I buoni pasto rappresentano un importante benefit aziendale. Si tratta di strumenti di pagamento dal valore predeterminato, utilizzabili esclusivamente per l'acquisto di pasti o generi alimentari. Ma esattamente quali categorie di lavoratori possono beneficiarne? E quali sono le normative che ne regolano l'erogazione? Analizziamo nel dettaglio requisiti e condizioni necessarie per ottenere questo beneficio secondo le attuali disposizioni normative, i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro e gli orientamenti giurisprudenziali per il 2025.
In base alla normativa vigente, i ticket restaurant possono essere erogati a diverse categorie di lavoratori. Secondo le disposizioni legislative attuali e le previsioni per il 2025, possono usufruire dei buoni pasto:
È importante sottolineare che il diritto ai buoni pasto è garantito anche ai lavoratori part-time, indipendentemente dal fatto che il loro orario di lavoro preveda o meno una pausa pranzo sul lavoro. Questa interpretazione è stata confermata da diverse sentenze della Corte di Cassazione, che ha stabilito il principio di non discriminazione tra lavoratori full-time e part-time nell'accesso a questo benefit.
I buoni pasto vengono generalmente erogati con cadenza mensile attraverso diverse modalità:
Per quanto riguarda il valore facciale dei buoni pasto, questo può variare considerevolmente:
Un aspetto particolarmente rilevante riguarda il trattamento fiscale e contributivo dei buoni pasto. Per il 2025, il regime di esenzione prevede:
Questa differenziazione rappresenta un chiaro incentivo all'utilizzo dei buoni in formato elettronico, che risultano più vantaggiosi sia per i datori di lavoro sia per i dipendenti. Le aziende, infatti, possono dedurre integralmente il costo sostenuto, mentre i lavoratori beneficiano di un importo esente da imposte più elevato.
I ticket restaurant possono essere spesi in diverse tipologie di esercizi, offrendo una notevole flessibilità ai lavoratori:
È importante ricordare che, secondo le normative vigenti, i buoni pasto per fare la spesa al supermercato devono essere utilizzati esclusivamente per l'acquisto di alimenti o pasti. Non possono essere convertiti in denaro né utilizzati per l'acquisto di prodotti non alimentari.
Esistono alcune circostanze specifiche in cui il diritto ai buoni pasto viene meno. I lavoratori non hanno diritto a ricevere i buoni pasto durante:
Questa esclusione si basa sul principio che il buono pasto è strettamente collegato alla prestazione lavorativa effettiva, e quindi non è dovuto quando tale prestazione non viene erogata, indipendentemente dalla causa dell'assenza.
I CCNL giocano un ruolo determinante nella regolamentazione dei buoni pasto. Per il 2025, molti contratti collettivi prevedono specifiche disposizioni relative a:
Ad esempio, alcuni CCNL stabiliscono l'obbligo di erogazione dei buoni pasto anche in assenza di una mensa aziendale, mentre altri possono prevedere l'erogazione solo in presenza di determinate condizioni, come un orario di lavoro che superi una certa soglia giornaliera.
È quindi fondamentale consultare il proprio contratto collettivo di riferimento per comprendere le specifiche disposizioni applicabili al proprio settore di impiego.
Negli ultimi anni, diverse sentenze hanno contribuito a definire meglio il perimetro del diritto ai buoni pasto. Alcuni principi consolidati dalla giurisprudenza includono:
Questi orientamenti giurisprudenziali sono particolarmente rilevanti nei casi in cui le disposizioni contrattuali non siano sufficientemente chiare o in presenza di controversie tra datore di lavoro e dipendenti.