Che cos'è il concordato preventivo. Spiegazione e significato 2022

Lo stato di crisi per attivare il concordato preventivo va inteso nella categoria più ampia che ricomprende anche il pericolo di insolvenza.

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
Che cos'è il concordato preventivo. Spie

Concordato preventivo, che cos'è?

Il concordato preventivo è un istituto giuridico ovvero una procedura concorsuale con cui l'imprenditore cerca un accordo con i creditori per non essere dichiarato fallito oppure per tentare di superare il periodo di crisi che sta attraversando.

C'è il concordato preventivo tra gli strumenti a disposizione dell'imprenditore per superare uno stato di crisi. In realtà questo strumento è fondamentale anche per i creditori per riuscire a ottenere quanto dovuto. Questa procedura mira infatti anche alla soddisfazione delle legittime richieste, ma con la differenza che si punta a un accordo tra le parti.

In pratica i creditori possono essere soddisfati anche con strumenti finanziari o titoli di debito dell'impresa oppure con cessioni di beni, azioni, quote, obbligazioni convertibili in azioni. La domanda di concordato preventivo può essere proposta dallo stesso imprenditore in stato di crisi ovvero di insolvenza. Esaminiamo quindi tutti i particolari e più precisamente vediamo in questo articolo:

  • Concordato preventivo, che cos'è
  • Spiegazione procedura concordato preventivo

Concordato preventivo, che cos'è

Il concordato preventivo è un istituto giuridico ovvero una procedura concorsuale con cui l'imprenditore cerca un accordo con i creditori per non essere dichiarato fallito oppure per tentare di superare il periodo di crisi che sta attraversando.

Come vedremo nel dettaglio esaminando la procedura nel successivo paragrafo, l'iter viene avviato con la presentazione del ricorso da parte dell'imprenditore in stato di crisi o di insolvenza con cui propone un piano per la soddisfazione in qualsiasi forma. Aspetto fondamentale del concordato preventivo è la parità di trattamento dei creditori mentre l'individuazione di una figura terza sotto forma di garante per soddisfarli è un atto facoltativo da valutare in base alla contingenza.

L'imprenditore può ricorre al concordato preventivo sia nell'ottica di soddisfare i creditori attraverso la continuità aziendale e sia attraverso la liquidazione del patrimonio. In media la procedura di concordato preventivo dura dai 6 ai 12 mesi. Tuttavia, legge fallimentare alla mano, l'omologazione del concordato preventivo deve intervenire entro 6 mesi dalla presentazione del ricorso e il termine può essere prorogato di 60 giorni una sola volta dal tribunale.

Spiegazione procedura concordato preventivo

La procedura del concordato preventivo si articola in più fasi: apertura con ricorso; negoziale in cui i creditori valutano la proposta; istituzionale in cui il tribunale valuta la correttezza della proposta; l'esecuzione della proposta accettata. I presupposti dell'apertura sono due. Innanzitutto quello soggettivo con l'imprenditore commerciale di natura privata che deve aver maturato determinati requisiti dimensionali.

Quindi c'è quello soggettivo: lo stato di crisi va inteso nella categoria più ampia che ricomprende anche il pericolo di insolvenza ossia quando c'è una oggettiva probabilità che l'imprenditore non riesca nel breve periodo ad adempiere con regolarità alle proprie obbligazioni. Al momento della presentazione del ricorso al Tribunale in cui ha sede principale l'impresa, occorre deposito una serie di documenti.

Si tratta della relazione aggiornata sulla situazione patrimoniale, economica e finanziaria dell'impresa e dello stato analitico ed estimativo delle attività e l'elenco nominativo dei creditori con rispettiva indicazione dei crediti e cause di prelazione. Quindi della lista dei titolari di diritti reali o personali sui beni di proprietà o in possesso del debitore. Poi del valore dei beni e creditori particolari di soci illimitatamente responsabili.

E infine del piano contenente la descrizione analitica delle modalità di adempimento della proposta. Il tribunale può concedere 15 giorni al debitore per apportare eventuali integrazioni o nuovi documenti. Con il decreto di apertura il tribunale nomina il giudice delegato e il commissario giudiziale. Quindi ordina la convocazione dei creditori non oltre 120 giorni dal provvedimento e stabilisce il termine per la comunicazione agli stessi.

L'ammissione può essere revocata dal tribunale se il commissario giudiziale accerti che il debitore ha occultato parte dell'attivo, dolosamente omesso di denunciare uno o più crediti, esposto passività inesistenti o commesso altri atti in frode.