Si chiamano terre rare, ma la verità è che non sono affatto così rare come il loro nome suggerirebbe. Il termine è un'eredità storica dell'Ottocento, quando questi elementi vennero scoperti in minerali che risultavano difficili da separare, più per le tecnologie del tempo che per la loro effettiva scarsità. Le terre rare comprendono 17 elementi chimici, cioè i 15 lantanidi della tavola periodica, a cui si aggiungono scandio e ittrio, elementi che spesso si trovano negli stessi depositi e presentano caratteristiche simili.
Nonostante siano abbondanti nella crosta terrestre questi elementi sono raramente concentrati in minerali che ne consentano un'estrazione economicamente vantaggiosa. Per questo motivo, la loro lavorazione è spesso complessa e costosa, anche a causa della necessità di processi chimici avanzati per separarli gli uni dagli altri, vista la loro somiglianza chimica. Ecco perché, nella pratica industriale, le terre rare rappresentano risorse strategiche: sono diffuse ma difficili da isolare, e la loro produzione è limitata a pochi paesi con le infrastrutture necessarie per lavorarle. Vediamo meglio:
Dove si trovano le terre rare e chi le controlla
A cosa servono le terre rare e perché sono così importanti
La Cina detiene una posizione dominante nella produzione e raffinazione delle terre rare con circa il 60% del mercato globale. Questo dato diventa ancora più rilevante se si considera che il Paese asiatico è quasi l'unico fornitore per alcuni elementi strategici. I giacimenti più sfruttati si trovano nella provincia cinese del Sichuan e nella Mongolia Interna, dove la miniera di Bayan Obo rappresenta una delle fonti più importanti al mondo.
Oltre alla Cina detengono riserve anche Stati Uniti, Australia, India e Russia. Gli Stati Uniti, ad esempio, dispongono della miniera di Mountain Pass in California, riattivata dopo anni di inattività proprio per contrastare il monopolio cinese. In Europa, la notizia della scoperta di un giacimento promettente in Svezia, a Kiruna, ha acceso l'interesse geopolitico e mediatico: si tratta della più grande riserva stimata nel continente che ridurrà la dipendenza europea da fornitori esterni nel giro di qualche decennio.
Ma estrarre non è tutto: il vero controllo economico e strategico risiede nella raffinazione e lavorazione industriale. E anche su questo fronte la Cina è in netto vantaggio, grazie a un know-how maturato in anni di investimenti, standard ambientali più flessibili e forti incentivi governativi.
Ogni smartphone, ogni auto elettrica, ogni turbina eolica utilizza almeno uno di questi elementi per funzionare. Alcuni esempi aiutano a comprendere l'essenza del problema: il neodimio e il disprosio sono essenziali per produrre magneti permanenti ad alte prestazioni, utilizzati nei motori elettrici e nelle pale eoliche di nuova generazione.
In ambito elettronico, le terre rare sono indispensabili nella produzione di schermi, Led, sensori, microfoni, altoparlanti e chip. I lantanidi migliorano le proprietà ottiche e catalitiche di molti materiali. In medicina, l'ittrio-90 è utilizzato in radio-oncologia per trattamenti mirati su tumori al fegato mentre il gadolinio è usato come mezzo di contrasto nella risonanza magnetica.
Non è un caso se le terre rare sono definite il petrolio del XXI secolo. Senza questi elementi, le promesse dell'intelligenza artificiale, della mobilità elettrica, delle energie rinnovabili e persino dell'esplorazione spaziale rischierebbero di diventare carta straccia. La loro versatilità chimica è ciò che consente oggi di immaginare una tecnologia sempre più performante, sostenibile e miniaturizzata.
Ma è pur vero che la loro estrazione comporta impatti ambientali dovuti all'uso di acidi, processi chimici complessi e alla produzione di rifiuti radioattivi, soprattutto nei giacimenti che contengono torio o uranio in tracce. Le comunità locali nei pressi delle miniere hanno più volte denunciato danni a suolo, acqua e salute. Anche per questo, oggi l'Europa e altri paesi stanno investendo nella ricerca di metodi di estrazione più sostenibili e nel riciclo delle terre rare da rifiuti elettronici.