Per danno biologico si intende la perdita dell'integrità psicofisica. Non importa se la compromissione delle attività vitali siano permanenti o temporanee. In caso di lesione dell'integrità fisica o psichica e dunque di lesione di un bene costituzionalmente protetto, scatta sempre il risarcimento. A occuparsene è l'Inail ovvero l'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.
L'introduzione del concetto di danno biologico ha rappresentato una vera svolta per il sistema italiano poiché prima dell'emanazione del relativo decreto legislativo che ha fissato le regole generale ovvero cos'è e cosa comporta, l'ente assicuratore indennizzava la sola perdita della capacità lavorativa.
Il cambiamento di prospettiva è arrivano nel 2000 poiché ha modificato il sistema indennitario Inail ma con una importante precisazione. Le nuove disposizioni hanno trovato applicazione solo per gli infortuni e le malattie professionali verificate e denunce dal 25 luglio 2000.
Gli importi dei nuovi indennizzi sono adeguati alla speranza di vita, inclusa nei nuovi coefficienti di capitalizzazione. Resta ferma la rivalutazione annuale sulla base del tasso Istat. Vediamo allora nel dettaglio
Normative alla mano, per danno biologico si intende la perdita dell'integrità psicofisica. Non importa se la compromissione delle attività vitali siano permanenti o temporanee. In caso di lesione dell'integrità fisica o psichica e dunque di lesione di un bene costituzionalmente protetto, scatta sempre il risarcimento.
A occuparsene è l'Inail ovvero l'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Qualche esempio pratico di danno biologico? La riduzione della capacità lavorativa, la modifica dell'aspetto o la diminuzione delle capacità psicofisiche.
In tutti i casi, affinché si possa parlare di danno biologico è fondamentale che ci sia un collegamento diretto tra la lesione ricevuta e le attività vitali della persona colpita. Se l'ammontare del danno biologico è adesso calcolato sulla base della percentuale di invalidità riportata, in un primo momento teneva conto del reddito del lavoratore e di quello prodotto.
Adesso per le modalità di calcolo dell'indennizzo del danno biologico occorre fare riferimento all'età dell'assicurato e alla Tabella indennizzo Inail del danno biologico in capitale vigente al momento delle richieste di adeguamento.
Il concetto di danno biologico è di fondamentale importanza perché è alla base dell'indennizzo riconosciuto dall'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.
Nel caso in cui il grado di menomazione sia inferiore al 6% è previsto l'indennizzo del danno biologico in franchigia. Se il grado riconosciuto è tra il 6 e il 16% scatta l'indennizzo in capitale in base alla tabella danno biologico e a prescindere dal reddito.
Allo stesso tempo si presume che non ci siano conseguenze in termini di danno patrimoniale. Se le menomazioni sono uguali o superiori al 16% è invece previsto l'indennizzo in rendita in base alla tabella danno biologico, a prescindere dal reddito. Contestualmente si calcola il danno patrimoniale più tabella dei coefficienti.
Più esattamente, per infortuni inferiori al 6%, i lavoratori possono richiedere l'aggravamento entro 10 anni dalla data in cui è avvenuto l'incidente ovvero entro 15 anni dalla data di denuncia della patologia.
Se la quota è superiore al 6%, il dipendente può ottenere l'indennizzo in capitale per danno biologico (fino al 16%) oppure la liquidazione della rendita per danno biologico e danno patrimoniale (se maggiore del 16%).
Come spiegato dall'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro in occasione dell'ultimo aggiornamento delle tabelle per il calcolo del risarcimento per danno biologico, le richieste di aggravamento presentate dall'assicurato dal primo gennaio 2019 che comportano un aumento del grado di menomazione precedentemente indennizzato in capitale ovvero un primo indennizzo del danno biologico in capitale, si liquidano sul valore capitale previsto dalla nuova tabella. Se per effetto del ricalcolo l'importo dovesse risultare superiore a quello a suo tempo erogato, si dovrà procedere con una detrazione.