Le classi energetiche degli edifici stabiliscono il grado di efficienza energetica dell’immobile. Raffigurano una serie di valori che raggruppati tra loro indicano il grado di funzionalità da raggiungere, per mantenere a temperatura un’abitazione, cioè si riferiscono ai valori di riscaldamento.
Cos'è la classe energetica di un immobile? Si sente ultimamente spesso parlare di efficienza energetica degli immobili e dei diversi edifici, che deve essere aumentata, per ottenerne benefici non solo in termini di miglioramento della qualità dell'aria ma anche di costi.
L'efficienza si valuta anche dalla classe energetica. Vediamo di cosa si tratta nel dettaglio.
La classe energetica di un immobile è il valore che indica la sua qualità energetica e permette di conoscere il fabbisogno di energia necessario per il riscaldamento, la produzione di acqua calda, l’illuminazione e, di conseguenza, i relativi consumi e costi.
La definizione della classe energetica dipende dall’indice di prestazione energetica globale non rinnovabile, un valore che indica l’energia totale consumata dall’edificio climatizzato per metro quadro di superficie ogni anno.
Le classi energetiche in vigore sono dieci e vanno dalla A4 per gli edifici più efficienti alla G per gli immobili meno efficienti.
Ogni classe è definita da un intervallo di consumo misurato in EPgl.
In particolare, sono:
Per fare un esempio di calcolo della classe energetica, prendiamo il caso di un immobile in una città del nord Italia, che ha una superficie di 120 mq, un impianto a riscaldamento autonomo e che tra ottobre e marzo ha registrato un consumo di 1300 metri cubi di metano, mentre in estate il consumo è di 300 metri cubi.
Il calcolo per avere la stima dei metri cubi consumati per il riscaldamento è il seguente:
1300 - (2 x 300) = 700 metri cubi.
Il totale deve essere diviso per la superficie e in questo caso la classe energetica dell’immobile è B.