Con la nuova Legge di Bilancio 2020 la cedolare secca si prepara ad aumentare passando dal 10% al 12,5% sugli affitti a canone concordato. Si tratta di una decisione che Confedilizia non accoglie con favore invitando il governo alla riflessione.
La cedolare secca per affitti a canone concordato aumenta per effetto delle novità previste dalla nuova Legge di Bilancio 2020 che è stata approvata nella sua prima stesura dal Consiglio dei Ministri ma deve ancora passare da Camera e Senato per conferme ed eventuali modifiche o integrazioni. Come cambia la cedolare secca 2020?
Stando a quanto riportano le ultime notizie, la cedolare secca sugli affitti a canone concordato che scadono entro il 31 dicembre 2019 si prepara a salire passando dall’aliquota del 10% al 12,5%.
Si tratta, tuttavia, di un aumento che per Confedilizia non risulterebbe affatto positivo e vantaggioso e rappresenterebbe un disincentivo alla sua applicazione, cosa che non dovrebbe accadere soprattutto perché, recenti dati alla mano, la cedolare secca ha portato ad una drastica riduzione dell'evasione fiscale nel comparto affitti.
Secondo Confedilizia, la decisione del governo di aumentare l'aliquota della cedolare secca sugli affitti abitativi a canone concordato è ‘un autogol’. L'aliquota al 10% è, infatti, stata pensata per favorire l'accesso all'abitazione da parte delle famiglie che non possono rivolgersi al libero mercato ponendosi come una misura sociale, e se il governo la modifica in peggio non farà altro che ottenere risultati negativi colpendo una misura che produce un gettito sostanzioso e sicuro per le casse dello Stato.
Il regime fiscale della cedolare secca rappresenta un’alternativa al regime di tassazione ordinaria per l’affitto di un immobile ad uso abitativo o commerciale, più conveniente del regime ordinario perché accorpa in un’unica imposta l’Irpef, addizionale comunale e regionale, imposta di registro e imposta di bollo e si calcola sull’importo complessivo dei canoni di locazione.
Una volta scelta la cedolare secca per l’affitto di una casa, per esempio, però, il proprietario non potrà mai chiedere all’inquilino un prezzo di canone mensile di affitto diverso rispetto a quello inizialmente concordato. L’affitto con la cedolare secca, infatti, non varia per adeguamento ai valori Istat.
Le aliquote previste dalla cedolare secca sono due: