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Che cos' il payback sanitario e il reale rischio di ritardo o blocchi di viste e operazioni mediche che si aggiunge a lista di at

Il payback sanitario un meccanismo introdotto per controllare la spesa pubblica nel settore dei dispositivi medici. Cosa sapere.

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
Che cos' il payback sanitario e il real

Il payback sanitario, introdotto come strumento per contenere i costi della spesa pubblica nel settore dei dispositivi medici, è una delle misure più controverse adottate in Italia negli ultimi anni. Questo meccanismo obbliga le aziende fornitrici a restituire una parte dei ricavi ottenuti dalle vendite al Servizio Sanitario Nazionale, nel caso in cui le Regioni superino i tetti di spesa fissati. Sebbene l’obiettivo dichiarato sia quello di promuovere una gestione finanziaria più sostenibile, i suoi effetti reali stanno sollevando forti preoccupazioni. Vediamo meglio:

  • Payback sanitario, in cosa consiste

  • Quali rischi bisogna prevedere

Payback sanitario, in cosa consiste

La norma prevede che le imprese fornitrici restituiscano somme proporzionali al loro fatturato derivante da forniture alle strutture sanitarie pubbliche. Questa restituzione si traduce in un impatto economico, soprattutto per le piccole e medie imprese del settore, che spesso non dispongono di riserve finanziarie sufficienti per far fronte a richieste di rimborso di grande entità. Secondo Confindustria Dispositivi Medici, il payback potrebbe portare molte aziende al collasso, compromettendo la disponibilità di forniture essenziali come guanti, siringhe e strumenti diagnostici.

Gli effetti di questa situazione non si limitano al tessuto economico, ma si estendono alla qualità del servizio sanitario. Gli ospedali e le strutture sanitarie potrebbero affrontare ritardi nella fornitura di dispositivi medici o addirittura carenze, con conseguenze gravi per i pazienti. In particolare, le operazioni chirurgiche e le visite specialistiche potrebbero essere posticipate, aggravando il problema delle liste d’attesa, che già rappresentano una delle criticità del sistema sanitario italiano.

Ad aggravare la situazione, il payback sanitario non tiene conto delle differenze territoriali nella gestione delle risorse sanitarie. Regioni con tetti di spesa più bassi o con un maggiore consumo di dispositivi medici, come quelle del Sud Italia, potrebbero trovarsi in una posizione di maggiore svantaggio rispetto a quelle del Nord, accentuando il divario già esistente tra le diverse aree del Paese. Questo scenario mina uno dei principi fondamentali del Servizio Sanitario Nazionale, ovvero l’equità di accesso alle cure.

Quali rischi bisogna prevedere

Per contrastare l’aumento delle liste d’attesa, il governo ha varato una serie di provvedimenti mirati. Tra questi, la legge 107/2024 ha destinato parte delle risorse residue del fondo Covid per ridurre i tempi di attesa per interventi chirurgici e visite mediche. L’efficacia di queste misure rischia di essere compromessa dalla riduzione della disponibilità di dispositivi medici dovuta al payback. Gli operatori sanitari segnalano già difficoltà nell’organizzazione delle attività quotidiane a causa della scarsità di materiali essenziali.

Un altro aspetto critico riguarda il rischio di un peggioramento delle condizioni di lavoro degli operatori sanitari. La mancanza di dispositivi adeguati potrebbe tradursi in un aumento dello stress e della pressione lavorativa per medici e infermieri, già provati dalla pandemia. Il tutto potrebbe avere ripercussioni sulla qualità delle cure offerte e aumentare il rischio di errori.

Le associazioni di categoria, insieme a diversi attori del settore sanitario, hanno chiesto al governo di rivedere il sistema del payback. Tra le proposte +ci sono l’introduzione di meccanismi di compensazione per le aziende più colpite, una revisione dei tetti di spesa per renderli più realistici e l’istituzione di un fondo nazionale per supportare le Regioni con maggiori difficoltà finanziarie.

Sebbene l’intento del payback sia lodevole, ovvero contenere la spesa sanitaria e garantire la sostenibilità del sistema, è evidente che la sua applicazione senza modifiche rischia di creare una crisi strutturale. Il Servizio Sanitario Nazionale si trova così a un bivio: da un lato, la necessità di controllare i costi; dall’altro, l’urgenza di garantire l’accesso alle cure e la continuità dei servizi.