Secondo le leggi in vigore, la gestione di una eredità dopo la morte di moglie, marito o altra persona spetta al parente più prossimo. Se muore la moglie, generalmente, la gestione della sua eredità spetta al marito, e viceversa. Considerando che, per legge, la successione di una eredità non avviene tra i parenti oltre il sesto grado, se una persona muore e non ha alcun parente in vita, allora la sua eredità passa allo Stato di diritto.
Chi deve gestire l'eredità dopo la morte di moglie, marito o altra persona secondo leggi 2022? La gestione di una eredità alla morte di un parente è un impegno che spetta agli eredi legittimi della persona defunta, a partire da coniugi e figli. Sono tuttavia diversi i casi che possono verificarsi per una gestione ottimale dell’eredità di una persona defunta, che siano marito, moglie, o altri parenti. Vediamo allora come fare a gestire una eredità e chi deve farlo.
Secondo le leggi in vigore, la gestione di una eredità dopo la morte di moglie, marito o altra persona spetta al parente più prossimo. Se muore la moglie, generalmente, la gestione della sua eredità spetta al marito, e viceversa.
Se alla morte della moglie o del marito, però, il marito, o la moglie, è molto anziano tanto da non avere la capacità di gestire l’eredità della moglie, allora la sua gestione può passare ai figli o, in assenza dei figli, ai fratelli o alle sorelle della persona defunta. Se sono entrambe i genitori a decedere, la gestione dell’eredità spetta in genere ai figli, se sono troppo piccoli, allora la gestione dell’eredità passa, tramite provvedimento di un giudice, ad altro parente prossimo previsto dalla legge o ad un tutore, anche in tal caso nominato dal giudice di competenza.
Ci sono poi i casi di nonni che muoiono ed eredità da gestire, in questi casi sono solitamente i figli dei defunti a occuparsi della gestione dell’eredità o i nipoti. In ogni caso, è bene sapere che nel momento in cui qualsiasi persona decede, il primo passo per la gestione dell’eredità è quello di fare la successione dell’eredità e per farlo bisogna rivolgersi al notaio o al cancelliere del Tribunale competente per la zona in cui viene aperta la successione e quindi adempiere a tutte le pratiche burocratiche previste.
Considerando che, per legge, la successione di una eredità non avviene tra i parenti oltre il sesto grado, se una persona muore e non ha alcun parente in vita, allora la sua eredità passa allo Stato che la amministrerà. Se chi muore non ha eredi, dunque, l’eredità viene devoluta allo Stato di diritto, senza alcuna necessità di accettazione né possibilità di rinunciarvi.
Per il resto, è bene sapere che secondo le leggi attuali, sono le quote legittime a regolare la successione di una eredità.
Le quote legittime per la successione di una eredità sono le seguenti:
Secondo quanto previsto dalle leggi in vigore, se dopo la morte di moglie, marito o altra persona gli eredi sono in disaccordo sulla gestione dell’eredità, ogni erede può rivolgersi al tribunale del luogo dove è stata aperta la successione per ottenere la divisione giudiziale dell'eredità.
In alternativa al provvedimento giudiziale, si può presentare richiesta al giudice di competenza perché nomini un consulente per la stima del valore dei beni e un prospetto di divisione dell’eredità. Il consulente nominato deve occuparsi di stimare il valore dei beni, individuare il valore delle quote ereditarie e presentare una proposta di divisione ereditaria.
Se la proposta presentata da consulente viene accettata da tutti gli eredi, allora il giudice procede alla divisione ereditaria.