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Chi puņ contestare una donazione, in quali casi e come fare a bloccare in base normativa e sentenze

Quali sono casi e soluzioni per bloccare una donazione di soldi, casa o altri beni da parte di parenti e amici. Cosa prevedono le leggi in vigore e la giurisprendenza attuale

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
Chi puņ contestare una donazione, in qua

Chi tra parenti, familiari, amici puņ intervenire per bloccare donazione soldi, casa, beni nel 2024?

Stando a quanto previsto dalle leggi 2024, quando un soggetto in pieno possesso delle facoltà di intendere e volere decide di fare una donazione di soldi, casa o altri beni nel 2024 nessuno tra parenti, familiari e amici può intervenire per bloccare la donazione. Dunque, parenti, familiari e amici non possono intervenire per bloccare la donazione quando chi la dispone è ancora in vita, ma secondo le leggi attuali possono impugnarla una volta che il donante decede, bloccandone dunque la disposizione se ne sussistono i requisiti di legge.
 

Una donazione indiretta di denaro, immobili o altri beni costituisce un atto di liberalità che una persona compie nei confronti di un'altra senza ricevere alcun corrispettivo, con il solo intento di arricchire il beneficiario.

Secondo il Codice Civile italiano, chiunque sia nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali può disporre una donazione a favore di parenti, familiari o amici, rivolgendosi eventualmente a un notaio per la stesura di un atto pubblico, in base alla tipologia di donazione che si intende effettuare.

Ma quali sono le circostanze in cui una donazione può essere bloccata? Esistono effettivamente meccanismi legali per impedire o annullare questo tipo di atto? Analizziamo nel dettaglio le possibilità previste dall'ordinamento giuridico italiano.

Chi può intervenire per bloccare una donazione

In base alle normative vigenti, quando un soggetto nel pieno possesso delle facoltà di intendere e volere decide di effettuare una donazione di denaro, proprietà immobiliari o altri beni, nessun familiare o conoscente può interferire per bloccare tale atto mentre il donante è in vita.

La donazione rappresenta infatti un'espressione della libertà patrimoniale dell'individuo, tutelata dall'ordinamento giuridico, con i soli limiti relativi al rispetto delle quote legittime spettanti agli eredi necessari (coniuge, figli e, in alcuni casi, ascendenti).

È importante sottolineare che, sebbene durante la vita del donante nessuno possa impedire la donazione, dopo il suo decesso gli eredi legittimi possono contestarla attraverso specifiche azioni legali, qualora sussistano i presupposti previsti dalla legge.

Casi specifici in cui è possibile impugnare una donazione

L'impugnazione di una donazione rappresenta un procedimento legale che può essere avviato esclusivamente dagli eredi legittimi del donante, ma solo dopo la sua morte. Gli amici, non rientrando nell'asse ereditario, non hanno facoltà di impugnare le donazioni effettuate dal defunto.

L'articolo 809 del Codice Civile e la giurisprudenza consolidata della Corte di Cassazione (si vedano, tra le altre, le sentenze n. 12280/2019 e n. 18204/2020) hanno chiarito i casi specifici in cui una donazione può essere impugnata:

  • Incapacità di intendere e volere: quando si dimostra che al momento della donazione il donante non era in grado di comprendere pienamente la portata delle proprie azioni;
  • Lesione della legittima: quando la donazione viola la quota di eredità riservata per legge agli eredi legittimari (coniuge, figli e, in mancanza di figli, gli ascendenti);
  • Presenza di creditori: attraverso l'azione revocatoria (o pauliana) prevista dall'art. 2901 del Codice Civile, i creditori possono impugnare la donazione se questa è stata fatta in pregiudizio dei loro diritti;
  • Violenza o coercizione: se si prova che il donatario ha esercitato pressioni fisiche o psicologiche sul donante per ottenere il bene;
  • Vizio di forma: quando la donazione non rispetta i requisiti formali imposti dalla legge, ovvero l'atto pubblico alla presenza di almeno due testimoni, come previsto dall'art. 782 del Codice Civile.

Procedura per l'impugnazione di una donazione

L'impugnazione di una donazione richiede l'avvio di un'azione legale presso il Tribunale competente. Gli eredi legittimari che intendono contestare una donazione lesiva della quota di legittima devono attivare l'azione di riduzione entro dieci anni dall'apertura della successione, come stabilito dall'art. 2946 del Codice Civile.

