L'iter da seguire per il condomino che non paga la propria quota prevede che sia l'amministratore a sollecitarlo. Lo può fare inizialmente in via informale con una semplice telefonata oppure in maniera più chiara e diretta con l'invio di una raccomandata con ricevuta di ritorno a cui farne seguire anche altre. Se i tentativi continuano ad andare a vuoto, l'amministratore può infatti far predisporre da un avvocato un decreto ingiuntivo.
La situazione è molto comune perché sono numerosi si casi di condomini morosi ovvero di proprietari di appartamenti che non pagano le spese condominiali. Per difficoltà economica, per menefreghismo o per dimenticanza continua, si tratta di una grana a carico dell'amministratore ma che si ripercuote con molta facilità nei rapporti di buon vicinato.
Anche perché lo stesso amministratore agisce per conto dei suoi assistiti e l'assemblea di condominio può anche disporre diversamente. Di certo c'è che a queste spese non si può proprio rinunciare. Si tratta infatti di quelle comuni che in alcuni casi possono essere davvero ridotte.
Ma nei palazzi più grandi e con molti domiciliati ammontano a diverse migliaia di euro all'anno. Pensiamo ad esempio ai costi comuni da sostenere per il riscaldamento centralizzato o per la pulizia delle scale. Nella lista sono inclusi i costi per la portineria (se presenti) e quelli per la gestione dell'ascensore.
Possono facilmente rientrare anche quelli relativi alla manutenzione degli spazi comuni all'aperto e a tutti gli interventi straordinari. Vediamo in questo articolo
L'iter da seguire per il condomino che non paga la propria quota prevede che sia l'amministratore a sollecitarlo. Lo può fare inizialmente in via informale con una semplice telefonata oppure in maniera più chiara e diretta con l'invio di una raccomandata con ricevuta di ritorno a cui farne seguire anche altre.
Si tratta però di una procedura che comporta costi aggiuntivi per lo stesso condomino moroso che si troverebbe in poco tempo a fronteggiare costi ben maggiori. E che possono in realtà raggiungere cifre esorbitanti nel caso di attivazione della procedura legale.
Se i tentativi continuano ad andare a vuoto, l'amministratore può infatti far predisporre da un avvocato un decreto ingiuntivo.
Lo stesso condomino moroso può opporsi al decreto, ma per farlo - oltre che affidarsi a un legale per affrontare la pratica con i costi che ne conseguono - deve farlo in tempi rapidi. Più esattamente è chiamato ad agire entro 30 giorni per bloccarne l'esecutività.
Si accennava alla possibilità da parte dell'assemblea di condominio, che rimane sovrana nelle decisioni, di procedere diversamente. Può ad esempio disporre che al vicino moroso venga concesso un supplemento di tempo per il versamento delle spese di cui è debitore.
Qui entra in gioco il concetto importante della ripartizione delle spese condominiali. Le spese tra i vari condomini non sono infatti divise in parti uguali man tengono conto dei millesimi di proprietà. In buona sostanza, maggiore è lo spazio di cui si dispone e più alta sarà la quota da versare.
A ogni modo il recupero degli importi non versati non si protrae all'infinito. L'amministratore di condominio ha infatti 6 mesi di tempo dalla chiusura dell'esercizio di bilancio per rimettere i conti in ordine.
Dopodiché la decisione spetta all'assemblea che può rivalersi nei confronti dell'amministratore o revocare l'incarico. Il tutto senza dimenticare che anche le quota condominiali non pagate cadono in prescrizione. E lo fanno a distanza di 5 anni.
L'iter da seguire per i condomini morosi è dunque saldamene codificato e le spese - a meno che l'assemblea decida di ripartirle tra tutti gli altri condomini - sono soggette al recupero coatto.
Ma ci sono anche alcuni casi particolari da segnalare. Nelle spese di condominio rientrano anche i costi sostenuti per i consumi riferiti al riscaldamento e all'acqua. Ebbene, secondo le leggi in vigore, se il mancato pagamento si protrae per almeno sei mesi c'è la possibilità di interrompere immediatamente l'erogazione dei servizi per il solo condomino moroso.
Non solo, ma in queste specifiche circostanze, l'amministratore può agire in tribunale nei confronti del proprietario dell'appartamento.