Quando un lavoratore si assenta per malattia e invia il ritardo il certificato medico telematico attestante l’evento, corre il rischio di una sanzione disciplinare per assenza ingiustificata e si potrebbe arrivare anche al licenziamento nei casi di assenze prolungate. Inoltre, perde anche il diritto all’indennità di malattia Inps per i giorni di ritardo persi.
Quando un lavoratore si assenta dal lavoro per malattia o infortunio ha l’obbligo, per legge, di inviare il certificato medico di malattia telematico Inps. Vediamo come funziona il certificato di malattia telematico.
Nei casi di assenza a lavoro per malattia sussiste l’obbligo per tutti i lavoratori dipendenti, sia privati che pubblici, di presentare il certificato medico telematico di malattia al datore di lavoro, con i giorni in cui il lavoratore stesso si assenterà. Per tale giustificazione, il lavoratore deve presentare al datore di lavoro il codice di protocollo identificativo del certificato medico mentre il medico curante deve trasmettere il certificato telematicamente all’Inps.
Il certificato compilato dal medico curante per essere valido e corretto deve riportare:
E’, dunque, il medico curante che deve provvedere ad inviare in via telematica all’Inps il certificato medico e tramite apposito servizio lavoratori, datori di lavoro e consulenti del lavoro delegati possono accedere ai certificati telematici ricevuti e agli attestati di malattia.
Considerando che stando a quanto stabilito dalla legge, la malattia del lavoratore sussiste solo quando al datore di lavoro viene inviato il certificato medico telematico, se il dipendente si fa certificare la malattia in ritardo o dopo diversi giorni già di assenza dal lavoro, i giorni precedenti all’invio del certificato telematico non sono considerati dall’Inps e per il datore di lavoro sono giorni di assenza ingiustificata.
Conseguenze e rischi che si corrono nei casi di ritardo di invio del certificato medico telematico sono diversi, a partire dal fatto che per assenza ingiustificata a lavoro il datore di lavoro può avviare procedimenti disciplinari secondo le seguenti modalità:
Stando a quanto previsto dalla legge, la sanzione disciplinare deve essere proporzionata alla gravità dell’inadempimento commesso dal lavoratore.
Tra le conseguenze più estreme di un invio in particolare ritardo del certificato medico telematico, alcuni Ccnl prevedono il licenziamento per giusta causa del dipendente. Nei casi meno gravi solitamente i provvedimenti che si prendono per punire il lavoratore per assenza ingiustificata sono una multa o una sospensione dal lavoro e dalla retribuzione.
Da un punto di vista economico, i rischi che il lavoratore corre nei casi di ritardo di invio del certificato medico telematico sono quelli di non ricevere l’indennità di malattia prevista, perché non avendo ricevuto l’Inps il certificato che attesti l’inizio dell’evento non può procedere all’erogazione dell’indennità di malattia Inps.
Nel caso di problemi tecnici da parte del medico curante o dalla struttura sanitaria (anch’esse obbligate a trasmettere la certificazione del ricovero) nell’invio del certificato medico telematico, per evitare ritardi, al lavoratore viene consegnato il certificato medico in forma cartacea e poi lo stesso lavoratore deve presentare il certificato medico sia al datore di lavoro sia all’Inps.
Se il lavoratore se non presenta proprio il certificato medico comunque assentandosi dal lavoro rischia anche in tal caso che la sua assenza sia una assenza ingiustificata e in questi casi il datore di lavoro può avviare un procedimento disciplinare o anche decidere per il licenziamento.