Le scarpe antinfortunistiche rappresentano un elemento essenziale nella sicurezza sul lavoro, ma spesso sorgono dubbi riguardo alla responsabilità della loro fornitura e ai tempi di sostituzione.
Secondo la normativa sulla sicurezza sul lavoro, spetta esclusivamente al datore di lavoro fornire e pagare le scarpe antinfortunistiche a ciascun lavoratore. Il Decreto Legislativo 81/2008, che regola la materia della sicurezza sul lavoro in Italia, è molto chiaro su questo punto: il datore di lavoro ha l'obbligo di dotare i dipendenti di tutti i dispositivi di protezione individuale necessari, compresi quelli per la protezione dei piedi.
Non tutte le attività espongono il lavoratore ai medesimi rischi, pertanto il datore deve mettere a disposizione modelli specifici di calzature in base alle mansioni svolte. L'iter corretto prevede:
In caso di variazioni delle mansioni del lavoratore o dell'ambiente di lavoro, sarà necessario valutare se le calzature antinfortunistiche fornite sono ancora adeguate o se occorre sostituirle con modelli più appropriati ai nuovi rischi.
Esistono situazioni specifiche che richiedono un approccio personalizzato nella scelta delle calzature di sicurezza. Ad esempio, quando un lavoratore presenta problemi fisici particolari o esigenze specifiche che non gli permettono di utilizzare le scarpe standard fornite dall'azienda.
In questi casi, il datore di lavoro deve comunque garantire la protezione del dipendente attraverso calzature adeguate alle sue necessità. Un caso tipico è quello del lavoratore che necessita di un plantare ortopedico. In questa situazione, il datore di lavoro è tenuto a coprire anche i costi di questo accessorio, poiché considerato parte integrante del DPI necessario per garantire la sicurezza del lavoratore.
A supporto di questa tesi, possiamo considerare quanto previsto dall'articolo 74 del D.Lgs 81/08, che definisce come DPI: "qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo dai rischi per la sicurezza e la salute, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo". Il plantare, quindi, rientra nella categoria di accessorio del DPI.
Inoltre, l'articolo 76 dello stesso decreto stabilisce che i DPI devono "tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore" e "poter essere adattati all'utilizzatore secondo le sue necessità".
Una prassi comune in questi casi è che il datore di lavoro indirizza il lavoratore verso un negozio specializzato o un fornitore, per trovare la soluzione più adatta alle sue esigenze specifiche, sostenendone i costi.
Le scarpe antinfortunistiche sono classificate secondo specifiche normative europee che ne determinano il livello di protezione. La normativa di riferimento attualmente in vigore è la EN ISO 20345:2024, recentemente aggiornata rispetto alle versioni precedenti.
Le principali categorie di calzature antinfortunistiche sono:
Le normative 2025 hanno introdotto anche le categorie S6 (base S2 più totale impermeabilità) e S7 (base S3 più totale impermeabilità), che offrono protezioni ancora più avanzate in ambienti particolarmente umidi.
Oltre alla classe principale, le calzature possono avere specifiche aggiuntive indicate da lettere, come:
Una domanda frequente riguarda la tempistica di sostituzione delle calzature antinfortunistiche. Non esiste una legge che fissi con precisione il momento in cui devono essere cambiate, ma sono presenti linee guida e best practice da seguire.
In linea generale, si consiglia di sostituire le scarpe antinfortunistiche ogni 6-12 mesi, anche se apparentemente sembrano ancora in buono stato. Questo perché, con l'uso quotidiano e prolungato, alcuni materiali possono deteriorarsi e perdere le loro proprietà protettive senza che ciò sia visibile esternamente.
La durata effettiva delle calzature dipende da diversi fattori:
È importante sottolineare che, secondo le normative più recenti del 2025, le calzature antinfortunistiche possono avere una durata massima di 36 mesi (3 anni) dal momento della fabbricazione, indipendentemente dal loro stato apparente. Questo limite è indicato dai produttori e deve essere rispettato per garantire la sicurezza del lavoratore.
Ci sono situazioni in cui le calzature antinfortunistiche devono essere sostituite immediatamente, a prescindere dalla loro data di acquisto:
In questi casi, la calzatura ha esaurito la sua funzione protettiva e deve essere sostituita per non compromettere la sicurezza del lavoratore.
Il quadro normativo sulle calzature antinfortunistiche è stato recentemente aggiornato con l'introduzione delle norme EN ISO 20345:2024 e EN ISO 20347:2024, che hanno sostituito le precedenti versioni. Questi aggiornamenti hanno portato diverse novità significative per migliorare la sicurezza e il comfort dei lavoratori.
Tra le principali novità introdotte nel 2025 troviamo:
Queste modifiche hanno l'obiettivo di garantire una maggiore sicurezza per i lavoratori e una scelta più consapevole delle calzature antinfortunistiche in base ai rischi specifici presenti nell'ambiente di lavoro.
La sicurezza sul luogo di lavoro è una responsabilità condivisa, ma il datore di lavoro ha specifici obblighi legali in merito alla fornitura e gestione dei DPI, incluse le calzature antinfortunistiche.
Secondo le normative vigenti nel 2025, il datore di lavoro deve:
In caso di mancata fornitura dei DPI necessari, incluse le scarpe antinfortunistiche, il datore di lavoro può incorrere in sanzioni significative secondo quanto previsto dal Testo Unico Sicurezza sul Lavoro e dalle sue successive modifiche. Tali sanzioni sono state aggiornate nel 2025 e possono includere multe e, nei casi più gravi, conseguenze penali.
Anche il lavoratore ha delle responsabilità ben precise in merito all'utilizzo delle calzature antinfortunistiche. Secondo le normative vigenti, i lavoratori devono:
La mancata osservanza di questi obblighi da parte del lavoratore può comportare sanzioni disciplinari secondo quanto previsto dai contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL) e, in casi estremi, può configurare una violazione degli obblighi contrattuali.
Un aspetto fondamentale per garantire l'efficacia delle calzature antinfortunistiche è la corretta formazione dei lavoratori. Nel 2025, i programmi di formazione sulla sicurezza sul lavoro hanno posto particolare enfasi sull'importanza dell'uso corretto dei DPI, incluse le calzature.
La formazione deve includere:
Una formazione efficace contribuisce a creare una cultura della sicurezza che va oltre il semplice rispetto delle normative, promuovendo comportamenti responsabili che proteggono la salute e il benessere di tutti i lavoratori.
La scelta delle calzature antinfortunistiche più appropriate dipende da diversi fattori, che includono il tipo di rischio presente nell'ambiente di lavoro, le condizioni ambientali e le esigenze specifiche del lavoratore.
Ecco alcuni elementi da considerare nella scelta delle calzature:
Nel 2025, i produttori di calzature antinfortunistiche hanno sviluppato modelli sempre più specializzati per rispondere alle esigenze specifiche dei diversi settori industriali, combinando sicurezza, comfort e design ergonomico.
Una corretta manutenzione delle calzature antinfortunistiche è essenziale per garantirne l'efficacia e prolungarne la durata. Ecco alcune linee guida per la cura delle scarpe di sicurezza:
Una manutenzione adeguata non solo prolunga la vita utile delle calzature, ma garantisce anche che mantengano le loro proprietà protettive per tutta la durata prevista.