Lo smart working rappresenta ormai una modalità consolidata di svolgimento della prestazione lavorativa sia nel settore pubblico che privato in Italia. Questa forma di lavoro flessibile offre al dipendente la possibilità di lavorare da luoghi differenti rispetto alla sede aziendale, garantendo autonomia organizzativa e una migliore conciliazione tra vita professionale e personale. Tuttavia, la libertà di uscire di casa durante l'orario di lavoro in modalità agile non è illimitata, ma trova precisi riferimenti normativi e pratici, soprattutto con l’adeguamento del quadro giuridico al 2025 e le ultime direttive in materia.
Cosa significa davvero smart working e quali sono i requisiti
Il termine smart working, tradotto come "lavoro agile", è disciplinato in Italia dalla Legge 22 maggio 2017, n. 81 e ulteriori provvedimenti successivi. Diversamente dal telelavoro, il lavoro agile non impone una postazione fissa e consente di organizzare la prestazione sia dentro che fuori dai locali aziendali, senza vincoli orari predefiniti, ma sempre nel rispetto dei limiti massimi di orario settimanale e giornaliero.
- Accordo individuale: ogni rapporto di smart working deve essere regolamentato da un accordo scritto tra datore e lavoratore, che specifichi obiettivi, eventuali fasce orarie di reperibilità, modalità di esecuzione e diritto alla disconnessione.
- Utilizzo delle tecnologie: fondamentale, l’uso di strumenti digitali per svolgere le mansioni lavorative in sicurezza e tutelando la privacy, secondo quanto disposto dal GDPR e dalle linee guida dell’AgID.
- Sicurezza e salute: il lavoratore in smart working è coperto dall’assicurazione INAIL per infortuni e malattie professionali occorsi in occasioni di lavoro al di fuori della sede tradizionale.
Libertà di movimento, chi è in smart working può uscire di casa?
La normativa vigente sullo smart working non prevede limiti spaziali rigidi: il dipendente può lavorare dove preferisce, purché sia garantita la reperibilità nei periodi eventualmente stabiliti dall’accordo e venga salvaguardata la produttività. Il luogo di lavoro può essere comunicato al datore per motivi di sicurezza, oppure deciso autonomamente dal lavoratore, in relazione alle esigenze operative e ai vincoli contrattuali. Non esistono divieti generali che impediscano di uscire di casa durante l’orario di lavoro in modalità agile, ma:
- È necessario essere reperibili nelle fasce concordate.
- Si devono utilizzare strumenti che consentano lo svolgimento delle proprie mansioni da remoto (computer, telefono, connessione stabile).
- L’assenza di reperibilità ingiustificata o il mancato rispetto degli accordi può essere oggetto di richiami, sanzioni disciplinari o, in casi estremi e gravi, licenziamento ai sensi del Codice Civile e dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro.
Uscire di casa, dunque, è possibile: si può lavorare in biblioteca, in uno spazio di coworking, in un bar dotato di connessione, all’aperto, purché siano rispettati gli obblighi di reperibilità ed efficienza.
Smart working: quali rischi e doveri legati alla reperibilità
La libertà di movimento nello smart working si accompagna a precise responsabilità:
- Rispettare le fasce di reperibilità definite nell’accordo individuale o nella policy aziendale.
- Non trascurare i compiti assegnati: devono essere svolti nei tempi e secondo le modalità previste.
- Diritto alla disconnessione: fuori dall’orario di lavoro e nelle fasce di riposo non è richiesta reperibilità, tutelando così l’equilibrio vita-lavoro e prevenendo fenomeni di overworking. Questo diritto è riconosciuto sia dalla Legge 81/2017, sia dal Protocollo Nazionale sul Lavoro Agile.
- Sanzioni: la mancata reperibilità ingiustificata può comportare richiami scritti, sospensioni, o nei casi più gravi, il licenziamento (solo per reiterate e gravi violazioni).
Tutti gli aspetti relativi a luogo e orario di lavoro, strumenti utilizzati, obiettivi da raggiungere e modalità di controllo devono essere dettagliatamente descritti nell’accordo individuale, come previsto dalla normativa.
FAQ domande frequenti su smart working e libertà di movimento
- Chi è in smart working può uscire di casa per commissioni personali?
Dipende dagli obiettivi e dagli orari di reperibilità concordati. In fascia di disconnessione, ovvero fuori orario di lavoro, può gestire liberamente i propri spostamenti. In orario di lavoro, l’importante è mantenere la reperibilità e il rispetto degli impegni contrattuali.
- Cosa fare se si è impossibilitati a lavorare da casa?
Si può richiedere lo svolgimento dell’attività in altra sede, come uno spazio pubblico o di coworking, previo accordo con il datore di lavoro e nel rispetto della riservatezza e sicurezza informatica.
- Il datore può obbligare a lavorare solo da casa?
No, in regime ordinario di smart working luogo e orari sono definiti tramite accordo condiviso, salvo situazioni di emergenza nazionale.
- Come gestire la comunicazione con l’azienda da fuori casa?
Sono raccomandati strumenti di time tracking, agende condivise online e disponibilità telefonica/telematica per segnalare eventuali variazioni di luogo di lavoro.
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