Nella maggior parte dei casi, il conducente che ha avviato il primo impatto è la persona responsabile. Ma in realtà esistono anche numerose altre situazioni in cui la responsabilità può essere condivisa.
Quando tre o più auto si scontrano sulle strade si parla di tamponamento a catena. Spesso le conseguenze sono disastrose, ma quasi sempre chi è coinvolto in questo tipo di sinistri deve fare i conti con risarcimenti di varia entità.
Il tamponamento a catena avviene quando la prima auto che entra in collisione con il veicolo che lo precede ne provoca altri a causa delle distanze ridotte tra le vetture incolonnate.
In un incidente con più veicoli può essere molto difficile determinare chi sia la colpa e, in alcuni casi, più di una persona può essere ritenuta responsabile e dunque chiamata al risarcimento dei danni.
Gli incidenti automobilistici con più veicoli si verificano in genere quando è presente una colonna di vetture ferme nel traffico o su strade strette poiché i veicoli sono vicini gli uni agli altri. Molte volte il conducente si avvicina alla coda dell'altra auto, guarda il telefono o è semplicemente distratto.
Nella maggior parte dei casi, il conducente che ha avviato il primo impatto è la persona responsabile. Il concetto chiave è quello di distanze di sicurezza poiché, come precisato dal Codice della strada, il guidatore deve adeguare la velocità sulla base delle caratteristiche, dello stato e del carico del veicolo così come delle caratteristiche, delle condizioni della strada, del traffico e di ogni circostanza di qualsiasi natura.
Di conseguenza chi non rispetto le distanze si addossa le responsabilità civile dl tamponamento a catena. Se questo è il principio, occorre distinguere tra auto in movimento e auto ferme incolonnate. Nel primo caso può essere così condivisa fra tamponante e tamponato.
Nella circostanza di auto ferme incolonnate, la responsabilità è assegnata al solo conducente che ha provocato il primo tamponamento della catena. Qui entra in gioco anche il codice civile, nella parte in cui stabilisce il conducente di un veicolo senza guida di rotaie è obbligato a risarcire il danno prodotto a persone o a cose dalla circolazione del veicolo, se non prova di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno.
Fissa anche che nel caso di scontro tra veicoli si presume, fino a prova contraria, che ciascuno dei conducenti abbia concorso ugualmente a produrre il danno subito dai singoli veicoli.
A volte nessun automobilista è in colpa. Ad esempio quando l'incidente è avvenuto a causa del maltempo o di pericoli naturali sulla strada come la presenza di una lastra di ghiaccio.
Un incidente complesso come un tamponamento a catena richiede un'indagine approfondita. L'elemento più importante da provare è la negligenza della parte in colpa e ci sono diverse cose che possono essere utilizzate per stabilirlo come le prove sulla scena del sinistro, i resoconti di testimoni oculari, il rapporto della polizia o comunque delle forze dell'ordine che sono intervenute sul luogo dell'incidente.
Dal punto di vista strettamente normativo, il riferimento principale è l'articolo 149 del Codice della strada, secondo cui durante la marcia i veicoli devono tenere, rispetto al veicolo che precede, una distanza di sicurezza tale che sia garantito in ogni caso l'arresto tempestivo e siano evitate collisioni con i veicoli che precedono.
Per il secondo comma, fuori dei centri abitati, quando sia stabilito un divieto di sorpasso solo per alcune categorie di veicoli, tra tali veicoli deve essere mantenuta una distanza non inferiore a 100 metri. Questa disposizione non si osserva nei tratti di strada con due o più corsie per senso di marcia.
E ancora: quando sono in azione macchine sgombraneve o spargitrici, i veicoli devono procedere con la massima cautela. La distanza di sicurezza rispetto a tali macchine non deve essere comunque inferiore a 20 metri. I veicoli che procedono in senso opposto sono tenuti, se necessario, ad arrestarsi al fine di non intralciarne il lavoro.