Per volontariato d'impresa si intende quei progetti con cui le aziende supportano le organizzazioni non-profit o le comunità locali. Lo fanno in maniera pratica ovvero con donazioni in denaro, di beni, di tempo o di competenze dei propri lavoratori.
C'è una tendenza molto chiara nel mondo delle aziende italiane ed è quello del volontariato d'impresa. Sebbene non abbia ancora raggiunto una diffusione tale da lasciare parlare di vero e proprio boom, la diffusione è sempre più pronunciata.
Almeno a prima vista, volontariato e impresa sono due parole che non possono essere accostati. Da una parte abbiamo infatti l'atto di dedicarsi a una causa, a un progetto, a qualcosa o a qualcuno senza alcun tornaconto.
Dall'altra c'è l'impresa che, per definizione, insegue il profitto. Cerchiamo quindi di saperne di più per capire in che modo questi due comparti possano unirsi:
Per volontariato d'impresa si intende quei progetti con cui le aziende supportano le organizzazioni non-profit o le comunità locali. Lo fanno in maniera pratica ovvero con donazioni in denaro, di beni, di tempo o di competenze dei propri lavoratori.
Incoraggiando i dipendenti a partecipare alle attività della comunità attraverso programmi di volontariato sponsorizzati dall'azienda, una impresa contribuisce a costruire comunità migliori. Il volontariato aziendale consente alle persone di contribuire con competenze e conoscenze a un'organizzazione senza scopo di lucro e di partecipare attivamente alla comunità.
L'attività di volontariato può così essere indirizzata verso progetti di infanzia, giovani, persone con disabilità o in condizione di fragilità materiale. Oppure per la fornitura di risorse economiche, prodotti o spazi e strutture.
Della questione del volontariato d'impresa si è di recente occupata la giornalista Eleonora Maglia che svolge attività di ricerca e pubblicazione per il Centro di documentazione Luigi Einaudi di Torino. Lo ha fatto con un post pubblicato sulla rubrica Econopoly del Sole 24 Ore. Qui si leggono alcune considerazioni e diversi dati interessanti. Ad esempio che i progetti sono gestiti in via prioritaria
Per quanto riguarda le formule utilizzate, le 3 più diffuse sono nell'ordine il volontariato in team, il volontariato di competenza occasionale e il volontariato per svolgere attività di fundraising.
Come fa notare la giornalista, i vantaggi per le imprese sono maggiore motivazione e fidelizzazione del personale, minore conflittualità nelle relazioni industriali, accresciuto consenso e visibilità presso la comunità locale, differenziazione dai concorrenti, migliore reputazione.
Il volontariato aziendale può essere un modo a basso costo, a breve termine, a basso rischio e ad alto impatto per rendere le conoscenze, le abilità e le esperienze del settore imprenditoriale accessibili al settore non-profit, costruendo al contempo comprensione, abilità dei dipendenti e comunità buona volontà.
Il volontariato aziendale offre ai potenziali partner l'opportunità di sperimentare una relazione conoscendosi prima di intraprendere qualcosa di più complesso. Un programma di volontariato aziendale può iniziare in molti modi. Ad esempio un dipendente si offre volontario presso un'organizzazione senza scopo di lucro e successivamente chiede supporto al proprio datore di lavoro.
Oppure il datore di lavoro che mette a disposizione dei dipendenti informazioni sulle opportunità di volontariato per un'organizzazione non-profit. Ma anche se l'azienda istituisce un programma di volontariato dei dipendenti che promuove al settore non-profit oppure un'azienda che decide di supportare una particolare organizzazione e invita i dipendenti a contribuire anche con il proprio tempo e le proprie competenze.
La maggior parte dei benefici si ottiene se il programma è pianificato e offre un riconoscimento formale. Molti dipendenti si trovano già sballottati tra il lavoro e la vita familiare e di conseguenza sono disposti ad aderire a un programma di volontariato aziendale solo è strutturato e ben organizzato.