Stando a quanto previsto dalle norme in vigore, sono diverse le soluzioni che permettono di disfarsi di un immobile che non si vuole più, dalla rinuncia alla proprietà, alla vendita, alla donazione.
Come fare a disfarsi di un immobile di cui non si vuole più essere proprietari? Decidere di disfarsi di un immobile, sia che si tratti di una casa o un appartamento, una parte di esso, o di un terreno, o un altro fabbricato, deriva quasi sempre da motivi economici.
E’ possibile, infatti, dover sostenere spese extra, o effettuare un importante acquisto, o semplicemente vivere un momento di scarsa liquidità, per cui serve avere soldi che possono derivare da un immobile che non si usa e di cui ci si può disfare in modo da fronteggiare gli imprevisti. Vediamo come fare.
Una prima soluzione per disfarsi di un immobile è quella di rinunciare alle proprietà dello stesso.
La rinuncia alla proprietà è un atto unilaterale con cui un soggetto si disfa di un immobile di sua proprietà, senza ricevere in cambio alcun tipo di corrispettivo.
Per procedere alla rinuncia dell’immobile, è necessario, per legge, rivolgersi a un notaio che, dopo le opportune verifiche, scrive l’atto di abdicazione e lo trascrive nei Registri Immobiliari.
Se l’immobile di cui ci si vuol disfare è in comproprietà con altri, la rinuncia produce gli stessi effetti di una donazione, rendendo più consistente il patrimonio di altri individui.
Trattandosi di una particolare forma di dismissione della proprietà immobiliare che richiede un atto pubblico, per la determinazione delle imposte, i documenti del proprietario necessari sono:
I costi dell’atto di rinuncia alla proprietà di un immobile sono quelli richiesti per i compensi per consulenze professionali (in particolare, la parcella del notaio), per la domanda di atti e certificati e per le imposte applicate in base alla situazione specifica, a seconda, cioè, che si tratti di proprietà unica o di comproprietà.
Se il proprietario è unico, la rinuncia prevede il pagamento di 230 euro di imposta di bollo e di 90 euro di tassa ipotecaria di 90,00 euro.
Se si tratta di una comproprietà tra più soggetti, la quota del comproprietario che ha rinunciato all’immobile viene ridistribuita agli altri, in modo simile alla donazione, per cui sono richieste:
L’alternativa è la vendita dell’immobile. In questo modo, non solo ci si libera di un immobile che non si desidera più, per qualsiasi motivo sia, ma si riesce a ricavare anche un bel gruzzoletto da tenere da parte per essere tranquilli o da usare per spese importanti.
Quando si decide di vendere un immobile si può procedere o privatamente, facendo tutto da soli, o rivolgendosi ad una agenzia immobiliare che si occupa di condurre le trattative di compravendita, dalla pubblicizzazione dell’immobile in questione, alle prime visita, alla raccolta dei documenti necessari, alla firma dell’atto di rogito per rendere la vendita finale effettiva e ufficiale, con relativo trasferimento di soldi richiesti.
In questo caso, i costi richiesti sono quelli per l’agente immobiliare, il notaio e, chiaramente, la vendita, mentre i tempi possono essere molto variabili.
Non per tutte le vendite, infatti, ci si impiega lo stesso periodo. C’è chi vende prima, chi ci impiega più tempo.
Infine, per disfarsi di un immobile si può anche ricorrere alla donazione, che è un atto di totale liberalità. Anche in questo caso bisogna rivolgersi ad un notaio che rediga un atto di donazione della casa o altra tipologia di fabbricato dinanzi a due testimoni.
Si pagano le relative imposte in base al valore dell’immobile donato, ma non è sempre dovuta, soprattutto per piccoli patrimoni,