Negli ultimi anni, il bonus casalinghe 2025 ha assunto un ruolo centrale tra le misure di inclusione sociale, promuovendo il reinserimento e la formazione professionale di chi, con costanza e dedizione, si occupa della gestione familiare e domestica senza percepire una remunerazione. Questa soluzione, oggetto di continui aggiornamenti normativi, mira non solo a valorizzare il lavoro domestico ma a fornire strumenti concreti di crescita per le persone fuori dal mercato del lavoro.
Il bonus casalinghe 2025 non consiste in un’erogazione monetaria diretta, ma in un finanziamento pubblico dedicato alla formazione gratuita di donne e uomini impegnati prevalentemente nella gestione della casa e della famiglia. È una delle iniziative previste dall’articolo 22 del decreto legge n. 104 del 2020 (convertito nella Legge n. 126/2020), che ha istituito il Fondo per la formazione delle casalinghe e dei casalinghi, finanziato e rifinanziato anche per il 2025.
La misura nasce dalla volontà di ridurre il gap di competenze digitali e professionali per coloro che svolgono “lavori di cura non retribuiti derivanti da responsabilità familiari”, offrendo l’opportunità di accedere a corsi di formazione digitale o tecnico-professionale, spesso finalizzati all’introduzione nel mondo del lavoro o al potenziamento di competenze utili allo smart working e all’autoimpiego.
I destinatari principali sono persone tra i 18 e i 67 anni, residenti o con permesso regolare di soggiorno, dedicate in via esclusiva e gratuita alle attività domestiche. Il bonus, dunque, favorisce un percorso di upskilling e reskilling, abilitando così nuove opportunità occupazionali e riducendo l’isolamento economico e sociale.
Per usufruire del bonus casalinghe 2025 sono richieste alcune condizioni specifiche:
L’iscrizione all’assicurazione contro gli infortuni domestici è annuale (quota di 24 euro, esonero previsto sotto specifiche soglie di reddito). Non vi sono limitazioni ISEE per accedere ai corsi, né requisiti reddituali stringenti, rendendo la misura accessibile anche a chi non possiede alcun reddito o patrimonio personale significativo.
I corsi di formazione gratuiti finanziati dal bonus casalinghe sono organizzati da enti pubblici e privati accreditati, in gran parte su base regionale o nazionale. La procedura per accedere è la seguente:
I corsi durano normalmente dai 3 ai 12 mesi e affrontano tematiche come competenze digitali, alfabetizzazione informatica, gestione familiare, tecniche amministrative, comunicazione, informatica di base e avanzata, social media marketing, grafica, lingue straniere, operatività CAF/patronato. Molti enti prevedono anche formazione in modalità online, garantendo accessibilità e flessibilità.
Sono previsti attestati finali e, talora, accompagnamento all’inserimento lavorativo. L’iscrizione al Fondo Casalinghe INPS non è condizione obbligatoria per frequentare i corsi, ma consente di avviare una posizione previdenziale ai fini pensionistici.
I corsi finanziati tramite il bonus comprendono una varietà di settori, preferibilmente nell’ambito dell’innovazione digitale e dei servizi. Ad esempio, nel 2025 vengono offerti corsi prevalentemente in modalità telematica, alcuni dei quali includono:
La fruizione dei corsi non pone limiti sul numero di partecipanti per persona e spesso è possibile ricevere un attestato di frequenza valido per accrescere il profilo professionale. L’elenco completo dei corsi disponibili viene pubblicato sui siti degli enti accreditati e richiede la semplice iscrizione online: è fondamentale selezionare corsi coerenti sia con la domanda del mercato sia con le proprie aspirazioni personali e capacità di gestione familiare.
Oltre alla formazione, il Fondo Casalinghe e Casalinghi INPS rappresenta una soluzione previdenziale per chi si dedica esclusivamente alla cura domestica. Istituito con il D.Lgs. 565/1996, il fondo è attivo per tutte le persone tra i 16 e i 65 anni che non svolgono attività lavorativa con obbligo di iscrizione ad altra cassa previdenziale e non sono titolari di pensione diretta.
L’iscrizione avviene online sul portale INPS accedendo con SPID, CIE o CNS, e non comporta costi di iscrizione, sebbene sia richiesto il versamento minimo di 25,82 euro al mese (309,84 euro l’anno) per l’accredito della contribuzione valida ai fini pensionistici. I contributi sono interamente volontari: non esiste obbligo di versamento continuativo e la pensione sarà proporzionata ai contributi versati seguendo il sistema contributivo previsto dalla normativa vigente.
Nel caso si raggiungano almeno 5 anni di contributi, si può accedere alla pensione di vecchiaia già dai 57 anni, purché l’importo maturato superi il valore dell’assegno sociale maggiorato del 20%, oppure si otterrà il diritto ai 65 anni d’età.
L’adesione al Fondo consente anche la tutela contro gli infortuni domestici (tramite INAIL) e prevede la possibilità di ottenere una pensione in caso di inabilità totale permanente, con almeno 5 anni di contribuzione.
Oltre ai corsi di formazione gratuiti, esistono misure integrative che ampliano gli strumenti di sostegno a disposizione delle famiglie e dei soggetti non occupati, come:
È importante ricordare che per usufruire di alcune misure parallele non basta la qualifica di casalinga, ma occorre soddisfare requisiti economici, familiari e di residenza stabiliti dai vari regolamenti.
Nel 2025 sono state introdotte alcune novità rilevanti in materia di formazione digitale e riconversione professionale, con l’approvazione del Piano Transizione 5.0, che arricchisce ulteriormente il contesto degli incentivi alla formazione. Questa nuova misura, rispetto ai precedenti strumenti (Formazione 4.0), pone al centro la sostenibilità energetica insieme alla digitalizzazione, offrendo a imprese (e potenzialmente anche ai corsi rivolti alle casalinghe) la possibilità di ricevere un credito di imposta per l’acquisizione di competenze utili nei nuovi modelli organizzativi.
Sebbene la misura sia attualmente rivolta principalmente ad aziende, rappresenta un trend di sistema che potrebbe in futuro interessare anche misure pubbliche destinate a percorsi formativi individuali. Per chi partecipa a corsi finanziati con fondi pubblici, è consigliabile orientarsi verso formazione digitale, management di processi innovativi e sostenibilità, che incontrano il favore delle attuali direttive nazionali ed europee.