Come lascia intendere lo stesso nome, il lavoro supplementare si caratterizza per lo svolgimento di ore lavorative ulteriori rispetto a quelle previste da contratto di lavoro sottoscritto tra dipendente e datore. Ma naturalmente sono anche tanti altri gli aspetti da conoscere e che vogliamo approfondire in questo articolo:
Lavoro supplementare, che cosa è
Come viene pagato il lavoro supplementare
Il lavoro supplementare è quello reso oltre l'orario concordato tra datore e dipendente ed entro il limite di orario a tempo pieno. Nelle ipotesi di lavoro part time di tipo orizzontale, anche a tempo determinato, il datore di lavoro può richiedere lo svolgimento di prestazioni supplementari rispetto a quelle concordate con il lavoratore.
Spetta ai contratti collettivi nazionali, territoriali e aziendali decidere il numero massimo delle ore di lavoro supplementare effettuabili e le relative causali in relazione alle quali si consente di richiedere a un lavoratore a tempo parziale lo svolgimento di lavoro supplementare, nonché le conseguenze del superamento delle ore di lavoro supplementare consentite dai contratti collettivi stessi. In caso di superamento dei limiti consentiti, le conseguenze non devono necessariamente essere di natura economica, ma devono ad esempio consistere in riposi compensativi.
Tuttavia, come emerso da alcune importanti sentenze il ricorso continuo al lavoro supplementare, fino al raggiungimento dell’orario normale, determina la trasformazione del rapporto a tempo pieno. Naturalmente se il lavoratore stesso è d'accordo.
In particolare, secondo la Corte di Cassazione, l'osservanza in via continuativa di un orario lavorativo pari a quello previsto per il tempo pieno è idonea a comportare, nonostante la difforme iniziale volontà delle parti, l'automatica trasformazione del rapporto part time in altro a tempo pieno, non occorrendo il rispetto di alcun requisito formale.
Se sussistono differenze retributive, in aggiunta alla conversione del rapporto, il lavoratore ha diritto anche al risarcimento del danno consistente nella differenza fra la retribuzione percepita e quella che avrebbe ricevuto lavorando a tempo pieno, oltre interessi legali e rivalutazione monetaria dal dovuto al saldo.
Rispetto alla formulazione originaria, è venuto meno il divieto di lavoro supplementare nel part time a tempo determinato.
In pratica, oggi è applicabile anche per questo tipo di contratto. Secondo il Ministero del Lavoro, il lavoro supplementare è ipotizzabile anche nel part time verticale o misto, tutte le volte che la prestazione concordata sia inferiore all'orario normale settimanale. Le norme vigenti non prevedono più maggiorazioni minime per il lavoro supplementare.
I contratti collettivi possono prevedere una percentuale di maggiorazione sull'importo della retribuzione globale di fatto, dovuta in relazione al lavoro supplementare.
I contratti collettivi possono anche stabilire che l'incidenza della retribuzione delle ore supplementari sugli istituti retributivi indiretti e differiti sia determinata convenzionalmente mediante l'applicazione di una maggiorazione forfettaria sulla retribuzione dovuta per la singola ora di lavoro supplementare. Qualche esempio:
Alimentari: la misura massima è pari all'80% della durata dell'orario stabilito per ciascun lavoratore; la maggioranza retributiva è del 15% retribuzione mensile di fatto, per le prestazioni rientranti nell'ambito del 50% dell'orario stabilito per ciascun lavoratore ovvero del 30%, per le prestazioni eccedenti il 50% dell'orario stabilito per ciascun lavoratore
Metalmeccanici: la misura massima fino al raggiungimento delle 40 ore settimanali e comunque nel limite del 50% della normale prestazione nel mese; la maggioranza retributiva è del 10%
Terziario: la misura massima fino al raggiungimento dell'orario di lavoro del personale a tempo pieno; la maggioranza retributiva è del 35% della retribuzione di fatto, comprensiva dell'incidenza degli istituti retributivi contrattuali e legali, indiretti e differiti