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Come fare a mettere in regola una colf (signora pulizie). Procedura, documenti, costi, regole nel 2025

Stipula di regolare contratto di lavoro e comunicazione dell’assunzione a enti e organi competenti: come mettere in regola una badante

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
Come fare a mettere in regola una colf (

Molte famiglie italiane scelgono di avvalersi dell'aiuto di una collaboratrice domestica per la gestione quotidiana della casa. Questa decisione, oltre a rappresentare un supporto pratico, implica responsabilità precise da parte del datore di lavoro. Vediamo insieme quali sono i passaggi necessari per una corretta regolarizzazione.

Procedura completa per regolarizzare una colf nel 2025

La corretta assunzione di una collaboratrice domestica prevede una serie di passaggi specifici che devono essere seguiti scrupolosamente. Il processo di regolarizzazione comprende documentazione, accordi contrattuali e comunicazioni agli enti competenti.

Ecco la procedura dettagliata da seguire nel 2025:

  1. Verifica dei documenti della lavoratrice: è necessario acquisire un documento d'identità valido, il codice fiscale e, per le cittadine extracomunitarie, il permesso di soggiorno o la carta di soggiorno in corso di validità.
  2. Accordo verbale preliminare: prima di procedere con la formalizzazione, è importante raggiungere un'intesa chiara sulle condizioni di lavoro, comprese mansioni, orari e retribuzione.
  3. Stipula del contratto di lavoro: il contratto deve essere redatto e firmato da entrambe le parti secondo quanto previsto dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL) per collaboratori domestici aggiornato al 2025.
  4. Comunicazione agli enti competenti: l'assunzione deve essere notificata all'INPS e all'INAIL entro i termini previsti dalla legge.

Come effettuare la comunicazione di assunzione

Per comunicare ufficialmente l'assunzione della collaboratrice domestica, esistono diverse modalità:

  • Contattare il numero verde INPS 803164
  • Procedere online tramite il portale INPS seguendo questo percorso: accesso al sito inps.it ? Servizi al cittadino ? Lavoro domestico ? Iscrizione rapporto di lavoro
  • Rivolgersi a CAF e patronati che offrono assistenza specifica
  • Delegare la pratica al proprio commercialista di fiducia

Nel caso in cui la collaboratrice domestica venga assunta in regime di convivenza, oltre alle comunicazioni standard, è obbligatorio notificare la convivenza alla Questura o al Commissariato di zona. In assenza di questi uffici nel luogo di residenza, la comunicazione va effettuata presso il Comune, compilando l'apposito modulo di cessione di fabbricato o di comunicazione ospitalità.

Registrazione INPS e gestione dei contributi

La registrazione del contratto di lavoro all'INPS non è solo un obbligo legale, ma rappresenta anche uno strumento essenziale per la corretta gestione del rapporto lavorativo. Attraverso l'area "Servizi per il Cittadino" del portale INPS, il datore di lavoro può accedere al cassetto previdenziale per il lavoro domestico, che consente di:

  • Monitorare lo stato dei pagamenti contributivi
  • Verificare le scadenze per i versamenti
  • Modificare eventuali dati relativi al rapporto di lavoro

Questo sistema facilita notevolmente la gestione amministrativa e garantisce la trasparenza del rapporto lavorativo.

Documenti necessari per l'assunzione di una colf

Per procedere correttamente con l'assunzione di una collaboratrice domestica, è fondamentale raccogliere e verificare una serie di documenti specifici. Questa fase preliminare è essenziale per garantire la regolarità del rapporto di lavoro.

I documenti indispensabili per l'assunzione includono:

  • Per il datore di lavoro: documento d'identità, codice fiscale, residenza e recapiti
  • Per la lavoratrice italiana: documento d'identità valido e codice fiscale
  • Per la lavoratrice extracomunitaria: passaporto, permesso di soggiorno valido per motivi di lavoro, codice fiscale
  • Per la lavoratrice comunitaria: documento d'identità, codice fiscale e, per soggiorni superiori a tre mesi, attestato di iscrizione anagrafica

È importante verificare attentamente la validità di tutti i documenti, in particolare il permesso di soggiorno per le lavoratrici extracomunitarie, per evitare problemi legali successivi.

I costi per regolarizzare una collaboratrice domestica

Regolarizzare una collaboratrice domestica comporta diversi costi che il datore di lavoro deve considerare. Questi non si limitano alla retribuzione diretta, ma includono anche contributi previdenziali e altre spese accessorie.

Nel 2025, i principali costi da sostenere sono:

  • Retribuzione mensile stabilita in base al CCNL di categoria, che varia secondo il livello di inquadramento e le ore lavorative
  • Contributi previdenziali INPS, calcolati in base alla retribuzione e all'orario di lavoro
  • Tredicesima mensilità
  • Trattamento di Fine Rapporto (TFR)
  • Ferie e permessi retribuiti
  • Eventuali costi di consulenza per la gestione amministrativa (commercialista, CAF, ecc.)
  • Possibile assicurazione integrativa contro gli infortuni domestici

È importante notare che nel 2025 sono previste alcune agevolazioni fiscali per chi assume regolarmente collaboratori domestici, come la possibilità di dedurre i contributi versati dal reddito complessivo fino a un massimo stabilito dalla normativa vigente.

Conseguenze della mancata regolarizzazione

Non rispettare gli obblighi relativi all'assunzione regolare di una collaboratrice domestica può comportare serie conseguenze legali ed economiche. Le sanzioni previste sono significative e possono avere un impatto rilevante.

In caso di mancata regolarizzazione, il datore di lavoro rischia:

  • Una sanzione amministrativa da 200 a 500 euro per l'omessa comunicazione all'INPS
  • Una sanzione minima di 3.000 euro per il mancato versamento dei contributi previdenziali
  • L'obbligo di versare i contributi non pagati con relative maggiorazioni per ritardo
  • Possibili conseguenze penali in caso di impiego di lavoratori stranieri privi di permesso di soggiorno

Oltre alle sanzioni economiche dirette, emergono anche altre problematiche, come l'impossibilità per la lavoratrice di accedere alle tutele previdenziali e assistenziali, quali malattia, maternità e pensione. Inoltre, in caso di infortunio domestico, la mancata regolarizzazione potrebbe comportare responsabilità civili e penali per il datore di lavoro.

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