Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Come evitare che il proprio curriculum vitae venga scartato dall'intelligenza artificiale o filtri digitali automaticamente

Alla base della strategia per superare i filtri degli algoritmi di reclutamento c' l'utilizzo accurato delle parole chiave.

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
Come evitare che il proprio curriculum v

Come fare a fare scartare in automatico il proprio CV dall'intelligenza artificiale e cosa fare per evitare che non venga letto? L'avvento dell'intelligenza artificiale ha trasformato numerosi settori, incluso il mondo del lavoro, dove il suo impiego si sta estendendo a ritmo sostenuto, specialmente nel settore del reclutamento. Gli algoritmi di AI sono sempre più utilizzati per filtrare le candidature iniziali, determinando quali proseguono nel processo di selezione. Spesso un curriculum può essere escluso ancora prima che un reclutatore umano possa esaminarlo.

Di fronte a questo cambiamento, le strategie per attirare l'attenzione di questi sistemi stanno diventando indispensabili. Occorre quindi comprendere quali termini usare, quali formati grafici preferire, quali lingue e caratteri sono più efficaci per superare il primo filtro automatizzato. Alcune parole fantasma, ad esempio, sono progettate per essere riconosciute solo dai software, aumentando le possibilità che un CV venga notato.

Per navigare con successo in questo nuovo ambiente, abbiamo compilato una guida pratica che aiuta i candidati a ottimizzare i loro curriculum per l'IA, svelando le nuove regole del gioco e fornendo consigli su come rimanere competitivi in un'era dominata dalle macchine. Esaminiamo tutto:

  • Curriculum vitae, come evitare che venga scartato dall'intelligenza artificiale

  • Ma come funziona la selezione attraverso l'intelligenza artificiale

Curriculum vitae, come evitare che venga scartato dall'intelligenza artificiale

Alla base della strategia per superare i filtri degli algoritmi di reclutamento c'è l'utilizzo accurato delle parole chiave. Queste devono riflettere fedelmente le competenze richieste nell'annuncio di lavoro o quelle evidenziate nei profili aziendali su piattaforme come LinkedIn. È fondamentale, precisare nel curriculum il proprio luogo di residenza e la città in cui si desidera lavorare, per evitare che il sistema scarti automaticamente la candidatura. Ad esempio, se una persona è nata a Roma ma cerca lavoro a Milano, è consigliabile indicare entrambe le città.

La scelta della lingua è altrettanto strategica: per molte posizioni è utile redigere il proprio curriculum in più lingue, in particolare in inglese, dato che molti software di selezione sono programmati per processare questo idioma. È raccomandato anche l'uso di font standard come Arial o Verdana, perché formati complessi come grafici o colonne possono disorientare i sistemi di lettura automatica.

Una tattica più audace e discussa è il cosiddetto white fonting, che consiste nel nascondere nel curriculum una lista di parole chiave scritte con un font bianco per renderle invisibili all'occhio umano ma non ai software. Questo metodo può far risaltare il documento agli occhi dell'IA, spingendolo oltre il primo filtro automatizzato. Ma gli esperti del settore avvertono che questa pratica può essere considerata ingannevole e potenzialmente rischiosa.

Ma come funziona la selezione attraverso l'intelligenza artificiale

L'uso crescente dell'intelligenza artificiale nei processi di selezione mira a ottimizzare l'efficienza, scegliendo candidati in base a criteri come il curriculum, l'esperienza e le competenze specifiche. Alcuni sistemi di IA, ad esempio, sono configurati per favorire automaticamente i candidati interni, mentre altri possono scartare immediatamente le candidature che non soddisfano certi parametri prestabiliti.

Nonostante l'automazione, molti datori di lavoro assicurano che c'è sempre un intervento umano nel processo di revisione delle candidature.

Jon Stross, presidente e cofondatore di Greenhouse, un fornitore di software per le assunzioni, ha chiarito al Washington Post che, contrariamente a quanto alcuni possano pensare, non si tratta di un sistema impersonale che fa scelte arbitrarie. "Non è una scatola nera malvagia che giudica le persone," ha affermato Stross. "In realtà, le aziende ricevono un volume elevato di proposte e cercano un metodo efficace per gestirle tutte".

Puoi Approfondire