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Chi ha diritto ai buoni pasto? I requisiti e condizioni per averli secondo normative, CCNL 2025 e giurisprudenza

Quali sono i lavoratori a cui spetta ricevere i buoni pasto e condizioni: cosa prevedono norme in vigore e chiarimenti

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
Chi ha diritto ai buoni pasto? I requisi

I buoni pasto rappresentano un importante benefit aziendale. Si tratta di strumenti di pagamento dal valore predeterminato, utilizzabili esclusivamente per l'acquisto di pasti o generi alimentari. Ma esattamente quali categorie di lavoratori possono beneficiarne? E quali sono le normative che ne regolano l'erogazione? Analizziamo nel dettaglio requisiti e condizioni necessarie per ottenere questo beneficio secondo le attuali disposizioni normative, i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro e gli orientamenti giurisprudenziali per il 2025.

Quali lavoratori hanno diritto ai buoni pasto

In base alla normativa vigente, i ticket restaurant possono essere erogati a diverse categorie di lavoratori. Secondo le disposizioni legislative attuali e le previsioni per il 2025, possono usufruire dei buoni pasto:

  • Lavoratori subordinati con qualsiasi tipologia di contratto (a tempo determinato, indeterminato, full-time o part-time)
  • Collaboratori con contratto di collaborazione
  • Stagisti, per i quali rappresentano un importante supporto economico, considerando che percepiscono solo un rimborso spese (che per legge non può essere inferiore ai 300 euro lordi mensili)
  • Apprendisti, che godono dello stesso diritto dei lavoratori ordinari
  • Dirigenti, soci e liberi professionisti, a determinate condizioni

È importante sottolineare che il diritto ai buoni pasto è garantito anche ai lavoratori part-time, indipendentemente dal fatto che il loro orario di lavoro preveda o meno una pausa pranzo sul lavoro. Questa interpretazione è stata confermata da diverse sentenze della Corte di Cassazione, che ha stabilito il principio di non discriminazione tra lavoratori full-time e part-time nell'accesso a questo benefit.

Modalità di erogazione e valore dei buoni pasto

I buoni pasto vengono generalmente erogati con cadenza mensile attraverso diverse modalità:

  • Formato cartaceo: tradizionali libretti con tagliandi
  • Formato elettronico: tessere con microchip ricaricabili mensilmente

Per quanto riguarda il valore facciale dei buoni pasto, questo può variare considerevolmente:

  • L'importo minimo è di circa 2 euro per buono
  • L'importo massimo può arrivare fino a 15 euro
  • La maggior parte delle aziende eroga buoni dal valore compreso tra 5 e 10 euro
  • È consentito utilizzare fino a 8 buoni pasto contemporaneamente per singola transazione

Trattamento fiscale e contributivo per il 2025

Un aspetto particolarmente rilevante riguarda il trattamento fiscale e contributivo dei buoni pasto. Per il 2025, il regime di esenzione prevede:

  • Buoni pasto cartacei: non concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente e sono esenti da contributi INPS fino a un importo massimo di 4 euro per buono
  • Buoni pasto elettronici: la soglia di esenzione fiscale e contributiva è elevata a 8 euro per buono

Questa differenziazione rappresenta un chiaro incentivo all'utilizzo dei buoni in formato elettronico, che risultano più vantaggiosi sia per i datori di lavoro sia per i dipendenti. Le aziende, infatti, possono dedurre integralmente il costo sostenuto, mentre i lavoratori beneficiano di un importo esente da imposte più elevato.

Dove è possibile utilizzare i buoni pasto

I ticket restaurant possono essere spesi in diverse tipologie di esercizi, offrendo una notevole flessibilità ai lavoratori:

  • Mense aziendali e interaziendali
  • Supermercati e negozi alimentari
  • Bar e caffetterie
  • Mercati e rivenditori di generi alimentari
  • Ristoranti e pizzerie

È importante ricordare che, secondo le normative vigenti, i buoni pasto per fare la spesa al supermercato devono essere utilizzati esclusivamente per l'acquisto di alimenti o pasti. Non possono essere convertiti in denaro né utilizzati per l'acquisto di prodotti non alimentari.

Casi in cui i buoni pasto non vengono riconosciuti

Esistono alcune circostanze specifiche in cui il diritto ai buoni pasto viene meno. I lavoratori non hanno diritto a ricevere i buoni pasto durante:

  • Periodi di ferie
  • Assenze per malattia
  • Giorni di permesso, sia retribuito che non retribuito
  • Aspettativa di qualsiasi tipo
  • Periodi di cassa integrazione
  • Giorni di sciopero

Questa esclusione si basa sul principio che il buono pasto è strettamente collegato alla prestazione lavorativa effettiva, e quindi non è dovuto quando tale prestazione non viene erogata, indipendentemente dalla causa dell'assenza.

Il ruolo dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro

I CCNL giocano un ruolo determinante nella regolamentazione dei buoni pasto. Per il 2025, molti contratti collettivi prevedono specifiche disposizioni relative a:

  • Valore nominale dei buoni
  • Condizioni per l'erogazione
  • Eventuali limitazioni o estensioni rispetto alla normativa generale

Ad esempio, alcuni CCNL stabiliscono l'obbligo di erogazione dei buoni pasto anche in assenza di una mensa aziendale, mentre altri possono prevedere l'erogazione solo in presenza di determinate condizioni, come un orario di lavoro che superi una certa soglia giornaliera.

È quindi fondamentale consultare il proprio contratto collettivo di riferimento per comprendere le specifiche disposizioni applicabili al proprio settore di impiego.

Orientamenti giurisprudenziali sul diritto ai buoni pasto

Negli ultimi anni, diverse sentenze hanno contribuito a definire meglio il perimetro del diritto ai buoni pasto. Alcuni principi consolidati dalla giurisprudenza includono:

  • Il principio di non discriminazione tra lavoratori full-time e part-time (Corte di Cassazione, sentenza n. 8286/2019)
  • Il riconoscimento che il buono pasto non costituisce un elemento della retribuzione ma un beneficio accessorio (Corte di Cassazione, sentenza n. 16135/2020)
  • La possibilità per il datore di lavoro di revocare unilateralmente l'erogazione dei buoni pasto solo in presenza di valide ragioni organizzative o economiche (Tribunale di Milano, sentenza n. 1584/2021)

Questi orientamenti giurisprudenziali sono particolarmente rilevanti nei casi in cui le disposizioni contrattuali non siano sufficientemente chiare o in presenza di controversie tra datore di lavoro e dipendenti.

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