Che cos'è il danno parentale. Significato e spiegazione aggiornata al 2022

Danno parentale tra le tipologie di danni causate dalla morte di un congiunto: cosa significa e quando è previsto risarcimento del danno. Spiegazioni e chiarimenti

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Che cos'è il danno parentale. Significat

Che cos’è il danno parentale?

Il danno parentale è un danno non patrimoniale derivante dalla grave e irreparabile rottura del legame familiare a causa del decesso di un congiunto. Si verifica un danno parentale per esempio tra genitori e figli, tra fratelli e tra nonni e nipoti particolarmente vicini.
 

Danno patrimoniale, esistenziale, biologico, tanatologico, morale soggettivo, parentale: sono tutte tipologie di danni riconosciuti dalla legge quando viene a mancare un congiunto. Sono diverse le norme che disciplinano anche la morte delle persone, dalla successione dell'eredità alle pratiche testamentarie, a danni che ne derivano. Vediamo di seguito di dare una spiegazione aggiornata al significato di danno parentale.

  • Cos'è il danno parentale
  • Danno parentale e risarcimento leggi in vigore 

Cos'è il danno parentale

Il danno parentale, per definizione, è quello che si verifica a seguito della morte di un familiare e non di valore economico ma personale, che va al di là del dolore che la morte di una persona cara provoca nei parenti, soprattutto se preceduta da malattia o agonia.

Il danno parentale è, dunque, un danno non patrimoniale derivante dalla grave e irreparabile rottura del legame familiare a causa del decesso di un congiunto. Si verifica un danno parentale per esempio tra genitori e figli, tra fratelli e tra nonni e nipoti particolarmente vicini.

Danno parentale e risarcimento leggi in vigore

Stando a quanto previsto dalle leggi in vigore, per chi subisce un danno patrimoniale è previsto un risarcimento del danno per lesione del rapporto parentale. Ciò significa che i congiunti molto vicini al familiare deceduto hanno diritto al risarcimento dei danni patiti personalmente dalla vittima prima di spirare e trasmessi a loro per eredità. 

Il risarcimento del danno parentale vale anche per affetti che derivano non dal rapporto di parentela. Considerando i cambiamenti che il concetto di famiglia naturale ha subito negli ultimi anni, le regole attuali riconoscono la possibilità di ottenere risarcimento da danno parentale anche a coloro particolarmente legati alla persona deceduta ma non familiari in senso stretto.

Il legame di parentela non rappresenta, quindi, per legge, un requisito imprescindibile, così come la convivenza in sé, per il risarcimento del danno parentale.

Secondo la Corte di Cassazione, infatti, il rapporto non di stretta parentela, per essere ritenuto giuridicamente qualificato e rilevante, non può essere legato alla sola convivenza, perché sono da considerarsi congiunti con rapporti costanti di reciproco affetto e di solidarietà anche i familiari, e non, che non convivono con la persona deceduta.

Si ha diritto al risarcimento da danno parentale se si prova l’effettiva esistenza della relazione affettiva e la convivenza rappresenta un criterio utile per dimostrare la relazione ma non una condizione essenziale.