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Certificazione scaldabagno a gas nuovo o per sostituzione obbligatoria nel 2025?

Quando obbligatoria la certificazione per un nuovo scaldabagno a gas 2025 o la sostituzione: cosa prevedono le norme in vigore e chiarimenti

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
Certificazione scaldabagno a gas nuovo o

La certificazione scaldabagno a gas rappresenta una garanzia imprescindibile in termini di sicurezza domestica, rispetto normativo e accesso a eventuali incentivi o agevolazioni fiscali. In particolare, installare o sostituire uno scaldabagno a gas nel 2025 richiede il rispetto puntuale delle norme tecniche e legislative vigenti. 

Obbligatorietà della certificazione per installazione e sostituzione scaldabagno a gas: panoramica aggiornata al 2025

La certificazione di conformità dello scaldabagno a gas è un documento tecnico obbligatorio in Italia per chiunque effettui l’installazione o la sostituzione di questi apparecchi. Il suo rilascio, previsto dal D. M. 37/2008 e dalla precedente Legge 46/90, deve avvenire ogni volta che si realizza, trasforma o amplia un impianto a gas all’interno di una proprietà privata o condominiale. Spetta a un tecnico abilitato, iscritto alla Camera di Commercio, il compito di consegnare la dichiarazione completa di relazione tecnica, schema dell’impianto e materiali impiegati.

Il rilascio della certificazione garantisce il rispetto delle seguenti normative:

  • UNI 7129 per impianti a gas naturale;
  • UNI 7131 per impianti GPL;
  • Direttiva Gas 2009/142/CE per la commercializzazione di apparecchi a gas;
  • Decreto Ministeriale 22 gennaio 2008 sulle modalità di installazione e manutenzione degli impianti termici.

Il rispetto di queste regole è stato ulteriormente rafforzato negli ultimi anni per aumentare la tutela della sicurezza e facilitare la tracciabilità delle operazioni di sostituzione o installazione di scaldabagni a gas.

Caratteristiche della certificazione di conformità e informazioni essenziali

La dichiarazione di conformità per lo scaldabagno a gas deve attestare che l’impianto installato rispetta tutte le prescrizioni di legge e le norme di sicurezza vigenti. Nello specifico, la documentazione tecnica include:

  • Dati dell’installatore abilitato e iscrizione alla Camera di Commercio;
  • Caratteristiche del prodotto installato (modello, numero di matricola);
  • Data effettiva di installazione;
  • Attestazione della conformità alle normative tecniche (UNI, CEI, direttive europee);
  • Schema dell’impianto e materiali impiegati;
  • Firma e timbro dell’installatore.

Inoltre, il certificato di conformità deve essere conservato per tutta la durata dell’impianto e va esibito in caso di controlli da parte di autorità o enti competenti, oppure per compravendite immobiliari e richieste di agevolazioni fiscali. In mancanza di questo documento, si rende necessario l’intervento di un tecnico per ottenere una dichiarazione di rispondenza (Di.Ri.), possibile solo a condizione che l’impianto risulti a norma dopo verifica approfondita.

Normativa scaldabagno gas: regole per installazione e sostituzione nel 2025

L’installazione di uno scaldabagno a gas, sia nuovo che in sostituzione di uno preesistente, deve essere effettuata nel solo rispetto delle normative tecniche di riferimento e delle regole di sicurezza. Oltre alle direttive UNI e CEI, le principali disposizioni sono:

  • Il rispetto delle distanze minime da apparecchi sanitari, fonti di calore e prese elettriche;
  • La possibilità di installare scaldabagni di tipo C (camera stagna) anche in locali bagno, purché siano presenti sistemi per una ventilazione e aerazione idonee (ad esempio, prese d’aria con diametro minimo di 160 mm, posizionate a circa 50 mm da terra);
  • L’obbligo per scaldabagni installati all’esterno di essere a circuito stagno e dotati di protezioni antigelo;
  • Il divieto assoluto di installazione in camere da letto, ambienti non ventilati o locali situati sotto il livello del terreno.

La normativa per lo scarico dei fumi distingue tra apparecchi di tipo B (camera aperta, tiraggio naturale con collegamento a canna fumaria) e di tipo C (camera stagna, tiraggio forzato); ogni modello prevede regole specifiche per l’evacuazione sicura dei prodotti della combustione.

Iter per ottenere la certificazione di conformità: responsabilità e sanzioni

Dopo la messa in opera dello scaldabagno, il tecnico termoidraulico abilitato deve eseguire una serie di controlli tecnici:

  • Verifica dell’aderenza alle norme tecniche e agli standard di sicurezza;
  • Test di funzionamento generale, senza perdite di gas o anomalie;
  • Redazione e consegna della dichiarazione di conformità.

Eventuali omissioni comportano rischi significativi. Il mancato rilascio della dichiarazione o l’installazione affidata a personale non abilitato comportano sanzioni amministrative amministrative che possono andare da 516 a 5.164 euro. Inoltre, un impianto privo di certificazione può rendere nulla l’assicurazione sulla casa in caso di incidenti e obbliga in caso di controlli alla regolarizzazione, con ulteriori spese tecniche e amministrative.



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