Cedolare secca affitti: come funziona, calcolo, aliquota

Il regime della cedolare secca può essere adoperato da persone fisiche che possiedono la titolarità del diritto di proprietà o di quello di godimento, come ad esempio l’usufrutto su unità immobiliari

Autore: Luigi Mannini
pubblicato il
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Che cos’è la cedolare secca affitti?

La cedolare secca è un regime opzionale di tassazione del canone d'affitto; è, quindi, un regime facoltativo che si applica in alternativa al regime ordinario. La cedolare secca, in pratica, sostituisce: l'Irpef e le relative addizionali. l'imposta di registro.

Cedolare secca per gli affitti come funziona

Per usufruire della cedolare secca per gli affitti bisognerà seguire un iter ben preciso. Che bisogna conoscere per evitare di commettere errori che potrebbero inficiare l’intera operazione causando un aggravio in termini di tempo perso e di risorse sprecate. Ecco, quindi, come funziona. Il locatore che vuole avvalersi del nuovo regime deve comunicarlo al conduttore che sarebbe in poche parole l’inquilino con una raccomandata con ricevuta di ritorno. Il mancato invio rende inefficace l’opzione stessa.

Questo tipo di opzione, può essere esercitata al momento della registrazione del contratto compilando il modello RLI, che non è altro che la Richiesta di registrazione e adempimenti successivi servendosi degli appositi servizi telematici dell’Agenzia, richiedendo la registrazione in ufficio oppure incaricando un intermediario abilitato. Questa possibilità riveste diverse funzioni, tutte importanti, a partire dall’annotazione dei contratti di affitto, per finire con le comunicazioni di varia natura. Questo prodotto sostituisce gli altri prodotti web per la registrazione dei contratti di locazione e comunicazione degli adempimenti successivi. La copia del documento può anche non essere presentata, ma in alcuni particolari:

  • quando si tratta di contratto di affitto per uso abitativo;
  • un totale di affittuari e di conduttori che non può superare le 3 unità;
  • una sola abitazione ed un solo gruppo di pertinenze non superiore a tre;
  • quando gli immobili sono rilevati attraverso l’attribuzione del valore di rendita;
  • quando il documento disciplina l’esclusivo rapporto di locazione.
  • quando il documento è firmato tra persone che non agiscono nell’esercizio di un’impresa, arte o professione;

Quello che bisogna tenere in considerazione sono i limiti e i vantaggi che la decisione di avvalersi della cedolare secca sugli affitti comporta rispetto alla tassazione ordinaria. Qui di seguito riportiamo prima i limiti e poi i vantaggi.

Limiti

  • la cedolare secca si applica sull’intero canone annuale e non sul 95%;
  • il canone non può essere aumentato per tutta la durata dell’opzione, nemmeno con l’aggiornamento Istat;
  • non sarà possibile effettuare deduzioni o detrazioni fiscali dal reddito di locazione.

Se questi sono alcuni dei limiti più evidenti per quelli che scelgono di adottare la cedolare secca per gli affitti, non bisogna trascurare però i vantaggi rispetto alla tassazione ordinaria, come ad esempio le aliquote che sono inferiori all’aliquota ordinaria più bassa. Se quest’ultima è infatti del 23 per cento nel caso di cedolare secca le aliquote saranno del ventuno o del diciannove per cento. Inoltre la cedolare secca per gli affitti incorpora altre imposte.

Calcolo e aliquota cedolare secca sugli affitti

Il calcolo della cedolare secca sugli affitti non è un’operazione molto semplice e per questo esistono diversi software in Rete che aiutano da questo punto di vista. Basterà, infatti, inserire i dati richiesti da queste apposite piattaforme, per ottenere la cifra esatta. Un’altra informazione utile, che vale per comprendere quale sia l’aliquota da rispettare, è quella che la normativa prevede, nel momento in cui la decisione si orienti sull’adesione a questo particolare regime di tassazione, sul canone d’affitto sarà applicata un’aliquota del ventuno per cento che scenderà addirittura al diciannove per cento nel momento in cui l’oggetti siano contratti a canone concordato relativi a immobili che si trovano all’interno dei territori dei comuni con carenze di disponibilità ed in quelli ad alta tensione abitativa. Non sempre però si può utilizzare questo regime fiscale.

Quelli che possono optare per il regime della cedolare secca sono le persone fisiche che possiedono la titolarità del diritto di proprietà o del diritto reale di godimento, come potrebbe essere l’usufrutto, su unità immobiliari abitative locate. L’opzione non può essere effettuata nell’esercizio di attività di impresa o di arti e professioni. E le società e gli enti non commerciali non rientrano nel novero dei soggetti giuridici che possono aderire al nuovo regime.

I proprietari degli immobili che decideranno di utilizzare la cedolare secca, dovranno sobbarcarsi anche l’obbligo di inviare, mediante una raccomandata con ricevuta di ritorno, tutte le necessarie comunicazioni sulla propria decisione all’inquilino per il periodo corrispondente alla durata stessa dell’opzione. Dovranno inoltre rinunciare alla facoltà di chiedere l’aggiornamento del canone, inclusa la variazione accertata dall’Istat dell’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, verificatasi nell’anno precedente.