Pagare una badante rappresenta una delle principali preoccupazioni per molte famiglie italiane, soprattutto quando la pensione e le risorse economiche non sono sufficienti a coprire tutte le spese connesse all’assistenza domiciliare. Il costo per un’assistente familiare, infatti, può variare notevolmente a seconda del tipo di rapporto lavorativo (convivente, non convivente, full time o part time) e include non soltanto la retribuzione ma anche i contributi previdenziali obbligatori, eventuale Tfr e indennità aggiuntive. Chi si trova in difficoltà ha però a disposizione molteplici strumenti di sostegno economico e agevolazioni fiscali, recentemente rafforzati che mirano ad ampliare la platea dei beneficiari.
Aiuti statali per pagare una badante: Prestazione Universale INPS, Home Care Premium e indennità di accompagnamento
Il quadro nazionale prevede sostegni strutturali articolati secondo il grado di bisogno e la situazione economica familiare. Le principali misure includono:
- Prestazione Universale INPS: 850 euro mensili aggiuntivi, cumulabili con il contributo di accompagnamento, riservati agli ultraottantenni gravemente non autosufficienti.
- Home Care Premium: rivolto a dipendenti e pensionati pubblici o ai loro familiari, consente di ottenere un contributo economico che può raggiungere i 1.250 euro al mese, graduato in base a ISEE (fino a 8.000 euro) e livello di disabilità. Comprende servizi socio-assistenziali integrativi erogati da professionisti e operatori sociosanitari.
- Indennità di accompagnamento: assegno mensile (importo aggiornato annualmente, nel 2025 superiore ai 531 euro), erogato indipendentemente dal reddito, a chi è riconosciuto invalidità civile totale e permanente con difficoltà nella deambulazione o incapacità a compiere autonomamente gli atti della vita quotidiana. Maggiori dettagli sono disponibili su importo indennità di accompagnamento.
Per tutte queste misure, i requisiti normativi sono certificati da commissione INPS e sono previsti controlli periodici. Importante ricordare che tali importi sono esenti da IRPEF e devono essere utilizzati esclusivamente per prestazioni di assistenza regolare.
Il Bonus Cas.sa Colf: rimborso per datori di lavoro non autosufficienti
Un’ulteriore risorsa per i datori di lavoro domestico non autosufficienti è rappresentata dal Bonus Cas.sa Colf, che eroga un rimborso mensile di 300 euro fino a 3.600 euro annui, destinato esclusivamente a chi assume un assistente familiare qualificato, con regolare contratto. Tra i requisiti fondamentali:
- Iscrizione al fondo Cas.sa Colf prima dei 60 anni e almeno un anno di contributi regolarmente versati (minimo 25 euro/trimestre).
- Certificazione medica di non autosufficienza rilasciata da apposita commissione, raggiungendo un punteggio minimo di 40 nella valutazione funzionale delle autonomie.
- Non aver precedentemente licenziato e riassunto lo stesso lavoratore nei sei mesi antecedenti.
La domanda si presenta per via telematica sul portale dedicato, e in caso di positività viene riconosciuto il rimborso dal mese successivo, per massimo 12 mesi consecutivi.
Sostegni regionali e iniziative locali: Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana
Oltre agli strumenti nazionali, numerose regioni italiane hanno istituito fondi e voucher specifici per sostenere l’assunzione regolare di badanti:
- Lombardia: contributo fino al 60% delle spese sostenute (massimo 2.400 euro annui per ISEE fino a 25.000 euro, massimo 2.000 euro per ISEE tra 25.001 e 35.000 euro). Necessaria iscrizione della badante a specifici registri regionali.
- Piemonte: buono domiciliarità fino a 600 euro mensili (per due anni) per famiglie con contratto di almeno 16 ore settimanali e ISEE fino a 25.000 euro.
- Liguria: bonus mensile tra 250 e 600 euro a seconda della situazione economica e della presenza del Fondo Regionale per la non autosufficienza, destinato a persone riconosciute invalide o ultra novantacinquenni.
- Toscana: servizio "Pronto badante" (300 euro mensili in voucher INPS tramite libretto famiglia per 30 ore), rivolto a residenti over 65 in condizioni di improvvisa fragilità sociale.
Per le modalità di presentazione delle domande e il dettaglio dei requisiti, è necessario consultare le sezioni dedicate sui portali regionali.
Agevolazioni fiscali per le famiglie: detrazioni e deduzioni per spese di assistenza
Oltre ai contributi diretti, il sistema fiscale italiano prevede molteplici forme di agevolazione per chi assume una badante:
- Detrazione del 19% delle spese per addetti all’assistenza (comprese le badanti) su un tetto massimo di 2.100 euro annui, qualora il reddito complessivo sia inferiore a 40.000 euro.
- Deduzione integrale dei contributi INPS versati per colf e badanti fino a 1.549,37 euro l’anno, senza necessità di riconoscimento dell’invalidità.
- Deduzioni aggiuntive: spese per prestazioni infermieristiche, riabilitative, servizi specifici forniti da personale qualificato, e relative spese mediche per familiari disabili anche non fiscalmente a carico.
Per usufruire delle agevolazioni è necessario essere in possesso di certificazione medica, ricevute di pagamento e la documentazione completa relativa al contratto di lavoro e ai bollettini INPS. Non è prevista cumulabilità con altre detrazioni per le stesse spese.
Limiti, criteri di esclusione e suggerimenti pratici
I vantaggi descritti sono soggetti a condizioni stringenti:
- Requisiti anagrafici ed economici: molte misure regionali e il bonus universale richiedono limiti di età (65, 80 o 95 anni) e soglie ISEE ben definite.
- Contratto regolare di lavoro: le domande per bonus e rimborsi devono essere sempre corredate da contratti redatti secondo il CCNL Lavoro Domestico.
- Esclusioni: ad esempio, il bonus Cas.sa Colf esclude chi abbia cessato e riattivato un rapporto di lavoro con la stessa persona entro sei mesi precedenti o per l’assunzione di parenti stretti, salvo eccezioni specifiche.
Si consiglia, ai fini di accesso prioritario agli aiuti pubblici, di:
- Regolarizzare immediatamente l’assunzione tramite il portale INPS o mediante CAF/patronati riconosciuti.
- Conservare tutta la documentazione sanitaria, le ricevute di contributi e le certificazioni ISEE aggiornate.
- Monitorare costantemente le scadenze dei bandi pubblici e le variazioni dei limiti ISEE sulle piattaforme istituzionali.
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