La procedura generalmente prevede:

  1. Presentazione di un atto di citazione
  2. Raccolta delle prove a sostegno dell'impugnazione
  3. Discussione in sede giudiziale
  4. Sentenza del giudice che può disporre la riduzione o l'annullamento della donazione

In caso di accoglimento dell'azione di riduzione, il bene donato ritorna nel patrimonio ereditario e viene redistribuito secondo le quote di legittima previste dalla legge.

Come bloccare una donazione tramite revoca

A differenza dell'impugnazione, che può avvenire solo dopo la morte del donante, la revoca di una donazione può essere richiesta mentre il donante è ancora in vita. Questa rappresenta un'altra possibilità prevista dall'ordinamento per bloccare gli effetti di una donazione già perfezionata.

L'istituto della revoca, disciplinato dagli articoli 800-809 del Codice Civile, può essere attivato da chiunque vi abbia interesse (inclusi parenti, familiari e amici) senza termini di prescrizione, ma solo in specifiche circostanze previste dalla legge.

Motivi legittimi per la revoca di una donazione

La normativa prevede due principali cause di revoca:

  1. Ingratitudine del donatario (art. 801 del Codice Civile): si configura quando il beneficiario della donazione compie atti particolarmente gravi nei confronti del donante, come:
    • Calunnia o diffamazione grave
    • Tentato omicidio del donante, del coniuge o di un discendente
    • Danneggiamento volontario del patrimonio del donante
    • Rifiuto ingiustificato di prestare gli alimenti dovuti al donante
  2. Sopravvenienza di figli (art. 803 del Codice Civile): quando al momento della donazione il donante non aveva o non era a conoscenza di avere figli, la nascita o il riconoscimento successivo di un figlio consente la revoca della donazione.

Termini e procedure per la revoca

Per quanto riguarda i termini per richiedere la revoca, la legge prevede:

  • Un anno per la revoca per ingratitudine, decorrente dal giorno in cui il donante è venuto a conoscenza del fatto che costituisce causa di ingratitudine
  • Cinque anni per la revoca per sopravvenienza di figli, decorrenti dalla nascita dell'ultimo figlio o dal riconoscimento del figlio naturale

La revoca richiede un'azione giudiziale specifica davanti al Tribunale competente e, in caso di accoglimento, determina la restituzione del bene donato al patrimonio del donante.

Aspetti giurisprudenziali e recenti sentenze sul blocco delle donazioni

La giurisprudenza della Corte di Cassazione ha nel tempo consolidato alcuni principi fondamentali in materia di impugnazione e revoca delle donazioni. Tra le pronunce più significative:

  • La Cassazione Civile (Sez. II, sentenza n. 19207) ha stabilito che l'azione di riduzione per lesione della legittima può essere esercitata solo dopo l'apertura della successione e non durante la vita del donante;
  • Con sentenza n. 26746, la Suprema Corte ha chiarito che l'azione di revoca per ingratitudine deve basarsi su fatti di particolare gravità, non essendo sufficiente un semplice comportamento irrispettoso;
  • La giurisprudenza (Cass. Civ. n. 15449) ha inoltre precisato che, in caso di revoca per sopravvenienza di figli, non è necessario dimostrare l'elemento soggettivo della mancata conoscenza della gravidanza al momento della donazione, essendo sufficiente la nascita successiva del figlio.

In tema di donazioni simulate, la Corte di Cassazione ha più volte ribadito (sentenza n. 12317) che le donazioni dissimulate sotto forma di vendita (ad esempio, con prezzo simbolico) possono essere impugnate dagli eredi legittimari per lesione della legittima, applicando le stesse regole previste per le donazioni ordinarie.

Misure preventive per evitare contestazioni sulle donazioni

Per prevenire future contestazioni su una donazione, è possibile adottare alcune misure cautelative:

  • Patto di famiglia: introdotto dalla legge 55/2006, consente di trasferire l'azienda o partecipazioni societarie ai discendenti, con il consenso di tutti i legittimari, evitando future contestazioni;
  • Donazione modale: imponendo un onere al donatario, è possibile vincolare l'utilizzo del bene donato;
  • Clausola di reversibilità: prevede il ritorno del bene al donante in caso di premorienza del donatario;
  • Certificato medico: attestare la piena capacità di intendere e volere al momento della donazione può prevenire future contestazioni basate sull'incapacità del donante.

Come evidenziato dall'orientamento della Corte di Cassazione (sentenza n. 22189), la consulenza di un notaio esperto è fondamentale per strutturare correttamente l'atto di donazione, minimizzando i rischi di future impugnazioni.

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