Chi e come deve fare un contratto di convivenza e cosa può regolare secondo leggi 2023

Come funziona, cosa regola e come si fa un contratto di convivenza: cosa prevedono leggi in vigore e chiarimenti

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Chi e come deve fare un contratto di con

Chi deve fare un contratto di convivenza?

Stando a quanto previsto dalle leggi in vigore, possono sottoscrivere un contratto di convivenza in piena libertà due persone unite da legame affettivo che desiderano sancire e ufficializzare la loro unione e che siano maggiorenni e abbiano la stessa dimora abituale nello stesso Comune.

Chi e come deve fare un contratto di convivenza e cosa può regolare? Il contratto di convivenza è la specifica forma di contratto che permette a due conviventi, non coniugati né uniti civilmente, di disciplinare gli aspetti patrimoniali della loro vita di coppia. Vediamo di seguito quali sono le regole che lo disciplinano.

  • Contratto di convivenza chi può sottoscriverlo
  • Come fare un contratto di convivenza
  • Cosa può regolare un contratto di convivenza

Contratto di convivenza chi può sottoscriverlo

Stando a quanto previsto dalle leggi in vigore, possono sottoscrivere un contratto di convivenza in piena libertà due persone unite da legame affettivo che desiderano sancire e ufficializzare la loro unione e che soddisfino le seguenti condizioni:

  • essere due persone maggiorenni, sia che la coppia sia formata da un uomo e una donna, da due uomini o da due donne;
  • avere uno stato civile libero e non essere vincolate da precedenti rapporti di matrimonio o unione civile;
  • non devono essere vincolate tra loro da rapporti di parentela, affinità o adozione;
  • devono coabitare e avere dimora abituale nello stesso Comune.

Come fare un contratto di convivenza

Un contratto di convivenza nel 2023 per essere valido e legale deve essere stipulato in forma scritta o tramite atto pubblico fatto presso un notaio o tramite scrittura privata che deve però essere autenticata da un notaio o da un avvocato. 

Se, dunque, per formalizzare solo una convivenza di fatto basta effettuare una dichiarazione all'anagrafe del Comune di residenza, in cui i due conviventi dichiarano, appunto, di costituire una coppia di fatto e di coabitare nella stessa casa, il contratto di convivenza per essere valido presuppone il riconoscimento legale con atto pubblico formale e non basta una semplice dichiarazione resa. 

Cosa può regolare un contratto di convivenza

Il contratto di convivenza regola specifici aspetti della vita a due, non solo relativi alla residenza della coppia, ma soprattutto patrimoniali e relativi anche agli impegni cui entrambe le parti devono assolvere per la vita comunque.

In particolare, il contratto di convivenza deve riportare:

  • indirizzo indicato dalle parti dove effettuare le comunicazioni sull’accordo;
  • residenza scelta dalla coppia;
  • modalità di contribuzione alle necessità della vita in comune, in base a possibilità economiche e capacità di lavoro professionale o casalingo di entrambe;
  • regime patrimoniale per i beni acquistati durante la convivenza, tra separazione ma anche comunione dei beni, che può essere comunque modificato successivamente in qualsiasi momento.

La stipula di un contratto di convivenza può regolare anche specifica obbligazione di mantenimento reciproca o di un convivente a favore dell’altro ed eventuale inadempimento di tale obbligo riportando:

  • apposita clausola risolutiva;
  • eventuale penale a carico della parte inadempiente;
  • regole per eventuale diffida ad adempiere.

Precisiamo, infine, che è per legge possibile recedere da un contratto di convivenza quando si vuole: secondo le leggi in vigore, infatti, se un convivente vuole cessare la relazione e la convivenza, può allo stesso sciogliere gli effetti del contratto di convivenza fornendo una dichiarazione unilaterale sempre al notaio o all’avvocato.