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Che cos' una istanza in autotutela all'Agenzia Entrate? Spiegazione e significato

Da dove nasce l'esigenza dell'Agenzia delle entrate di mettere in piedi il sistema dell'istanza in autotutela? Dagli errori commessi sull'erogazione di fondi perduti.

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
Che cos' una istanza in autotutela all'

Istanza in autotutela all'Agenzia Entrate, che cos'?

L'istanza in autotutela consente di correggere gli errori che l'Agenzia delle entrate ha commesso nello svolgimento della sua attività in qualità di ente accertatore delle imposte.

L'istanza in autotutela da presentare all'Agenzia delle entrate è uno degli strumenti più utili per il contribuente in quanto può chiedere di rimediare agli errori senza procedere per via giudiziaria.

L'obiettivo è la modifica o la cancellazione di un atto ed è evidente che il principale beneficio che se ne ricava è la riduzione dei tempi. Approfondiamo allora questi aspetti e più specificatamente:

  • Istanza in autotutela all'Agenzia entrate, che cos'è
  • Spiegazione e significato dell'istanza in autotutela

Istanza in autotutela all'Agenzia entrate, che cos'è

L'istanza in autotutela consente di correggere gli errori che l'Agenzia delle entrate ha commesso nello svolgimento della sua attività in qualità di ente accertatore delle imposte. Come vedremo in questo articolo, questo strumento è finito al centro dell'attenzione in seguito all'approvazione della possibilità per il contribuente di presentare una istanza in autotutela nei casi in cui non abbia ottenuto l'accredito del contributo a fondo perduto richiesto.

Dal punto di vista formale, il modello di istanza in autotutela va trasmesso via Posta elettronica certificata alla direzione provinciale territorialmente competente in relazione al domicilio fiscale del soggetto richiedente, firmata digitalmente dallo stesso contribuente oppure dall'intermediario incaricato di questa operazione.

Il richiedente deve indicare in maniera chiare quali sono i motivi che hanno condotto all'errore ovvero l'impossibilità di trasmettere nei termini l'istanza sostitutiva per cui il sistema ha consegnato una seconda ricevuta di scarto. Spetta quindi alle direzioni provinciali dell'Agenzia delle entrate esaminare le istanze di autotutela, valutare le motivazioni presentate dagli utenti, controllare i dati contabili e incrociarli con quelli dell'Anagrafe Tributaria.

Nel caso di irregolarità, l'ufficio può effettuare ulteriori attività istruttorie per accertare il tentativo di truffa con le conseguenti sanzioni amministrative e penali a carico del soggetto richiedente o all'intermediario che ha presentato l'istanza per suo conto. Se invece risulta tutto in regola, viene dato il mandato di pagamento della quota parte del contributo a fondo perduto ancora spettante.

Spiegazione e significato dell'istanza in autotutela

Alcune delle ragioni più ricorrenti per cui viene utilizzato lo strumento dell'istanza in autotutela sono l'assenza di documentazione sanata dal contribuente, la doppia imposizione, l'errore di persona, l'errore logico o di calcolo, l'errore materiale del contribuente, l'errore sul presupposto dell'imposta, la presenza di agevolazioni non considerate dall'Agenzia delle entrate.

Da dove nasce l'esigenza dell'Agenzia delle entrate di mettere in piedi il sistema dell'istanza in autotutela? A spiegarlo è la stessa Agenzia che nella risoluzione 65 del 2020 ("Contributo a Fondo Perduto di cui all'articolo 25 del decreto legge 19 maggio 2020, n. 34 - istanze di autotutela") ricorda di aver ricevuto segnalazioni dagli operatori e dalle associazioni di categoria riguardanti istanze per le quali è stato regolarmente eseguito il mandato di pagamento ma che - per via di errori commessi dagli utenti e individuati solo dopo l'accreditamento della somma - hanno portato questi ultimi a ricevere un ammontare di contributo inferiore a quello spettante.

Di più: altre segnalazioni - rileva ancora l'Agenzia delle entrate nella medesima circolare - sono arrivate in relazione a istanze trasmesse a ridosso della scadenza dei 60 giorni, per le quali il sistema dell'Agenzia delle entrate ha inviato una seconda ricevuta di scarto oltre i 5 giorni lavorativi successivi alla scadenza e l'utente non è stato in grado di trasmettere l'istanza sostitutiva con la correzione dell'errore in quanto il sistema l'ha respinta per decorrenza termini. Insomma, una situazione ingarbugliata e di non immediata risoluzione.

Da qui la facoltà concessa all'utente di presentare istanza volta alla revisione, in autotutela, dell'esito di rigetto o dell'entità del contributo erogato sulla base di quella già inviata all'Agenzia delle entrate nel periodo di vigenza del processo.