Via libera all'interoperabilità delle banche dati regionali nel settore degli affitti brevi. Questa misura è destinata a migliorare la regolamentazione degli affitti brevi, permettendo uno scambio completo di informazioni tra le varie regioni italiane. L'obiettivo è creare un sistema più trasparente e efficiente, che possa beneficiare sia i proprietari che gli affittuari, garantendo al contempo che le normative locali siano rispettate.
Il decreto stabilisce nuove linee guida per l'integrazione delle banche dati, facilitando così il controllo e la supervisione delle attività di locazione breve, un settore che ha visto una crescita esponenziale negli ultimi anni grazie alla popolarità di piattaforme come Airbnb.
Questo passo è un avanzamento nella regolamentazione del turismo e della gestione del territorio, rispondendo alle esigenze di un mercato in continua evoluzione e alle richieste di maggiore regolamentazione espresse dai cittadini e dagli operatori del settore. Vediamo allora:
Affitti brevi, cos'è il Cin (codice identificativo)
Da quando serve il Cin (codice identificativo)
Un nuovo passo avanti nella regolamentazione delle locazioni brevi e turistiche è stato compiuto con l'accordo tra Regioni e governo per la creazione del Codice identificativo nazionale (Cin). Questo codice mira a migliorare la tracciabilità delle strutture ricettive e a combattere le frodi nel settore.
Il Cin sarà assegnato a tutte le unità immobiliari utilizzate per le locazioni brevi. Alcune regioni, come la Lombardia, hanno già implementato un sistema simile dal 2018. La normativa richiede che i codici già esistenti siano integrati e armonizzati con la nuova banca dati nazionale. Una volta pienamente operativo, ogni unità immobiliare dovrà esporre il proprio Cin sia all'esterno dello stabile sia all'interno degli appartamenti destinati alle locazioni. In caso di mancata esposizione del codice, si rischiano sanzioni amministrative fino a 5.000 euro.
L'attivazione del sistema prevede che, entro 60 giorni dalla notifica ufficiale attraverso la Gazzetta Ufficiale, i gestori delle strutture turistiche presentino una domanda al Ministero del Turismo tramite un portale telematico, che sarà attivato dopo il completamento e l'interoperabilità della banca dati nazionale con quelle regionali. Ogni immobile verrà registrato con un'anagrafe specifica, e la maggior parte delle regioni dovrà collegare i propri codici identificativi regionali a questo nuovo sistema.
Il Ministero del Turismo esaminerà la documentazione presentata, inclusa un'autodichiarazione che attesti il rispetto dei requisiti di sicurezza dell'immobile, come la presenza di rilevatori di gas e monossido di carbonio e estintori conformi alle normative vigenti. Una volta verificata la completezza della documentazione, il Cin verrà rilasciato attraverso una procedura automatizzata, assegnando a ciascuna proprietà un codice univoco.
A partire dal primo settembre 2024 entrerà in vigore un nuovo sistema per la regolamentazione delle locazioni brevi e turistiche. Il decreto, previsto per maggio, introdurrà il Cin, seguito da una fase sperimentale e dalla successiva pubblicazione ufficiale, che culminerà con l'applicazione di sanzioni per chi non adempie alle nuove norme.
Il Cin dovrà essere visibile all'esterno di ogni edificio che ospiti un appartamento o una struttura ricettiva, e dovrà essere inserito in ogni annuncio di locazione, sia esso pubblicato su piattaforme digitali o tramite canali tradizionali. Questo obbligo si estende non solo ai proprietari o gestori delle strutture, ma anche agli intermediari e ai portali online che promuovono tali affitti.
Le norme introducono anche l'obbligo di presentare la Scia per chi opera nel settore delle locazioni turistiche in maniera imprenditoriale, assicurando il rispetto delle normative di sicurezza, urbanistiche e di gestione degli immobili.
Le sanzioni per chi trascura di richiedere il Cin saranno severe, con multe che variano da 800 a 8.000 euro, a seconda delle dimensioni dell'immobile. La mancata esposizione del Cin, una volta ottenuto, può comportare multe da 500 a 5.000 euro. Ulteriori sanzioni sono previste per gli operatori turistici che non adempiono agli standard di sicurezza richiesti, con ammende che possono raggiungere i 6.000 euro per ogni infrazione.
Chi non presenta la Scia quando richiesta potrebbe affrontare sanzioni che vanno da 2.000 a 10.000 euro, a dimostrazione della serietà con cui le autorità intendono trattare la regolamentazione del settore.