Chi può scaricare spese ristorante con partita iva nel 2022. Regole, limiti e casi particolari

Punto di riferimento in materia di deduzione dei costi e detrazioni dell'Iva, anche in riferimento alle spese per il ristorante, è il Testo unico delle imposte sui redditi.

Autore: Chiara Compagnucci
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Spese ristorante, chi può scaricare con partita Iva nel 2022?

Non tutte le partite Iva possono scaricare le spese per il ristorante nel 2022. Non solo perché bisogna distinguere tra regime ordinario e regime forfettario, ma anche perché in base alle differenti circostanze, il trattamento fiscale è differente. Sono 3 i casi previsti dalla normativa in vigore. La regola generale prevede che lavoratori autonomi e professionisti con partita Iva possano scaricare il 75% della spesa al ristorante, da calcolare entro il limite del 2% del totale dei compensi nel periodo d'imposta, a cui aggiungere la detraibilità del 100% dell'Iva.

Quando si parla di spese da sostenere nelle trasferte di lavoro, il riferimento non va solo a quelle per il viaggio o al soggiorno. Una delle voci immancabili riguarda infatti i costi per il ristorante o comunque per il pranzo o la cena. I lavoratori di partita Iva conservano la facoltà di scaricare le spese, a patto di rispettare la normativa in materia.

Bisogna però in via preliminare fare una distinzione tra la deducibilità del costo per le spese per ristoranti e la detraibilità Iva. Questa seconda operazione è infatti sempre possibile da parte dei lavoratori con partita Iva purché sia documentata dalla fattura. Esaminiamo quindi:

  • Spese ristorante, chi può scaricare con partita Iva nel 2022
  • Regole, limiti e casi particolari deduzione spese ristorante

Spese ristorante, chi può scaricare con partita Iva nel 2022

Non tutte le partite Iva possono scaricare le spese per il ristorante nel 2022. Non solo perché bisogna distinguere tra regime ordinario e regime forfettario, ma anche perché in base alle differenti circostanze, il trattamento fiscale è differente. Sono 3 i casi previsti dalla normativa in vigore.

La regola generale prevede che lavoratori autonomi e professionisti con partita Iva possano scaricare il 75% della spesa al ristorante, da calcolare entro il limite del 2% del totale dei compensi nel periodo d'imposta, a cui aggiungere la detraibilità del 100% dell'Iva. Tuttavia chi aderisce al regime forfettario non può procedere con alcuna operazione.

Ma se i costi al ristorante si riconducono alle spese di rappresentanza, le partite Iva possono dedurre l'1% dei compensi e detrarre il 100% dell'Iva se il prezzo unitario è inferiore a 50 euro, altrimenti nulla. Anche in questa seconda circostanza restano al palo le partite Iva con regime forfettario

. Infine, se la spesa per ristoranti si inserisce nell'ambito di corsi di aggiornamento professionale, la deducibilità del costo è al 100% fino a 10.000 euro con l'Iva da detrarre anch'essa al 100%. In entrambi i casi, 0% per per i forfettari.

Regole, limiti e casi particolari deduzione spese ristorante

Punto di riferimento in materia di deduzione dei costi e detrazioni dell'Iva, anche in riferimento alle spese per il ristorante, è il Testo unico delle imposte sui redditi. A cui si sono aggiunte le precisazioni su limiti, regole e casi particolari via via rilasciate dall'Agenzia delle entrate.

Nel Tuir si stabilisce che le spese e gli altri componenti negativi diversi dagli interessi passivi, tranne gli oneri fiscali, contributivi e di utilità sociale, sono deducibili se e nella misura in cui si riferiscono ad attività o beni da cui derivano ricavi o altri proventi che concorrono a formare il reddito o che non vi concorrono in quanto esclusi.

Se si riferiscono ad attività o beni produttivi di proventi computabili e ad attività o beni produttivi di proventi non computabili in quanto esenti nella determinazione del reddito sono deducibili per la parte corrispondente al rapporto tra l'ammontare dei ricavi e altri proventi che concorrono a formare il reddito d'impresa o che non vi concorrono in quanto esclusi e l'ammontare complessivo di tutti i ricavi e proventi.

Le plusvalenze non rilevano ai fini dell'applicazione del periodo precedente. Fermo restando quanto previsto dai periodi precedenti, le spese relative a prestazioni alberghiere e a somministrazioni di alimenti e bevande sono deducibili nella misura del 75%.

Secondo l'articolo 109 del Testo unico delle imposte sui redditi, i ricavi, le spese e gli altri componenti positivi e negativi di cui non sia certa l'esistenza o determinabile in modo obiettivo l'ammontare concorrono a formare il reddito nell'esercizio in cui si verificano queste condizioni.

Per l'Agenzia delle entrate, l’Iva addebitata sui servizi di ristorazione (oltre che su quelli alberghieri che spesso e volentieri viaggiano di pari passo) è detraibile solamente se si tratti di operazioni inerenti all’attività di impresa, arte o professione e le prestazioni siano documentate da fattura.