Il fondo pensione negoziale agevola l'uscita dal mondo del lavoro e il passaggio verso il pensionamento senza affanni economici ovvero con una maggiore rendita previdenziale. Strettamente legato a questo aspetto c'è il secondo compito di affrontare possibili difficoltà sia di carattere personale e sia lavorativo. Infine, un fondo pensione negoziale consente di dirottare una parte dei risparmi per integrare la pensione di base.
Ci sono i fondi pensioni negoziali tra le possibilità di investimento per il futuro a disposizione dei lavoratori. Perché è proprio di questo che si tratta.
Siamo davanti a una forma di previdenza complementare destinata alla categoria dei dipendenti interessati nell'ambito del proprio contratto collettivo nazionale di lavoro. Vediamo meglio tutti i dettagli e dunque:
Perché aderire ai fondi pensioni negoziali? La risposta a questa domanda ci aiuta a capire cosa sono e la loro utilità. Un fondo pensione negoziale assolve a tre compiti principali. In prima battuta agevola l'uscita dal mondo del lavoro e il passaggio verso il pensionamento senza affanni economici ovvero con una maggiore rendita previdenziale.
Strettamente legato a questo aspetto c'è il secondo compito di affrontare possibili difficoltà sia di carattere personale e sia lavorativo, come ad esempio la stessa perdita del posto di lavoro. Infine, un fondo pensione negoziale consente di dirottare una parte dei risparmi per integrare la pensione di base e riceverne una complementare.
A corollario di queste caratteristiche, ricordiamo che questo è investimento reversibile ovvero può essere destinato anche in favore del coniuge o di altri beneficiari, come un figlio o un parente.
Dal punto di vista fiscale, i fondi pensioni negoziali godono di una serie di facilitazioni. Le anticipazioni o i riscatti della posizione individuale per spese impreviste personali o familiari sono tassati con un'aliquota tra il 15% al 9% in base al numero di anni di partecipazione.
Per altre richieste, come l'anticipazione per ristrutturare o acquistare la prima casa o il riscatto a seguito di dimissioni e licenziamento, l'aliquota è al 23%. La pensione complementare e il capitale sono quindi tassati tra il 15% e il 9%, calcolata sulla base degli anni di partecipazione al fondo.
Da segnalare che la tassazione riguarda solamente la parte relativa ai contributi dedotti e alle quote di Trattamento di fine rapporto che sono state versate. La terza particolarità fiscale da segnalare riguarda i rendimenti della gestione finanziaria poiché sono tassati con un'aliquota non superiore al 20% ovvero inferiore rispetto al 26% standard della maggior parte delle forme di risparmio finanziario.
Infine, i contributi versati al fondo pensione negoziale possono essere dedotti dal reddito Irpef fino a un massimo di 5.164,57 euro all'anno. Questa identica soglia riguarda anche la deduzione dei versamenti effettuati a favore di familiari fiscalmente a carico.
In termini operativi, ogni iscritto a un fondo pensione negoziale destinata una quota a una banca o un'impresa di investimento. Queste somme sono investite nei mercati finanziari da operatori specializzati per ottenere rendimenti che nel tempo accrescono il capitale e permettono di ottenere prestazioni pensionistiche integrative rispetto a quella obbligatoria.
Abbiamo accennato alle anticipazioni che è possibile richiedere da parte degli aderenti a un fondo pensione negoziale. Le principali sono:
Motivi personali e familiari (aliquota del 23%), fino al 30% del capitale accumulato e dopo 8 anni di partecipazione alla previdenza complementare
Acquisto e ristrutturazione documentati della prima casa di abitazione (aliquota del 23%), fino al 75% del capitale accumulato e dopo 8 anni di previdenza complementare
Spese sanitarie straordinarie documentate connesse a interventi e terapie conseguenti a gravissime condizioni (aliquota tra il 15% e il 9%), fino al 75% del capitale accumulato
Il riscatto del capitale del fondo pensione negoziale è invece ammesso per inoccupazione tra 12 e 48 mesi in caso di ricorso da parte del datore di lavoro a mobilità, cassa integrazione guadagni, ordinaria o straordinaria. Ma anche di invalidità permanente che comporta la riduzione della capacità di lavoro a meno di un terzo o inoccupazione superiore ai 48 mesi, dimissioni o licenziamento, decesso dell'aderente.
Da segnalare che l'alternativa al riscatto è il pagamento di una Rendita integrativa temporanea anticipata. Ma solo se mancano fino a 5 anni alla pensione di vecchiaia.