Chi gode del migliore regime fiscale tra lavoratori dipendenti e professionisti (partita iva) nel 2022

Entrambi i regimi fiscali sono ispirati al principio di progressività secondo cui ogni cittadino lavoratore concorre alla spesa pubblica in base alle proprie risorse.

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
Chi gode del migliore regime fiscale tra

Regime fiscale tra lavoratori dipendenti e professionisti, qual è il migliore?

Le differenze tra i regimi fiscali di lavoratori dipendenti e professionisti con partita Iva ordinaria può essere minima mentre è molto pronunciata nel caso del regime forfettario.

Il punto di partenza è che ciascun regime fiscale presenta benefici e complicazioni ovvero limiti e opportunità e di conseguenza la valutazione definitiva è legata alla posizione personale. Tuttavia ci sono alcuni elementi di fondo e incontrovertibile che aiutano a capire chi gode del migliore regime fiscale tra lavoratori dipendenti e professionisti con partita Iva nel 2022.

Proviamo ad approfondire la situazione con numeri alla mano ovvero andando al di là delle considerazioni di circostanza. C'è però un punto in comune tra i due regimi fiscali. Entrambi sono ispirati al principio di progressività fissato dalla stessa Costituzione italiana, secondo cui ogni cittadino lavoratore concorre alla spesa pubblica in base alle proprie risorse e alla propria capacità contributiva. Detto in altri termini, chi guadagna di più paga tasse più elevate e viceversa. Approfondiamo quindi in questo articolo:

  • Regime fiscale per lavoratori dipendenti

  • Regime fiscale per professionisti con partita Iva

Regime fiscale per lavoratori dipendenti

Quando si confrontano i regimi fiscali di lavoratori dipendenti e professionisti, la primissima voce da considerare è proprio quella dell'imposizione fiscale. Con una differenza da segnalare subito. Nel caso dei lavoratori dipendente, ci pensa il sostituto d'imposta ovvero il datore di lavoro, a trattenere gli importi previsti.

Si tratta quindi di una estrema facilitazione amministrativa in quanto nel caso di possesso della partita Iva, è il professionista stesso a dover effettuare i calcoli, attraverso il commercialista, e a provvedere al versamento al fisco. Fatta questa indispensabile precisazione che fa evidentemente pendere l'ago della bilancia dalla parte dei lavoratori dipendenti anziché dei professionisti con partita Iva, nel primo caso, il quadro della tassazione Irpef è il seguente:

  • redditi fino a 15.000: euro 23% del reddito

  • redditi fino a 28.000 euro: 27%, 3.450 + 27% sulla parte che supera il limite di 15.000 euro

  • redditi fino a 55.000 euro: 38%, 6.960 + 38% sulla parte che supera il limite di 28.000 euro

  • redditi fino a 75.000 euro: 41%, 17.220 + 41% sulla parte che supera il limite di 55.000 euro

  • redditi oltre i 75.000 euro: 43%, 25.420 + 43% sulla parte che supera il limite di 75.000 euro

Non dimentichiamo quindi che il lavoratore dipendente deve aggiungere anche i contributi previdenziali, differenti in base alla tipologia di attività svolta e calcolati applicando un'aliquota sull'imponibile lordo, ma di cui se ne occupa il sostituto d'imposta. In pratica, la cifra che il lavoratore dipendente riceve ogni mese è netta. Le stesse addizionali Irpef regionali e comunali sono una incombenza del datore.

Regime fiscale per professionisti con partita Iva

Gli scaglioni delle aliquote dei professionisti con partita Iva sono simili. Ma anche in questo caso è indispensabile ricordare una doppia possibilità tra regime ordinario e regime forfettario. In questa seconda circostanza, purché l'ammontare del fatturato annuo sia inferiore a 65.000 euro, l'imposta sostitutiva da applicare è del 15%.

Al fatturato si applica un coefficiente di redditività con cui abbassare l'imponibile, sul quale applicare l'imposta del 15%. Ricordiamo infine che il regime forfettario non prevede scaglioni di reddito né il versamento dell'Iva applicato nel regime ordinario. Allo stesso tempo, chi aderisce al forfettario non può portare in detrazione le spese effettuate per l'esercizio della propria attività. Ben diverso è il regime fiscale con l'ordinario:

  • l'imposta è pari al 23% fino a 15.000 euro di fatturato annuo

  • l'imposta è pari al 27% fino a 28.000 euro di fatturato annuo

  • l'imposta è pari al 38% fino a 55.000 euro di fatturato annuo

  • l'imposta è pari al 41% da 55.001 a 75.000 euro di fatturato annuo

  • l'imposta è pari al 43% sopra il limite di 75.000 euro di fatturato annuo

Per capire chi gode del migliore regime fiscale tra lavoratori dipendenti e professionisti con partita Iva occorre dunque effettuare i calcoli e verificare caso ben caso. Almeno se c'è di mezzo il regime ordinario. La differenza con il regime forfettario è invece pronunciata. Un vantaggio che si paga con l'accettazione di una serie di limitazioni.

Entrambi i regimi fiscali si ispirano al principio del progresso secondo il quale ogni cittadino lavora con le proprie risorse per contribuire alla spesa pubblica.