Non tutte le partite Iva possono scaricare le spese per il ristorante nel 2022. Non solo perché bisogna distinguere tra regime ordinario e regime forfettario, ma anche perché in base alle differenti circostanze, il trattamento fiscale è differente. Sono 3 i casi previsti dalla normativa in vigore. La regola generale prevede che lavoratori autonomi e professionisti con partita Iva possano scaricare il 75% della spesa al ristorante, da calcolare entro il limite del 2% del totale dei compensi nel periodo d'imposta, a cui aggiungere la detraibilità del 100% dell'Iva.
Quando si parla di spese da sostenere nelle trasferte di lavoro, il riferimento non va solo a quelle per il viaggio o al soggiorno. Una delle voci immancabili riguarda infatti i costi per il ristorante o comunque per il pranzo o la cena. I lavoratori di partita Iva conservano la facoltà di scaricare le spese, a patto di rispettare la normativa in materia.
Bisogna però in via preliminare fare una distinzione tra la deducibilità del costo per le spese per ristoranti e la detraibilità Iva. Questa seconda operazione è infatti sempre possibile da parte dei lavoratori con partita Iva purché sia documentata dalla fattura. Esaminiamo quindi:
Non tutte le partite Iva possono scaricare le spese per il ristorante nel 2022. Non solo perché bisogna distinguere tra regime ordinario e regime forfettario, ma anche perché in base alle differenti circostanze, il trattamento fiscale è differente. Sono 3 i casi previsti dalla normativa in vigore.
La regola generale prevede che lavoratori autonomi e professionisti con partita Iva possano scaricare il 75% della spesa al ristorante, da calcolare entro il limite del 2% del totale dei compensi nel periodo d'imposta, a cui aggiungere la detraibilità del 100% dell'Iva. Tuttavia chi aderisce al regime forfettario non può procedere con alcuna operazione.
Ma se i costi al ristorante si riconducono alle spese di rappresentanza, le partite Iva possono dedurre l'1% dei compensi e detrarre il 100% dell'Iva se il prezzo unitario è inferiore a 50 euro, altrimenti nulla. Anche in questa seconda circostanza restano al palo le partite Iva con regime forfettario
. Infine, se la spesa per ristoranti si inserisce nell'ambito di corsi di aggiornamento professionale, la deducibilità del costo è al 100% fino a 10.000 euro con l'Iva da detrarre anch'essa al 100%. In entrambi i casi, 0% per per i forfettari.
Punto di riferimento in materia di deduzione dei costi e detrazioni dell'Iva, anche in riferimento alle spese per il ristorante, è il Testo unico delle imposte sui redditi. A cui si sono aggiunte le precisazioni su limiti, regole e casi particolari via via rilasciate dall'Agenzia delle entrate.
Nel Tuir si stabilisce che le spese e gli altri componenti negativi diversi dagli interessi passivi, tranne gli oneri fiscali, contributivi e di utilità sociale, sono deducibili se e nella misura in cui si riferiscono ad attività o beni da cui derivano ricavi o altri proventi che concorrono a formare il reddito o che non vi concorrono in quanto esclusi.
Se si riferiscono ad attività o beni produttivi di proventi computabili e ad attività o beni produttivi di proventi non computabili in quanto esenti nella determinazione del reddito sono deducibili per la parte corrispondente al rapporto tra l'ammontare dei ricavi e altri proventi che concorrono a formare il reddito d'impresa o che non vi concorrono in quanto esclusi e l'ammontare complessivo di tutti i ricavi e proventi.
Le plusvalenze non rilevano ai fini dell'applicazione del periodo precedente. Fermo restando quanto previsto dai periodi precedenti, le spese relative a prestazioni alberghiere e a somministrazioni di alimenti e bevande sono deducibili nella misura del 75%.
Secondo l'articolo 109 del Testo unico delle imposte sui redditi, i ricavi, le spese e gli altri componenti positivi e negativi di cui non sia certa l'esistenza o determinabile in modo obiettivo l'ammontare concorrono a formare il reddito nell'esercizio in cui si verificano queste condizioni.
Per l'Agenzia delle entrate, l’Iva addebitata sui servizi di ristorazione (oltre che su quelli alberghieri che spesso e volentieri viaggiano di pari passo) è detraibile solamente se si tratti di operazioni inerenti all’attività di impresa, arte o professione e le prestazioni siano documentate da fattura.