Quando si decide di effettuare la donazione di un bene, come la casa, bisogna redigere un atto di donazione con cui il genitore dona l’immobile al figlio di sua volontà, pagando le relative tasse dovute.
Quando si è genitori, si sa, si cerca di far di tutto per il bene dei propri figli, a partire dai sacrifici economici per assicurare loro un futuro. Spesso si mettono soldi da parte per l’acquisto di una casa per i propri figli o se si riceve una casa in eredità o si è già proprietari di due immobili, la casa al figlio può essere data tramite donazione. Vediamo, dunque, come funziona la donazione di una casa ad un figlio.
Se i genitori decidono di donare una casa al figlio possono scegliere di effettuare:
Per la donazione di una casa al figlio bisogno redigere l’atto di donazione di un immobile, che non si fa invece nel caso di donazione di soldi di modico valore a figli, documento che attesta la cessione volontaria della casa dal donante, in questo caso il genitore, al donatario, il figlio. Al momento della donazione:
Nel momento in cui si redige l’atto di donazione della casa si devono pagare, oltre le spese notarili, anche delle imposte sulla donazione, che sono:
Se la casa donata al figlio risulta prima casa, le imposte ipotecaria e catastale sono ridotte e si pagano in misura fissa, altrimenti bisogna applicare, rispettivamente, un’aliquota del 2% e dell’1% del valore catastale.
E’ bene precisare che nel momento in cui si redige un atto di donazione non è detto che non si possa tornare indietro. Il donante può, infatti, decidere in qualsiasi momento di revocare la donazione:
In quest’ultimo caso, se al momento dell’atto di donazione il donante non sapeva di avere figli e non aveva figli, il donante può chiedere al giudice la revoca dell’atto entro 5 anni dal momento in cui è venuto a conoscenza di avere altri figli o aspettarlo.