La certificazione scaldabagno a gas rappresenta una garanzia imprescindibile in termini di sicurezza domestica, rispetto normativo e accesso a eventuali incentivi o agevolazioni fiscali. In particolare, installare o sostituire uno scaldabagno a gas nel 2025 richiede il rispetto puntuale delle norme tecniche e legislative vigenti.
La certificazione di conformità dello scaldabagno a gas è un documento tecnico obbligatorio in Italia per chiunque effettui l’installazione o la sostituzione di questi apparecchi. Il suo rilascio, previsto dal D. M. 37/2008 e dalla precedente Legge 46/90, deve avvenire ogni volta che si realizza, trasforma o amplia un impianto a gas all’interno di una proprietà privata o condominiale. Spetta a un tecnico abilitato, iscritto alla Camera di Commercio, il compito di consegnare la dichiarazione completa di relazione tecnica, schema dell’impianto e materiali impiegati.
Il rilascio della certificazione garantisce il rispetto delle seguenti normative:
Il rispetto di queste regole è stato ulteriormente rafforzato negli ultimi anni per aumentare la tutela della sicurezza e facilitare la tracciabilità delle operazioni di sostituzione o installazione di scaldabagni a gas.
La dichiarazione di conformità per lo scaldabagno a gas deve attestare che l’impianto installato rispetta tutte le prescrizioni di legge e le norme di sicurezza vigenti. Nello specifico, la documentazione tecnica include:
Inoltre, il certificato di conformità deve essere conservato per tutta la durata dell’impianto e va esibito in caso di controlli da parte di autorità o enti competenti, oppure per compravendite immobiliari e richieste di agevolazioni fiscali. In mancanza di questo documento, si rende necessario l’intervento di un tecnico per ottenere una dichiarazione di rispondenza (Di.Ri.), possibile solo a condizione che l’impianto risulti a norma dopo verifica approfondita.
L’installazione di uno scaldabagno a gas, sia nuovo che in sostituzione di uno preesistente, deve essere effettuata nel solo rispetto delle normative tecniche di riferimento e delle regole di sicurezza. Oltre alle direttive UNI e CEI, le principali disposizioni sono:
La normativa per lo scarico dei fumi distingue tra apparecchi di tipo B (camera aperta, tiraggio naturale con collegamento a canna fumaria) e di tipo C (camera stagna, tiraggio forzato); ogni modello prevede regole specifiche per l’evacuazione sicura dei prodotti della combustione.
Dopo la messa in opera dello scaldabagno, il tecnico termoidraulico abilitato deve eseguire una serie di controlli tecnici:
Eventuali omissioni comportano rischi significativi. Il mancato rilascio della dichiarazione o l’installazione affidata a personale non abilitato comportano sanzioni amministrative amministrative che possono andare da 516 a 5.164 euro. Inoltre, un impianto privo di certificazione può rendere nulla l’assicurazione sulla casa in caso di incidenti e obbliga in caso di controlli alla regolarizzazione, con ulteriori spese tecniche e amministrative.