cartella di pagamento ma dal giorno in cui è stato notificato l’avviso di fermo o l’intimazione di pagamento.
Tuttavia, sono diverse le posizioni che sostengono che i tempi di prescrizione di una cartella di pagamento dipendono dal motivo per cui è stata emessa e sono solitamente di: