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Come contestare una valutazione negativa o non congrua sul lavoro se si č un dipendente privato

Se un dipendente ritiene che la valutazione ricevuta sia affetta da vizi puņ procedere con una contestazione. Ecco come fare.

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
Come contestare una valutazione negativa

Qualsiasi elemento che fornisce un contributo aggiuntivo alla valutazione di un lavoratore può essere considerato un dato personale. Questo elemento potrebbe consistere in informazioni oggettive, come il nome e il cognome, o in descrizioni e giudizi espressi da terzi riguardo a qualità, attitudini o comportamenti professionali della persona interessata.

L'insieme di tali giudizi costituisce una valutazione complessiva, considerata come dato personale. Entriamo nei dettagli per vedere:

  • Valutazione negativa o non congrua, come contestarla

  • Ma prima il lavoratore deve accedere agli atti

Valutazione negativa o non congrua, come contestarla

Se un dipendente ritiene che la valutazione ricevuta sia affetta da vizi, può presentare un reclamo scritto utilizzando un modulo dedicato e inoltrare un ricorso alla commissione di secondo grado. I tempi previsti per tali procedure possono variare in base al settore di appartenenza e al Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro di riferimento.

Durante il processo di ricorso presso la commissione di secondo grado, il ricorrente ha l'opportunità di esporre la propria posizione in un apposito colloquio. La mancata presentazione del ricorso nei tempi previsti o l'assenza al colloquio comporta la decadenza del dipendente dal diritto di far esaminare il proprio ricorso. Il valutatore è intervistato separatamente dalla commissione.

Nel caso di evidenti anomalie nella formazione del giudizio, la commissione può chiedere al dirigente di riesaminare la scheda di valutazione; in caso contrario, procede con l'esame approfondito del ricorso e emette una decisione definitiva.

In ogni caso, le valutazioni del datore di lavoro sulle qualifiche del dipendente possono essere oggetto di scrutinio anche da parte dell'autorità giudiziaria. Nonostante il datore di lavoro esprima un giudizio discrezionale, è tenuto a rispettare criteri oggettivi. In sede giudiziaria, non viene contestato il merito della valutazione espressa, ma l'osservanza da parte del datore di lavoro di tali criteri.

Ma prima il lavoratore deve accedere agli atti

L'esercizio del diritto d'accesso, quando non riguarda dati personali di natura oggettiva, può essere attuato, a meno che coinvolga: la correzione o l'integrazione di dati personali di tipo valutativo, relativi a giudizi; opinioni o altri apprezzamenti di natura soggettiva; l'indicazione di comportamenti da adottare o decisioni in fase di assunzione da parte del responsabile del trattamento.

L'esercizio del diritto di accesso è subordinato al completamento della procedura di valutazione del personale e pertanto non può essere invocato durante le fasi di preparazione delle schede di valutazione e delle note di qualifica finali. Il dipendente non ha il diritto di accedere alle valutazioni del personale detenute dal datore di lavoro fino a quando non vengono formalizzate in un apposito provvedimento.

L'istanza del dipendente non può essere rivolta alla conoscenza di dati personali di terzi, come i suoi colleghi. Come specificato dal Garante in diverse sue decisioni, il diritto di accesso del dipendente non si estende alle note di qualifica di terzi, e quindi la richiesta del dipendente di accedere ai dati personali di altri dipendenti coinvolti in una procedura di valutazione del personale deve essere dichiarata inammissibile.

I valutatori e i direttori o responsabili di struttura possono gestire solo i dati relativi ai propri collaboratori. I dipendenti neoassunti, che abbiano lavorato per almeno tre mesi nell'anno oggetto della valutazione, e i dipendenti che abbiano già presentato le dimissioni sono anch'essi soggetti a valutazione.

Un dipendente appena trasferito in una nuova struttura dell'azienda viene valutato da entrambi i responsabili diretti delle strutture di provenienza e di nuova assegnazione, a condizione che i rispettivi periodi di riferimento siano pari o superiori a tre mesi; in caso contrario, fa fede unicamente la valutazione della struttura con maggiore permanenza. Il dipendente non può rifiutarsi di fissare la data per la valutazione, poiché il colloquio rappresenta il momento determinante dell'intero processo di valutazione.

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